Chiriaco (Cgil) sulla proposta di salario minimo di Renzi: “Semplicistica e banale”

“Semplice con risvolti banali è la proposta del governo sul salario minimo sapientemente illustrata dal viceministro dell’economia”: è il giudizio del segretario generale della Cgil di Lucca Franco Chiriaco sui provvedimenti a cui il governo sta lavorando. Nel dettaglio, Chiriaco spiega che innanzitutto ritiene la proposta “semplice perché non tiene conto dei 400 contratti collettivi nazionali di lavoro che già prevedono un salario a parametro 100, e quindi essendo al più basso livello di inquadramento è ovviamente minimo. E banale perché l’obiettivo che il governo Renzi vuole raggiungere è rendere il movimento sindacale marginale, scegliendo la strada di depotenziare il contratto nazionale attraverso una norma per cui il contratto nazionale agisce solo per default, dove non sia in grado di fare un accordo di secondo livello che secondo il viceministro si può realizzare a livello di gruppo, azienda, distretto, territorio incentivando la produttività. Non spiega cosa c’entra il salario minimo con la produttività ma forse non lo sa. Il tutto condito dalla boutade del carcere in Italia per gli imprenditori che non applicano il salario minimo, che ovviamente dovrà essere definito per legge. Finalmente un assist per il movimento sindacale e la Cgil. Concordo con il governo: se dovesse essere applicato, chiuderebbe tutti gli spazi di contrattazione collettiva”.
Secondo il segretario generale della Cgil di Lucca, “rinnovare un contratto a livello nazionale o aziendale su diritti dei lavoratori, ambiente, sicurezza, appalti, orario, inquadramenti senza il salario renderebbe il rinnovo molto difficile se non impossibile. La domanda che poniamo al Governo è come pensa di riuscirci. Su questo tema ricordiamoci di ricordare che non ci sono mediazioni che tengano; oltre che per motivi negoziali, per motivi giuridico-legali”.
Chiriaco entra nel merito: “La determinazione del salario minimo, attraverso lo strumento legislativo statuale, non è conforme alla ratio della contrattazione collettiva. L’inserimento del contratto collettivo nazionale di lavoro o della sua dissolvenza in atto normativo, come nell’epoca fascista, ne accentuerebbe la subordinazione alla legge e quindi si creerebbe una inammissibile violazione del principio della libertà sindacale riconosciuta e garantita dall’articolo 39 della Costituzione. L’articolo 39 impone di ricondurre il Ccnl di diritto comune all’autonomia delle parti private, non dell’interesse pubblico, per cui sarebbe illegittimo qualsiasi intervento del legislatore ordinario che sia svolto a cancellare o contraddire di arbitrio la libertà delle scelte sindacali e gli esiti contrattuali delle stesse (Corte Costituzionale articolo 34 del 1985). Occorre ricordare al governo che già con la legge 741 del 14 luglio 1959 il legislatore delegò il governo per la determinazione dei minimi salariali che dovevano essere garantiti a tutti i lavoratori, e che la Corte Costituzionale – con sentenza 106 del 19 dicembre 1962 – dichiarò illegittima la legge, in quanto rendeva permanente un sistema economico e normativo basato sulla riserva a danno della contrattazione collettiva per la disciplina dei rapporti di lavoro, e ciò non trova fondamento nel diritto costituzionale”.
Infine, il segretario generale della Cgil di Lucca evidenzia che “questo governo di benpensanti e del fare per il fare dovrà spiegare ai lavoratori italiani che cosa si intende per compenso orario minimo, sapendo che nell’Europa a 29 si passa da 8,50 euro della Germania a 0,95 della Bulgaria, fino a 1,06 della Romania, 1,71 della Lettonia, 1,76 della Lituania,1,90 della Estonia, 1,94 della Slovacchia, 1,97 della Ungheria, 2,21 della Polonia, 2,29 della Croazia, 2,92 del Portogallo, 3,35 della Grecia, 3,91 della Spagna eccetera (fonte Corriere della sera). E dato che in Italia un operaio metalmeccanico a parametro 100 ha un salario di 1.226,57, e un operaio metalmeccanico di terzo livello una quota oraria in siderurgia di 8,30 euro, dove si colloca la proposta del Governo sul salario minimo e sul compenso minimo orario?”.