Elettrodotto, Battistini: “Terna deve dare un’alternativa”






di Roberto Salotti
Sorridono e stringono volentieri la mano ai consiglieri comunali che fanno parte della commissione lavori pubblici del Comune di Lucca. Vivono nelle case vicino alle ex cave di Balbano. Dopo le guerre e il trambusto per farle chiudere, quest’area è tornata ad essere una vera e propria oasi. Immersa nel verde e chiusa tra le colline amate soprattutto dagli inglesi che qui a decine hanno comprato casa ma anche da Emma Marcegaglia, ex presidente di Confindustria, il cui fratello Antonio ha una tenuta a Compignano da cui passeranno i tralicci della discordia. Quelli previsti dal nuovo tracciato proposto da Terna, insieme alla realizzazione di una centrale elettrica dove ora si trovano i resti delle cave di Balbano.
“La commissione si è volta recare qui – commenta il presidente Francesco Battistini, che è anche capogruppo del Pd – per rendersi conto di persona della situazione e per ascoltare gli abitanti. Il Comune farà di tutto per ridurre al minimo l’impatto, tenendo conto delle criticità sollevate dalla gente: questo progetto è stato imposto e vogliamo fare tutto quello che è possibile per mitigarne gli effetti”. Il capogruppo del Pd si spinge anche oltre e dichiara l’impegno della maggioranza a proporre alternative di tracciato a Terna stessa, se una soluzione non giungerà dall’azienda: “Quello che abbiamo compreso immediatamente è il fatto che non ci veniva data alcuna alternativa – sottolinea – ed a questi patti non ci stiamo, perché il progetto ricade in gran parte sul nostro territorio. Se non ci forniranno loro delle alternative, le daremo noi come Comune, visto che qualche idea già ce l’abbiamo. Noi siamo al fianco dei cittadini dell’Oltreserchio, non solo di quelli di Balbano ma anche degli abitanti di Maggiano che si sono ritrovati un elettrodotto sulla testa e le cui battaglie abbiamo condiviso”.
A qualche ora dall’assemblea pubblica di stasera (8 aprile) a Santa Maria a Colle, con il sindaco Alessandro Tambellini e i tecnici della Terna, i consiglieri comunali che fanno parte della commissione hanno voluto conoscere alcune delle situazioni più critiche, determinate dal progetto che prevede di spostare i tralicci dalla Piana dell’Oltreserchio fino alle colline tra le province di Lucca e di Pisa. Gli abitanti della zona che stanno per costituirsi in comitati non hanno però perso tempo e, in molti, hanno già accolto l’offerta della famiglia Marcegaglia. I suoi legali e i periti della Fondazione che porta il nome dell’ex presidente di Confindustria sono già al lavoro per impugnare le servitù e gli espropri per la realizzazione del nuovo tracciato e della centrale, tanto che anche oggi pomeriggio, al fianco degli abitanti, c’era l’avvocato Valentina Casini, dello studio Paratore Pasquetti and Partners di Firenze. Insieme ai colleghi si occuperà a titolo a quanto pare gratuito della presentazione delle “opposizioni” (la scadenza è quella del 20 aprile prossimo), mentre i periti sono già al lavoro per le osservazioni sull’impatto ambientale, la cui scadenza è fissata al prossimo 20 maggio, nel percorso già attivato della Via – la valutazione dell’impatto ambientale.
Intanto, anche la maggioranza in una riunione fiume tenutasi ieri sera si è confrontata sul progetto, analizzandone i vari aspetti e criticità. In modo anche da non farsi trovare impreparata all’incontro di questa sera. Del resto, entro il 19 aprile il Comune di Lucca – insieme agli altri enti coinvolti, dalla Versilia fino alla provincia di Pisa – dovrà esprimere un suo parere sul progetto presentato da Terna al ministero dell’Ambiente il10 dicembre scorso.
“E’ una situazione di grandissimo disagio la nostra – commenta Remo Bianchi, che vive a due passi dalle cave di Balbano -: il prezzo delle case in zona crollerà, senza considerare il problema che ci sta più a cuore, ed è quello dei rischi per la salute. E’ un crimine – aggiunge poi – distruggere questo splendido paesaggio”. Bianchi, memoria storica del paese di Balbano, ricorda molto bene le battaglie contro la realizzazione delle cave: “Già all’epoca regnava il caos a causa dei camion che arrivavano in zona – dice -: c’è anche questo problema da risolvere”.
I consiglieri comunali, dalla maggioranza all’opposizione, ascoltano con attenzione quello che hanno da dire gli abitanti. Per prima cosa, visitano la proprietà di Simone Lena, che vive a pochi metri dalle ex cave. Lui, insieme ad altri, è tra i promotori della mobilitazione “che – tiene sempre a precisare – riguarda veramente tutti”. La sua, comunque, è una delle situazioni più critiche: “Per quello che mi riguarda mi si chiede la servitù di praticamente tutto il terreno – racconta alla commissione -: saremo praticamente circondati. Già l’Arpat ha fatto un sopralluogo. Siamo al limite della fascia di rispetto per evitare rischi. Dovremo lasciare questa casa se le cose non cambiano”, commenta amareggiato.
Ma ci sono anche i titolari dell’Hotel Casanova. Un cinque stelle di lusso, acquistato da una donna inglese Marianne Ismail, che oggi pomeriggio ha preso parte al sopralluogo della commissione alle ex cave di Balbano. La accompagna Michela Miranda, manager dell’albergo: “Abbiamo speso – dice – 90mila euro per interrare i cavi del telefono e della luce per non sciupare il bellissimo panorama ai nostri clienti. Ora cosa mostreremo? Tralicci? Saremo costretti a chiudere”.
In tanti sollevano anche il problema del rischio idrogeologico nella zona e il problema degli allagamenti delle strade provocati dal rio Bancoletti, che è stato tombato ma che scorre a fianco delle ex cave. “Quando piove qui è un lago”, commentano gli abitanti davanti ai consiglieri.
Alla protesta degli abitanti si dovrebbero presto aggiungere anche gli animalisti e gli ambientalisti. Oggi pomeriggio era presente anche il presidente di Legambiente, Michele Urbano, mentre un gruppo di cittadini si è già rivolto all’Oasi Lipu, perché in zona migrano le poiane. Senza considerare che i boschi pullulano di daini e cerbiatti.
FOTO – Il sopralluogo della commissione lavori pubblici a Balbano
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