
Allarme dislessia a Lucca. A rilevarlo è il consigliere regionale del Nuovo Centrodestra Gianluca Lazzari.
“In Toscana e a Lucca – dice membro della IV commissione Sanità, Gian Luca Lazzeri – la dislessia rischia di diventare un’emergenza sociale sopratutto per gli alunni delle scuole primarie e secondarie: nel corso del 2013 all’Asl 2 di Lucca sono stati valutati complessivamente 400 casi di Dsa (disturbi specifici di apprendimento), che hanno confermato 206 prime diagnosi di disturbi specifici di apprendimento. In pratica rapportando il numero di casi alla popolazione di riferimenti dell’Asl 2 si è registrata una richiesta di diagnosi ogni circa 570 persone e un caso di Dsa ogni 1.100 abitanti. Una media rilevante se paragonata a quella di altre Asl toscane come Viareggio dove si sono registrate 33 diagnosi di Dsa (una ogni 5.136 persone), Massa dove con un caso ogni 1.600 abitanti, Firenze dove i casi sono stati 1.331 a fronte però di una popolazione dell’Asl 10 di 835.844 abitanti”.
“I numeri di questa emergenza – sottolinea – devono convivere con tempi tecnici per ottenere la certificazione del disturbo, cioè l’attestato valido ai fini scolastici e redatto dalla Asl ai sensi della legge 170 del 2010 che servirà ai bambini per ottenere compendi specifici per affrontare le difficoltà didattiche legate alla loro condizione, tutelandone le possibilità di successo scolastico. Tempi che nell’Asl 2, arrivano a 5 mesi per l’attesa della prima visita programmata a cui si sommano altri 3 mesi dal momento dell’invio del paziente al gruppo multidisciplinare, col risultato che l’iter valutativo-diagnostico dura circa 8 mesi. Un lasso di tempo che coincide con quello di altre Asl toscane che si aggirano intorno ai 6-8 mesi con picchi di 13. La certificazione infatti richiede una valutazione multidisciplinare che include più sedute e per le famiglie, con lo stato attuale del sistema sanitario regionale, non costituisce un punto di arrivo ma di partenza. Questa è una fase importantissima, la tardiva rilevazione del disturbo, specie superati i 10 anni di vita, può avere conseguenze sulla sfera emotiva di bambini e adulti pregiudicandone non solo le possibilità di successo scolastico, ma colpire a cascata la sfera psicologica. Quello che manca dopo questo passaggio infatti è una solida rete a livello di sanità pubblica che unisca le esperienze dell’associazionismo a quelle di genitori e insegnanti permettendo di sostenere le famiglie, spesso costrette a convivere con attese estenuanti. Per questo motivo – continua – presenterò una proposta di emendamento al piano socio sanitario integrato che segni la rotta per agire in questa direzione: diminuzione dei tempi d’attesa, corsi di approfondimento per il personale docente (fra i primi a poter fungere da campanello d’allarme per i Dsa in assenza marcatori biologici, comportamentali o sociali in ambito extrascolastico) e un riconoscimento dell’associazionismo regionale attivo nei Dsa finora relegato alla periferia delle azioni di tutela e compensazione di bambini e adulti colpiti da disturbi come la dislessia”.