Gabrielli a FdV: “Giovani e volontari risorse per ProCiv”

11 aprile 2014 | 16:22
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Gabrielli a FdV: “Giovani e volontari risorse per ProCiv”
Gabrielli a FdV: “Giovani e volontari risorse per ProCiv”
Gabrielli a FdV: “Giovani e volontari risorse per ProCiv”
Gabrielli a FdV: “Giovani e volontari risorse per ProCiv”
Gabrielli a FdV: “Giovani e volontari risorse per ProCiv”
Gabrielli a FdV: “Giovani e volontari risorse per ProCiv”

Si è tornati a parlare di Protezione Civile questo pomeriggio (11 aprile) a Lucca, nell’ambito del Festival del Volontariato 2014. Lo si è fatto con un ospite d’eccezione: il capo Dipartimento Franco Gabrielli, intervistato per l’occasione dal giornalista del Corriere della Sera Luca Mattiucci.

Una recentissima ricerca della Fondazione Volontariato e Protezione ha svelato che nel 2013 tutto il volontariato è risultato essere in crescita. L’unico settore che sembra faticare è proprio quello della protezione civile. Come interpreta questo dato?
“Siamo di fronte a un segno dei tempi. Purtroppo, in Italia, sui temi della protezione civile, della messa in sicurezza del territorio e della sicurezza delle comunità si stenta ad avere quella sensibilità che invece la situazione imporrebbe. Si tratta di un dato che mi addolora, ma che al contempo non mi stupisce. Purtroppo ci sono larghe fette del Paese in cui queste tematiche non sono centrali: spesso ci si rifà a una gestione fatalistica degli eventi, si tende a vivere più con le dita incrociate che con quell’attenzione che invece sarebbe opportuna. Non dobbiamo però cadere nell’errore di chi generalizza: molte realtà dedicano ai temi di protezione civile grande spazio e profonda cura”.
Cosa pensa della proposta di dedicare le risorse riservate al servizio civile a un’attività interamente incentrata sulla protezione civile, in modo da sopperire alle carenze determinate dalla crisi e rispondere al forte bisogno di volontari che questo settore ha?
“L’idea in sé sarebbe fantastica. Da capire è però in che misura le istituzioni sarebbero realmente pronte ad accogliere tale novità. Una simile esperienza richiederebbe infatti una forte dedizione da parte degli enti, un dispendio di forze ed energie notevole verso i giovani coinvolti, per provvedere alla loro formazione e coordinazione. La domanda da porsi è dunque se oggi l’Italia come istituzione è in grado di reggere un impegno di questo tipo, di rispondere in modo adeguato a una popolazione di cittadini e cittadine pronti a dedicano un intero anno alla sicurezza delle comunità e del territorio”.
Ieri, al Festival del Volontariato, il ministro all’istruzione Stefania Giannini ha annunciato che dal prossimo anno proverà a portare avanti una riforma parziale dell’istruzione, introducendo nei programmi insegnamenti dedicati al volontariato e all’impegno civico. Come considera questa proposta? Pensa che i temi della protezione civile potrebbero in questo modo trovar maggior spazio all’interno dell’istituzione scolastica?
“Benché già oggi la scuola rappresenti un terreno fertile e positivo, in cui i temi della protezione civile sono fortemente sentiti, quella del ministro Giannini sarebbe certamente un’ottima iniziativa. Il primo passo da compiere sarebbe quello della formazione degli insegnanti, così da creare un corpo docente competente su questioni come messa in sicurezza del territorio, rischi presenti e comportamenti da adottare per prevenirli e affrontarli. In passato, rivolgendomi a precedenti ministri, ho cercato di raggiungere un simile risultato, ma il mio tentativo non ha avuto successo. Aspettiamo di vedere se a queste parole, che fanno ben sperare, seguono i fatti concreti”.
Qual è l’immagine che si è fatto di questo nuovo Governo e quali prospettive sembrano aprirsi con esso per la protezione civile?
“Sono positivamente impressionato dalla vitalità del presidente Renzi, dalla sua voglia di fare e dalle azioni che sta mettendo in campo, anche relativamente al nostro settore. Quello che rilevo è che l’Italia vive oggi una situazione di grande difficoltà, con stati emergenziali non ancora finanziati, cittadini che hanno bisogni che nessuno è ancora in grado di soddisfare. Ciò che risulta più urgente e necessario, ma al contempo più difficile, è riuscire a dare risposte eque ad ogni vicenda che colpisce il Paese. La prospettiva che ci auguriamo possa aprirsi per il nostro settore è un riordino organico dell’intero sistema. Basta a una modalità di intervento a spot, serve una visione complessiva per una gestione delle diverse situazioni più efficace”.
Pensa che sarebbe opportuno istituire un tavolo tecnico dedicato alla coordinazione delle policy per poter mettere a sistema tutto il patrimonio informativo della protezione civile?
“Per rispondere a questa domanda partirei da un fatto positivo: la protezione civile rappresenta una rete coesa, che mette assieme diversi soggetti. Personalmente, ho sempre percepito da parte di tutti questi la sensazione condivisa di sentirsi effettivamente parte di un sistema. L’aspetto del coordinamento c’è, e questo lo si vede soprattutto nelle fasi di emergenza. Lo step che dobbiamo fare è quello di imparare a realizzarlo altrettanto bene anche nei momenti di tregua”.  
FOTO – Gabrielli a Lucca incontra il sindaco e la Protezione civile (di Giuseppe Balducchi)