Il ministro Poletti a Lucca: “Lavoro, c’è da voltare pagina”

12 aprile 2014 | 14:50
Share0
Il ministro Poletti a Lucca: “Lavoro, c’è da voltare pagina”
Il ministro Poletti a Lucca: “Lavoro, c’è da voltare pagina”
Il ministro Poletti a Lucca: “Lavoro, c’è da voltare pagina”
Il ministro Poletti a Lucca: “Lavoro, c’è da voltare pagina”
Il ministro Poletti a Lucca: “Lavoro, c’è da voltare pagina”
Il ministro Poletti a Lucca: “Lavoro, c’è da voltare pagina”

No profit e terzo settore come risorsa per l’occupazione in termini di opportunità, competenze e capacità. È stato il ministro al lavoro e alle politiche sociali Giuliano Poletti ad approfondire questa prospettiva che attribuisce al volontariato un ruolo centrale nella risposta alla crisi e alle sue conseguenze, dure da affrontare soprattutto per giovani. Lo ha fatto questa mattina, a Lucca, ospite del Festival del Volontariato assieme ad altri nomi d’eccezione, tra cui l’economista Stefano Zamagni e la parlamentare europea Silvia Costa.  “Per lungo tempo il mondo del volontariato e del terzo settore – ha dichiarato Poletti – è stato considerato come un’appendice secondaria di un sistema che aveva come unici protagonisti da una parte lo Stato e dall’altra il mercato. L’avvento della crisi ha fatto emergere con chiarezza i punti deboli di questa concezione: quando pubblico e privato da soli non hanno più avuto le capacità, le disponibilità, né talvolta l’interesse per rispondere ai bisogni della società, hanno passato la patata bollente al volontariato. Si tratta di una visione profondamente sbagliata, di un paradigma che è necessario stravolgere”. Parole che il ministro pronuncia poco dopo aver lanciato proprio da Lucca l’ipotesi di uno “scivolo” per gli esodati, insieme all’idea di porre un freno ai sussidi di disoccupazione.

“Questa crisi – continua il ministro – rappresenta un’opportunità di cambiamento che dobbiamo cogliere. Basta alla marginalità a cui per troppo tempo è stato condannato il mondo dell’associazionismo, sovraccaricato di responsabilità e impegni da portare a termine, ma escluso dai processi decisionali. Il volontariato rappresenta una grande forza con cui Stato e Mercato devono confrontarsi e coalizzarsi per trovare insieme le risposte ai bisogni di una società sempre più complessa. Il terzo settore è chiamato a raccogliere questa sfida: quella di recuperare quella centralità che gli spetta”.  
Una centralità a cui il ministro e il suo Governo hanno pensato per la realizzazione di uno degli obiettivi che si sono posti per il prossimo futuro: dare a tutti qualcosa da fare per rendersi utili a sé e agli altri. “L’Italia – spiega – ha oggi di fronte un’opportunità da non lasciar sfuggire. Ha un ministro del lavoro e un premier realmente intenzionati a voltare pagina. A dimostrarlo è l’impegno che ci siamo presi: vogliamo che nessun cittadino o cittadina rimanga a casa senza niente da fare, essendo inutile a sé e alla comunità. Nessun governo prima d’ora si era spinto a tanto: quello che vogliamo è dare a tutti una ragione per iniziare la giornata e mettersi in movimento. Tutto questo richiede una prospettiva nuova, che non proceda in maniera binaria, vedendo solo come possibile chiave di lettura della realtà la contrapposizione tra occupato e non occupato. Serve un radicale cambiamento nel modo di pensare e di agire in cui il volontariato assume un ruolo fondamentale”.
“L’idea di società solidale, di partecipazione responsabile, di centralità delle persone – conclude Poletti –  finora non è mai stata assunta dalla politica come elemento essenziale per la costruzione di una nuova società ed economia di un paese. Noi questa scelta l’abbiamo fatta: rimbocchiamoci assieme le maniche per portarla a termine”.
A portare il suo contributo questa mattina anche l’economista Stefano Zamagni, che ha sottolineato l’importanza di una profonda interazione tra profit, no profit e istituzioni, per poi passare a evidenziare lo stretto legame che intercorre tra terzo settore e mondo del lavoro.
“Il mondo del no profit e del terzo settore ha un ruolo cardine per la costruzione di una solida responsabilità sociale – afferma Zamagni -. A questo proposito, in Europa si parla di “sussidiarietà circolare”: enti pubblici, profit e società organizzata devono interagire in modo sistematico per programmare e gestire interventi sociali”.
“È in questa ottica di co – azione e condivisione – continua – che è possibile riconoscere al sociale un ruolo centrale nella risoluzione del problema della disoccupazione. Per affrontare questa sfida, oggi più che mai attuale, è necessario che l’Italia, sull’esempio di altri paesi europei, favorisca la crescita di un settore di imprenditorialità sociale. Per farlo è fondamentale porre al centro lo sviluppo dell’innovazione sociale, aspetto indispensabile per uno sviluppo sostenibile e per una società che sappia garantire il diritto all’occupazione a tutti, anche a chi resta fuori dal settore capitalistico dell’economia, in grado di assorbire in condizioni ottimali solo l’80% della forza lavoro complessiva. Tra le priorità da tenere in considerazione anche la creazione di una infrastrutturazione di tipo finanziario adeguato a questo settore”.
“È questo il momento propizio per dare il via al cambiamento – conclude Zamagni -. Iniziamo mettendo velocemente mano alle leggi sul volontariato, sulla cooperazione sociale e sulle aps. Mettiamo fine a quella contraddizione che da una parte ci vede lodare e incoraggiare il mondo del sociale, ma dall’altra continuare a mantenere al loro posto gli ostacoli legislativi che ne rendono difficile l’esistenza”.
L’europarlamentare Silvia Costa ha infine valorizzato il ruolo del volontariato per quanto concerne la crescita e la formazione dei giovani, rendendoli più competitivi all’interno del mondo del lavoro.
“L’impegno volontario e associativo – dichiara Costa – crea competenze e conoscenze importanti per i giovani. Attenzione al sociale, capacità di lavorare in gruppo, di pensare in rete, di trovare risposte a problemi imminenti rappresentano infatti un bagaglio prezioso, tenuto in alta considerazione nel mondo del lavoro odierno”.
“Io e i miei colleghi – spiega Costa – ci stiamo impegnando per rendere simili competenze riconosciute, comparabili e spendibili al livello europeo. Si tratterebbe di un piccolo tassello verso una meta ancora più ambiziosa: far sì che i valori alla base del volontariato e del terzo settore possono esser messi alla base di un’economia nuova, sia sul piano nazionale che comunitario. Oggi più che mai c’è bisogno di innovazione, creatività, intelligenza e solidarietà. Una prospettiva che potrebbe trasformarsi in realtà grazie a una profonda alleanza con il mondo del volontariato, verso un nuovo sviluppo e una nuova Europa. Una sfida complessa, che potrebbe partire proprio da Lucca e da questo Festival”. 

Laura Gianni

FOTO – Il ministro Poletti parla di volontariato e lavoro a Lucca (di Domenico Bertuccelli)