
Credito, il 2013 è stato un annus horribilis per la provincia di Lucca. La conferma, stamani, in Camera di Commercio, dai dati sull’andamento del credito in provincia di Lucca. All’incontro, introdotto dal presidente della Camera di Commercio di Lucca, Claudio Guerrieri, è intervenuto Giuliano Dini, già direttore della filiale di Lucca della Banca d’Italia, che ha presentato i dati relativi all’andamento del credito nel 2013. Il 2013 è stato un anno difficile per Lucca, con molti indicatori creditizi peggiori rispetto alle altre province toscane e all’Italia; tali andamenti riflettono le perduranti criticità attraversate dall’economia locale e più in generale da quella nazionale. A destare particolare preoccupazione sono la contrazione degli impieghi e il contemporaneo incremento delle sofferenze, mentre la raccolta del risparmio ha tenuto e la struttura del sistema bancario ha confermato gli incrementi di efficienza già registrati negli scorsi anni.
La struttura del sistema creditizio lucchese è stata oggetto – ed è ancora oggetto – di notevoli interventi di razionalizzazione e ristrutturazione che ha indotto gli istituti bancari a ridurre i costi e ad aumentare l’efficienza operativa e di penetrazione nel territorio: ciò a portato ad un progressivo contenimento degli sportelli, che nel 2013 sono scesi a 258 (dato anno 2012: 264). Tuttavia Lucca resta ancora ben servita bancariamente, da considerare di livello alto in Toscana, anche se ha perso i primati raggiunti in passato, con una elevata quota di sportelli per abitante ed un ampio utilizzo di strumenti innovativi e informatici (Pos, Home e Corporate banking e Phone banking).
La raccolta del risparmio resta tuttora un elemento di forza della provincia di Lucca, anche se i segni di indebolimento per le famiglie sono evidenti. I depositi e il risparmio postale della clientela residente nell’area sono cresciuti del 4% nel corso del 2013, ma meno della Toscana. Essa si colloca nelle prime posizioni a livello regionale per ammontare di depositi pro-capite, con 20.630 euro per abitante, superata soltanto da Siena e Firenze. Anche la raccolta indiretta (5.333 milioni di euro a fine 2013) sotto forma di titoli in gestione e titoli a custodia evidenzia – dopo vari anni – una lieve ripresa con una crescita del +2,8% nel corso dell’ultimo anno.
“Il 2013 è stato un anno difficile, quasi un annus horribilis, – ha dichiarato Dini – per l’andamento del credito a Lucca con indicatori peggiori, in generale, rispetto alle altre aree regionali e all’Italia, ma da collegarsi alle criticità dell’economia provinciale più che a limitazioni creditizie poste dalle banche”.
Gli impieghi vivi, che esprimono il reale sostegno all’economia in quanto al netto delle sofferenze, mostrano una diminuzione del 7,4% nell’anno, con una forte accelerazione della caduta rispetto al -1,6% del 2012, segno di un contestuale incremento del passaggio di impieghi a sofferenze. Questa contrazione coinvolge soprattutto le imprese, che registrano una diminuzione del 9,6% nel complesso.
In negativo anche il dato del credito al consumo erogato da banche e società finanziarie. Debole il grado di utilizzo dei finanziamenti concessi, pari all’80,8% a fine 2013, al di sotto di tutte le province toscane esclusa Firenze. In particolare, sono le attività manifatturiere ad utilizzare in misura minore, anche rispetto alle altre aree, i fidi concessi dagli istituti di credito, con l’utilizzo di solo il 64,7% dell’accordato.
Anche nel 2013 le sofferenze segnalano un ulteriore preoccupante incremento (+20,2%, dopo il +22,4% del 2012): soffrono soprattutto le costruzioni, ma anche i servizi (+24,0%) e l’industria (+12,9%) registrano preoccupanti incrementi. Tali dinamiche hanno effetti negativi sul rapporto sofferenze su impieghi vivi, che raggiunge il 12,3% (9,5% nel 2012) portando Lucca al di sopra del valore nazionale (8,8%) e in linea con quello regionale. Tale indicatore raggiunge un preoccupante 20% nel manifatturiero (2012:17%), mentre per le costruzioni arriva al 22,4% (2012: 14,6%).
L’andamento dei tassi attivi bancari riflette il quadro sopra descritto. Oltre ad alcuni elementi di per sé positivi (elevata presenza di sportelli per abitante, raccolta e impieghi per sportello contenuta, ecc.) ma che incidono sui costi aziendali delle banche, è soprattutto la peggiorata qualità del credito nella provincia che si riflette negativamente su alcune classi di tassi di interesse, specialmente quelli a revoca (scoperto dei Conti Correnti, ecc.) che, in media, raggiungono livelli superiori rispetto a Toscana e Italia.
“I dati presentati dall’ex direttore della Banca d’Italia a Lucca, Giuliano Dini – commenta il responsabile provinciale del credito per la Cna, Marco Magnani -, confermano le sensazioni che ci troviamo a vivere quotidianamente e cioè che negli ultimi due anni sono soprattutto le piccole imprese, gli artigiani e le famiglie produttrici a soffrire per le difficoltà dell’accesso al credito. Un fenomeno che nella provincia di Lucca è più forte rispetto al resto della Toscana e che rappresenta un problema anche per la tenuta del nostro tessuto sociale. Come associazione quindi siamo sempre pronti a proporre alternative al credito bancario come i fondi regionali ed europei e i finanziamenti messi a disposizione dalla legge Sabatini bis. In più su questo tema abbiamo richiesto un incontro con la prefettura, che in più di un’occasione si è dimostrata sensibile alla questione, per studiare le iniziative a sostegno delle aziende della nostra provincia”.