
Teatro del Giglio, infuria la polemica. E sul tema interviene anche Giorgio Angelo Lazzarini, figlio dell’ex sindaco di Lucca, Giulio Lazzarini: “Gli interventi sui quotidiani di questi giorni riguardanti il Teatro del Giglio – scrive – si sono intensificati e credo che ciò sia giusto, perché è giusto che la città partecipi a questo dibattito sia in sede istituzionale che in ogni luogo deputato, ma anche tra la gente, in maniera aperta e schietta. Così ad esempio della possibile e magari utile trasformazione in fondazione. Ho letto interventi interessanti in questi giorni e soprattutto apprezzo molto la posizione dei sindacati, concreta, molto consapevole delle potenzialità dell’ente e delle sue maestranze, di quanto queste siano desiderose di mettersi a disposizione con tutta la loro professionalità, che è davvero tanta, per rilanciare il Giglio. Anche loro chiedono efficienza, progetti ambiziosi e soprattutto la volontà di uscire da questo impasse, del resto comprensibile fino ad un certo punto. Sembra infatti che la questione del teatro si stia riducendo a meri tecnicismi, come se gli aspetti giuridici e formali fossero preminenti rispetto alla sostanza. Il lavoro svolto è stato molto buono a livello artistico”.
Ho sentito spesso in questo periodo – prosegue – però criticare lo statuto dell’azienda Speciale Teatro del Giglio e mi dispiace, perché ho intravisto in ciò una sorta di sviamento dai problemi veri e concreti. Lo statuto risalente ai primi anni Novanta era addirittura antesignano della politica di efficienza che oggi finalmente sembra aver fatto breccia a livello nazionale. Lo statuto chiedeva e chiede che anche la cultura sia gestita appunto con efficienza e proprio questa sia la chiave per poter ottenere il massimo di qualità possibile. E’ chiaro che uno strumento serve se i contenuti e le idee sono chiari. Un’azienda, ancorché culturale, deve poter innanzitutto contare su entrate certe (che sono date dagli incassi, dalla vendita delle produzioni e soprattutto dai contributi del Comune oltre ad eventuali sponsor). Ovviamente se questa certezza manca gli amministratori dell’azienda non possono fare miracoli ed è questo in sostanza che è accaduto. Casomai il consiglio di amministrazione avrebbe dovuto pretendere dal Comune maggiore chiarezza fin da subito senza tergiversare. Lo statuto dà infatti il termine di due anni perché ciò avvenga e il presidente del Teatro deve garantire un rapporto chiaro e corretto con gli enti territoriali: è stato fatto? Da un lato la ricerca della massima economicità deve essere perseguita e in questo senso leggo con favore le dichiarazioni rese dal direttore Ferrucci”.
“Il tema dell’efficienza – conclude Lazzarini – peraltro riguarderebbe anche una eventuale Fondazione, ma sul versante delle entrate è il Comune che deve chiarire cosa vuole fare e l’importanza che intende attribuire alla cultura oggi a Lucca. Del resto quello che non si capisce è come mai Lucca con i suoi brand (Puccini, Catalani, Boccherini, Gemignani, Guami, Luporini) non riesca a convogliare qui risorse importanti e non si internazionalizzi a sufficienza. Credo che manchino progetti adeguati e ambiziosi e soprattutto il coraggio di puntare in alto. Le competenze ci sono, credo anche tante persone entusiaste. Allora, cosa manca?”.