Bindocci (Cgil): “Aperture festive, commessi minacciati”

24 aprile 2014 | 15:13
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Bindocci (Cgil): “Aperture festive, commessi minacciati”

Si fa sempre più calda la questione dell’apertura delle attività commerciali per 25 aprile e primo maggio (Leggi l’articolo). Secondo Filcams Cgil, infatti, la situazione sta diventando insostenibile per molti dei lavoratori che vorrebbero aderire allo sciopero, indetto dai sindacati, costretti a subire minacce e atteggiamenti coercitivi da parte dei titolari delle attività. “Lo sciopero è facoltativo e volontario – spiega Massimiliano Bindocci, segretario provinciale di Filcams Cgil -, i contratti del commercio non dicono niente al riguardo, ma ci sono aziende che minacciano i propri dipendenti, ricattandoli per esempio sulle ferie. Un caso simile si è verificato alla Conad di Altopascio. Questo sciopero ha un valore simbolico, rappresenta il diritto di non andare a lavorare, di trascorrere le feste a casa con i propri cari o di partecipare alle nostre iniziative sparse su tutto il territorio”.

“Noi non siamo contrari al lavoro festivo in sé – prosegue Bindocci -, quanto piuttosto al lavoro nelle attività per le quali aprire la domenica non è necessario ma superfluo, come la banca o le poste. Magari sarebbe più utile che fossero aperti per esempio alcuni uffici del Comune, per fare documenti importanti o ritirare fogli. Se però uno deve comprare un paio di mutande può farlo 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. Per le località a vocazione turistica può avere un senso, ma qual è la giusta causa dell’apertura pasquale del Penny Market a Massarosa?”. In Lucchesia rimarranno aperte il primo maggio le Pam e le Conad, tranne a Gallicano dove è in corso un accordo col sindacato. Il resto della grande distribuzione – per intendersi Coop e Esselunga – resterà chiuso. Il clima generale, tuttavia, resta irrespirabile e il sindacalista parla di casi di vere e proprie vessazioni. “Non ci rendiamo conto delle difficoltà di tanti lavoratori, soprattutto donne. Ci sono mamme separate, costrette a lavorare per Pasquetta, che non sapevano dove lasciare il figlio e lo stesso avverrà con le prossime festività. La conciliazione tra vita e lavoro sta assumendo aspetti davvero paradossali. E’ vero, c’è poco lavoro, ma non vuol dire che questo vada svolto a qualunque condizione”.