Residenti dal prefetto: movida, vigili facciano controlli

di Roberto Salotti
Gli esposti sono l’unica strada per combattere schiamazzi e rumore? Qualcuno forse potrà stupirsi, ma secondo il Comitato Vivere il Centro Storico no, non sono la soluzione al problema. E stamani (24 aprile) i rappresentanti del gruppo di residenti lo hanno ribadito in Prefettura, nel corso di un incontro con il vicario del prefetto, Samuele De Lucia. Un confronto che il comitato aveva richiesto all’indomani della notizia della convocazione di un tavolo con le categorie sul nuovo regolamento regionale contro l’inquinamento acustico (Leggi le novità), e che rientra comunque nel percorso di dialogo avviato dalla Prefettura tra rappresentanti delle forze dell’ordine, enti locali e categorie economiche sulla movida.
“Nessuno punta il dito contro i locali o li vuole criminalizzare – spiega Claudio Casotti dopo l’incontro in prefettura -. Anzi. Abbiamo proposto alla prefettura che si faccia come accade in altre città, come ad esempio a Barcellona, dove sono previste soltanto delle multe per disturbo della quiete pubblica, e non provvedimenti penali. Al nostro comitato non interessano queste azioni che riteniamo tra l’altro poco utili a risolvere i problemi, dove ci sono”.
Per il comitato il gran “chiasso” fatto sulle limitazioni alle deroghe alla musica è ingiustificato, “perché – dice Casotti – è una questione residuale rispetto al problema degli schiamazzi, che resta invece insoluto. E’ per questo che abbiamo richiesto che sia sensibilizzata l’amministrazione comunale e gli enti preposti, affinché si prevedano più controlli o multe laddove sia necessario. Niente denunce, non è quello che vogliamo: una sanzione amministrativa nella immediatezza dell’accertamento della violazione, sia essa a carico dei gestori o, più spesso, dei rumorosi avventori, può costituire un buon deterrente alle cattive abitudini”.
Tra le richieste del comitato c’è anche quella di formare una pattuglia della polizia municipale all’uso del fonometro, in modo da effettuare controlli mirati, come del resto chiede anche Arpat. “Troviamo che sia giusto – sottolinea Claudio Casotti del comitato – che ad occuparsi di questo genere di controlli siano i vigili urbani, in modo che polizia e carabinieri possano dedicarsi alle attività di prevenzione dei furti e delle rapine. Le tecnologie ci sono, suggeriamo al Comune di prendere in considerazione la possibilità di dotare personale qualificato a questi controlli. In tal modo non solo si offre un deterrente agli schiamazzi, ma si evita anche che qualcuno intraprenda azioni legali contro quei locali che non hanno alcuna colpa e che si adoperano per stare nelle regole”.
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