Istituto della Resistenza, Giannecchini attacca Fulvetti

E’ ricoverato all’ospedale di Lucca e dal suo letto Lilio Giannecchini prende la parola, a due giorni dal 25 aprile, e torna a chiedere “una giusta riabilitazione” del suo ruolo, dopo essere stato rimosso dalla direzione dell’Istituto della Resistenza di Lucca. Giannecchini lo fa nell’area commenti del nostro quotidiano online, criticando il direttore Gianluca Fulvetti che proprio alla vigilia della festa della Liberazione aveva rilanciato il progetto di promuovere i luoghi della Resistenza anche con la tecnologia (Leggi). “Leggendo l’articolo che riporta i pensieri e le parole degli attuali reggenti dell’Istituto della Resistenza di Lucca, Bucciarelli e Fulvetti, che nessun rapporto hanno mai avuto con la Resistenza tranne che il sentito parlarne, non posso fare a meno di intervenire, pur essendo ricoverato in gravi condizioni presso l’ospedale di Lucca, vivo grazie all’impegno dei medici che hanno contribuito a mantenermi in vita. Paragono – attacca ancora Giannecchini – le azioni degli attuali responsabili dell’Istituto della Resistenza di Lucca, che, sfruttando un’accusa infondata, da cui sono stato prosciolto con formula piena dal Magistrato, mi hanno esautorato dalla carica di direttore dell’Istituto, che avevo contribuito a rendere uno dei più efficienti nella ricerca storica per quel che riguarda la memoria storica della Resistenza, con l’ultima lodevole iniziativa dell’Istituto storico della Resistenza di Pistoia, con cui durante la mia Direzione esisteva una collaborazione piena, sfociata in varie pubblicazioni comuni: attualmente tale legame è stato reciso, che ha messo in cantiere, in collaborazione con il gruppo Shoot 4 Change, il progetto Radici, dedicato alla organizzazione della memoria dei partigiani superstiti: io sono uno degli ultimi comandanti partigiani, l’unico in provincia di Lucca e sono stato emarginato in modo vergognoso da tutte le manifestazioni e celebrazioni legate alla Resistenza”.
“Il duo Bucciarelli-Fulvetti – aggiunge Giannecchini – intende ricordare, come pomposamente dichiarano, con le nuove “tecnologie” i luoghi sacri della Resistenza, che sono stati da me ricordati con targhe e monumenti. Bastonato con ferocia fascistoide da ignoto, che mi ha teso un agguato nel chiuso del cortile della Casa del Clero, in cui si può accedere solo dopo essere stati preventivamente riconosciuti dal personale addetto, non ho ricevuto la visita di alcun rappresentante delle Istituzioni pubbliche, che tanto mi dovrebbero. Attualmente giaccio in un letto di ospedale con un femore fratturato e attendo, senza molta speranza, una giusta, perché dovuta, riabilitazione”.