San Luca, sindacati in trincea incontrano Rossi

3 maggio 2014 | 12:39
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San Luca, sindacati in trincea incontrano Rossi

Il presidente della Regione Enrico Rossi arriva a Pescia lunedì prossimo (5 maggio) per un incontro a sostegno del candidato sindaco del Pd di quella città, Oreste Giurlani, e i sindacati della sanità di Lucca si apprestano ad una “trasferta” per sottoporre le questioni dal loro punto di vista più urgenti al governatore, a partire dall’apertura del nuovo ospedale fino alla riorganizzazione del modello sanitario. “Nel confronto che si terrà la sera al Teatro Pacini – sottolinea il sindacato Usb -, la sanità, che assorbe il 70% del bilancio regionale, è al primo punto dell’ordine del giorno. Saremo presenti con una delegazione e saremo lieti di ascoltarlo dato che a Lucca non abbiamo avuto la possibilità di avere un confronto diretto perché, come è noto, il presidente ha annullato l’inaugurazione del nuovo ospedale San Luca per la manifestazione dei Comitati e mai ha accolto le nostre preoccupazioni”.

“La situazione della Sanità nelle province di Prato, Pistoia e Lucca non sono dissimili. I cittadini di queste aree si trovano con tre nuovi ospedali a pochi chilometri di distanza l’uno dall’altro lungo l’autostrada A11. Gli ospedali sono stati costruiti con project financing finanza di progetto: questo significa che per i prossimi 19 anni gli edifici e i servizi non sanitari, gestione parcheggi, mensa, pulizie, non sono pubblici, ma del concessionario che per contratto potrà fare il bello ed il cattivo tempo. E potrà anche guadagnare dai servizi commerciali”.
Nel mirino del sindacato finisce anche il nuovo modello organizzativo del monoblocco. “Il modello dei nuovi ospedali – si legge nella nota – è a livelli per intensità di cura: spariscono i reparti, compaiono i setting-moduli di degenza articolati all’interno delle Aree Funzionali ed organizzati per tipologia e durata del ricovero. Questo sistema prevede una forte integrazione con i servizi territoriali per assicurare la continuità delle cure poiché l’ospedale si occupa solo della fase acuta della malattia.  Dopo il ricovero quindi, cosa c’è? Mancano gli investimenti in questo senso e ancora la Regione Toscana non ha un Piano Sanitario organico che indichi la strada da percorrere. Quello presentato dalla Giunta regionale ad inizio 2014 è stato infatti dichiarato illegittimo dal Collegio di Garanzia Regionale. Va sottolineato che la Regione Toscana ha 2,7 posti letto per 1.000 abitanti quando la spending review ne richiedeva 3,7. La mancanza di posti letto soprattutto nella Medicina generale è sotto gli occhi di tutti. Non passa giorno in cui compaiono articoli sulla stampa che denunciano disservizi e carenze. A Prato i pazienti sono costretti a stare in corridoio nel pronto soccorso su barelle anche 12/24 ore prima di essere ricoverati. Facile immaginare il disagio, senza servizi igienici appropriati, senza privacy, a consumare pasti in barella.  Inoltre a Lucca abbiamo constatato, durante un recente incontro/sopralluogo con la dirigenza della Asl 2 al San Luca che anche il conteggio dei posti letto nasconde molte sorprese in negativo. Ormai si centralizzano tutti i servizi e al poco che resta sul territorio vengono lasciate le briciole. Non si investe in Hospice e Cure Intermedie. L’ospedale di Pescia è un esempio della politica regionale che centralizza. La Valdinievole è in sofferenza per la chiusura del reparto pediatrico, per l’assenza di attività ambulatoriali in Cardiologia, per reparti sempre più ridotti. La Casa della Salute inaugurata a gennaio che non è ancora attiva. Per non parlare della Montagna Pistoiese che ha visto trasformare l’ospedale Pacini di San Marcello in un Piot ed il relativo Pronto Soccorso è sparito trasformandosi in un punto di Primo Soccorso. Intanto nei reparti il personale medico e infermieristico vivono in uno stato di continua  sofferenza e carenza, costretti a lavorare in condizioni di forte stress e quindi maggiormente soggetti ad errori. Questi e molti altri ancora i temi che vorremmo portare all’attenzione del Presidente perché noi insieme alla cittadinanza temiamo che questo disegno segni un punto di non ritorno verso la fine della sanità pubblica nella nostra regione”.