
Tutto confermato anche in Consiglio. Le linee guida, già ampiamente anticipate in commissione (Leggi l’articolo) per la nuova Imposta Unica Comunale sono arrivate nell’assise di Palazzo Santini per l’approvazione definitiva. E con esse le agevolazioni per i proprietari di case con rendite catastali minori grazie a un aumento fino allo 0,80 per mille sulle tasse per gli immobili più costosi e una semplificazione complessiva delle imposte per permettere agli inquilini degli immobili di non pagare. Il tutto a invarianza di bilancio per il Comune rispetto al 2012 (il 2013 è imparagonabile perché in presenza di trasferimento di fondi da parte del governo dovuto all’abolizione dell’Imu sulla prima casa) e di aliquote di tassazione, comunque livellate verso l’alto.
A presentare il sistema di tasse e tariffe in Consiglio comunale è stato l’assessore al bilancio Enrico Cecchetti, che ha posto delle questioni sia tecniche che politiche, non lesinando critiche alle recenti decisioni del governo degli ultimi anni in tema di fiscalità. Troppe, secondo Cecchetti, infatti, le decisioni anche in contraddizione fra loro che si succedono nell’arco dell’anno e che rendono difficile ogni decisione.
“Mi preme una piccola osservazione: il regolamento Iuc – dice Cecchetti – l’abbiamo pensato assieme agli uffici come testo unico che può essere utile agli operatori per avere in forma unitaria il quadro di insieme delle previsioni nazionali e locali in materia. Senza ripercorrere l’insieme delle delibere e del regolamento mi limito a svolgere considerazioni sintetiche per gruppi di temi e per completezza di quadro faccio rapide osservazioni su Tari e addizionale Irpef. Faccio assieme a queste considerazioni più di carattere complessivo sottolineature politiche”. “Le prime considerazioni – dice – attengono al metodo e al percorso seguito per arrivare a oggi. Una questione riguarda il fatto che sui temi della fiscalità abbiamo tenuto 4 riunioni della commissione bilancio, due riunioni del tavolo generale categorie e sindacati, una del tavolo sociale con i sindacati, varie riunioni dei gruppi consiliari. Si è approfondito il tema complesso e in continua evoluzione delle novità normative. Da queste riunioni sono emerse idee e suggerimenti utili all’assessore e alla giunta nelle scelte che sottoponiamo al consiglio. Questo metodo, ovvero avere approfondimenti generali in commissione prima della definizione degli atti, può essere utile. Tutto è stato possibile in forme proficue grazie al supporto degli uffici ragioneria e al gran numero di dati e di previsioni che sono state elaborate”.
“Abbiamo comunque lavorato – commenta Cecchetti – nell’estrema difficoltà della situazione nazionale, non certo per cercare alibi di nessun tipo ma per dire che così non si può andare avanti e non solo per il Comune ma per l’intero paese. Continui cambiamenti, vasti, spesso incoerenti fra di loro e non si può farlo sempre in ritardo. Basti pensare che l’ultimo intervento sulla Tasi è ancora in discussione alla Camera e da pochi giorni è all’esame del Senato il decreto che prevede il taglio del fondo di solidarietà comunale per finanziare i famosi 80 euro. E’ una questione che vogliamo sottolineare e che continueremo a portare avanti”.
“Nelle scelte siamo stati guidati da scelte politiche che sono: l’invarianza del gettito per il Comune senza aumentare il carico fiscale complessivo di cittadini e imprese lucchesi, nonostante la necessità di collocarci nella fascia alta delle aliquota. Parlo rispetto al 2012 perché l’anno scorso il governo nazionale ha stanziato 4 miliardi per tagliare l’Imu sulla prima casa e i Comuni hanno avuto un rimborso in questa direzione di 5 milioni, scelta non ripetuta quest’anno. Come seconda opzione ci siamo posti l’obiettivo di operare per una distribuzione differenziata del carico fiscale prestando attenzione alle attività produttive. Terzo: abbiamo scelto di andare verso la semplificazione degli adempimenti per non rendere difficile la vita alle famiglie e alle imprese legata all’introduzione della Tasi. E infine abbiamo operato sul contenimento della gestione dei costi per i rifiuti”.
“E’ stata – dice Cecchetti – una strada stretta e difficile, ma oggettivamente in ognuna di queste direzioni siamo in grado di proporre oggi al consiglio risultati significativi. Siamo in grado di prevedere secondo le stime che l’addizionale Irpef che proponiamo e che resta invariata porterà minore gettito per le casse comunali nell’ordine di 300mila euro. Temiamo che questa stima, per effetto dei dati di questi anni, possa anche addirittura rivelarsi ottimistica per i processi di crisi sui redditi. A questo si aggiunge il fondo di solidarietà comunale applicato all’Imu, che risente diei tagli per i fondi precedenti ed è ulteriormente interessato da tagli con il decreto 66 del 24 aprile in discussione alla Camera. Stimiamo, insomma, in circa un milione la minore disponibilità per l’anno in corso. E pur non recuperando interamente i tagli subiti, per non procurare una falla dobbiamo applicare l’aliquota massima della Tasi del 2,5 per mille per le abitazioni principali visto che per le altre abitazioni l’Imu è già al 10,6, limite massimo della somma fra Imu e Tasi. Abbiamo comunque operato alcune scelte fondamentali per limitare l’effetto delle nuove normative soprattutto per gli inquilini degli appartamenti locali”.
Cecchetti entra poi nel dettaglio: “Abbiamo scelto – dice – per quanto riguarda la Tasi di utilizzare la maggiorazione prevista dello 0,80 per mille per utilizzarlo per le detrazioni. In attesa di un progetto che affronterà il tema della revisione delle rendite catastali abbiamo articolato l’insieme degli oltre 32mila immobili in cinque gruppi sulla base dei valori delle rendite catastali. Abbiamo proceduto alla maggiorazione dello 0,80 per mille con aliquota Tasi 3,3 per la fascia massima (5081 abitazioni), maggiorazione 0,6 per mille sulla fascia da 700 a 900 euro (4807 abitazioni), nessuna maggiorazione per fascia intermedia (7904). Con le risorse reperite abbiamo previsto detrazioni pari a 100 euro per le abitazioni con rendita fino a 300 euro (4807) e una pari a 50 euro per la classe fra 300 e 500 euro (8900 e passa abitazioni). Un risultato significativo visti i tagli dei trasferimenti dal governo degli ultimi anni”.
“E ancora – prosegue Cecchetti – di fronte al rischio incentivato dalla nuova normativa su Imu e Tasi di introdurre a carico di inquilini il pagamento di una percentuale fra il 10 e il 30 per cento della tassa abbiamo provveduto all’esenzione di queste cifre, che sarebbero state di importi di poche decine di euro e avrebbero costretto anche gli inquilini a ricorrere a professionisti per calcolo e dichiarazioni e ricorrere a scadenze diversificata. Unica eccezione riguarda banche e assicurazioni per cui abbiamo portato l’aliquota complessiva all’11,4 per mille”.
“Abbiamo previsto – chiude – anche interventi minori. Fra questo l’aliquota agevolata per i terreni non posseduti da coltivatori diretti o da allevatori agricoli professionali, orti familiari o orti sociali che con un piccolissimo segnale come questo vogliamo incentivare. Poi, così come nell’equiparazione all’abitazione principale della casa di proprietà di anziani domiciliati in case di cura, abbiamo ampliato la stessa previsione all’unica abitazione dei cittadini non residenti in Italia, iscritti all’Aire, a condizione che non sia locata e che non siano possessori di più di un’abitazione all’estero. Previste anche agevolazioni per la Tari, come già per la Tares, per i fabbricati storici di oltre 400 metri quadrati. Abbiamo poi reintrodotto la previsione per cui non sono sottoposti a tassa fissa e variabile quegli esercizi commerciali in realtà inferiori ai 150 abitanti”.
Il dibattito dei consiglieri
Gli interventi dei consiglieri comunali hanno tutti sottolineato la difficoltà del dover operare in condizioni difficili legate alla scelta del governo. Lo ha detto la presidente della commissione bilancio, Virginia Lucchesi, di Lucca Civica, che ha parlato della difficoltà di interpretazione e delle contraddittorietà delle norme che si sono succedute nel tempo. I consiglieri Leone (Impegno Comune) e Renato Bonturi (Pd) hanno sottolineato con forza, oltre a considerazioni tecniche e di merito, i danni che, a loro dire, avrebbe comportato l’abolizione dell’Imu sulla prima casa nel 2013, che invece che agevolare le famiglie ha complicato notevolmente la questione.
Di altro tenore, invece, l’intervento di Marco Martinelli di Forza Italia: ““Assistiamo – ha detto – all’ennesimo fallimento degli obiettivi che l’amministrazione si era prefissata. Infatti il sindaco e i suoi assessori fin dal giorno del suo insediamento hanno annunciato di approvare il bilancio di previsione per l’anno successivo già entro il mese di dicembre o al massimo nei primi mesi dell’anno. Siamo a maggio e il bilancio di previsione è ancora in alto mare in quanto l’amministrazione ha dovuto fare marcia indietro rispetto alla demagogia propagandata ad inizio mandato scontrandosi con la realtà, facilmente prevedibile, dettata dall’incertezza normativa e finanziaria sulle entrate del Comune”. “Mantenendo fede alle prerogative delle amministrazioni di sinistra – continua Martinelli – viene confermata una tassazione pesante per i contribuenti lucchesi. L’Imu sull’abitazione principale è stata eliminata ma rientra dalla finestra mascherata da Tasi. Infatti la Tasi si dimostra essere solo una nuova tassa sulla casa, travestita da tassa sull’utilizzo dei servizi comunali (illuminazione, parchi, strade, eccetera). Così l’amministrazione comunale introducendo la tassa solo sulle abitazioni principali e assimilate e sulle banche ed assicurazioni l’aliquota massima, oltre ad incidere inopportunamente a livello economico e a mettere in difficoltà molte famiglie e molti anziani, ha anche il negativo messaggio di marginalizzare i valori morali e il profondo significato che ha per la famiglia la proprietà della casa di abitazione. Viene caricato tutto il peso dei servizi comunali sulle spalle dei pensionati e dei giovani che hanno fatto e stanno facendo sacrifici per comprarsi una casa dove vivere. Per quanto riguarda l’imu vengono confermate le aliquote massime previste nello scorso anno aggravando le difficoltà delle famiglie e delle imprese. Infatti l’amministrazione Tambellini mantiene al massimo livello ovvero al 10.6 per mille l’aliquota Imu di immobili locati come uffici, negozi, capannoni eccetera. Infine considerato il periodo di crisi dell’edilizia e la difficoltà a vendere gli immobili è necessario prevedere agevolazioni per i fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita, fintanto che permanga tale destinazione e non siano in ogni caso locati, e comunque per un periodo non superiore a tre anni dall’ultimazione dei lavori”.
La replica di Cecchetti
La risposta di Cecchetti, che accoglie le critiche all’abolizione dell’Imu sulla prima casa nel 2013 (“E’ stato più che altro una scelta dannosa”) respinge le critiche del consigliere Martinelli ma accoglie le osservazioni per migliorare qualche meccanismo in futuro (“Ci stiamo lavorando con un apposito organismo interdisciplinare”, ha assicurato l’assessore) ha innestato qualche polemica soprattutto con il consigliere dell’Italia dei Valori, Roberto Lenzi soprattutto dopo che l’assessore ha affermato che il testo unico è stato concepito soprattutto per professionisti e Caf che ogni anno sono i soggetti che affrontano i complessi meccanismi della fiscalità. “Una risposta – dice Lenzi – che “aggrava” la posizione del Comune. Quando si pensa a un regolamento, infatti, bisognerebbe per prima cosa pensare a tutti i cittadini”.
Alla fine con 17 voti favorevoli, 6 contrari e un astenuto (Luca Leone di Impegno Comune mentre Azzarà dell’Udc è uscito dall’aula al momento del voto) sono stati approvati i regolamenti relativi alla Iuc relative alla componenti Imu e Tasi e in cui sono contenute tutte le disposizioni su sgravi e agevolazioni. Approvate, poi, in rapida successione le modalità di applicazione della Imposta Unica Comunale e la determinazione delle aliquote corrispettive di Imu e Tasi e le aliquote Irpef, che sono invariate rispetto allo scorso anno con una esenzione fino al reddito di 14mila euro (da calcolarsi al netto delle imposte, secondo interpretazione correttiva effettuata dall’assessorato) e con cinque scaglioni dallo 0,40 allo 0,80 per cento a seconda delle fasce di reddito.