Limiti alle “fughe” dal Consiglio, non c’è ancora accordo

7 maggio 2014 | 14:39
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Limiti alle “fughe” dal Consiglio, non c’è ancora accordo

L’idea di proporre le firme in entrata e in uscita per evitare repentine “fughe” di alcuni dalle sedute del consiglio comunale non trova ancora tutti d’accordo nella commissione statuto e regolamento di Palazzo Santini, dove si sta predisponendo una revisione delle norme che disciplinano il lavoro dei consiglieri e dei gruppi consiliari all’interno dell’assise e delle commissioni. Il consigliere Giorgio Mura di Noi per Lucca al Centro si è detto scettico sulla proposta delle firme, un metodo ritenuto difficile da attuare. Non solo, anche l’idea di basarsi sul numero delle votazioni alle quale il singolo consigliere partecipa, per accordare l’assegnazione del gettone di presenza presenta secondo alcuni delle criticità, perché in alcuni casi si potrebbe introdurre un limite alla “libertà” del singolo di prendere parte o meno alle votazioni, per questioni di carattere strettamente politico.

Qualche risposta per uscire dalla momentanea impasse è giunta dalla presenza del segretario generale del Comune, presente alla seduta che ha illustrato quanto avviene in altre amministrazioni comunali, dove ci si basa sul voto dei consiglieri per assegnare la remunerazione: in queste amministrazioni infatti vengono considerati anche i non voti dei consiglieri che facciano espressa dichiarazione di non voler prendere parte alla votazione stessa. Un parere un po’ scettico è anche quello giunto dal presidente del consiglio comunale, Matteo Garzella che non ha nascosto i suoi dubbi riguardo all’ipotesi di basarsi sul numero delle votazioni effettive per singolo consigliere, che si vedrebbe in parte negata la propria libertà d’azione nel prendere parte o meno alle operazioni di voto.
Per ora non si è ancora deciso il criterio condiviso da tutti, anche se la commissione è decisa ad andare avanti su questa strada: “Qualche criterio è necessario introdurlo in qualche modo – sottolinea il consigliere comunale del Pd, Renato Bonturi, presidente della commissione – anche perché c’è una norma dell’attuale regolamento che spesso viene disattesa e che è quella che prevede di dare comunicazione quando si abbandona l’aula”.
Un primo via libera invece è già giunto sulla proposta avanzata da Daniela Rosellini (M5S) e Marcello Allegretti (Lucca Civica) di creare all’interno del sito internet del Comune di Lucca un’area telematica condivisa dove ciascun consigliere possa attingere ai documenti depositati, anche quelli non ammessi. Sui tempi poi di deposito dei documenti che finiranno all’esame del consiglio comunale, per ora, è disattesa la richiesta avanzata sempre dalla consigliera Daniela Rosellini che ha chiesto di mettere a disposizione gli atti almeno 72 ore prima della seduta del Consiglio. Gli uffici della segretaria hanno espresso infatti delle difficoltà ad esaudire questa proposta in tempi brevi, ma hanno anche spiegato che è già in atto un percorso di riorganizzazione che mira proprio ad anticipare i tempi. Del resto, servono rinforzi alla segreteria del consiglio comunale, rimasta un po’ sguarnita dopo un pensionamento e, di recente, un permesso di maternità per una dipendente. Un incontro per trovare una soluzione è stato comunque già fissato con l’assessore al personale Francesco Raspini.
Quanto alle modifiche al regolamento, si prevede anche qualche puntino sulle i sulla questione degli emendamenti. Vanno discussi e votati uno ad uno sempre e comunque? Secondo le indicazioni che vuole dare la commissione, modificando l’articolo 40 del regolamento, sì: a meno che il latore dell’ordine del giorno non faccia proprie e accolga tutte le modifiche proposte.
La discussione su tutti questi argomenti continuerà il prossimo 15 maggio alle 15, salvo modifiche all’ultimo momento. In particolare si affronterà la questione delle comunicazioni del sindaco al consiglio comunale, in particolare si cercherà di stabilire se è possibile o meno il dibattito dopo questo particolare intervento, prerogativa del primo cittadino. Sul tavolo, infine, c’è anche l’ipotesi di una modifica dell’assetto delle commissioni consiliari.
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