Pagliaro (Pd): “Troppe critiche, lascio il Consiglio”

8 maggio 2014 | 15:55
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Pagliaro (Pd): “Troppe critiche, lascio il Consiglio”

Quello di stasera (8 maggio) potrebbe essere l’ultimo consiglio comunale con il presidente della commissione urbanistica, Lucio Pagliaro, esponente del Pd, seduto fra i banchi della maggioranza. Troppe critiche, pressioni, che a volte hanno anche travalicato verso il confronto più personale che politico, infatti, hanno convinto il consigliere comunale a preannunciare le proprie dimissioni dai banchi di Palazzo Santini, nel corso della riunione consiliare di martedì scorso (6 maggio) al sindaco Alessandro Tambellini e al capogruppo Francesco Battistini. Una decisione praticamente irrevocabile salvo una richiesta da parte della maggioranza, motivata, di fare un passo indietro per il bene dell’attività amministrativa e uno stop alle critiche che sono piovute soprattutto nelle ultime settimane e a seguito della presentazione di una interrogazione alla vicesindaco Ilaria Vietina per capire cosa era successo intorno alla presentazione del volume Ammazziamo il Gattopardo di Alan Friedman durante il Festival del Volontariato, “conteso” fra Lucca Libri e la Ubik.

Ad amareggiare il consigliere sono stati i commenti, i contrasti e i confronti, anche nella riunione di maggioranza di lunedì scorso, su questo tema: “Per come sono fatto io – commenta Pagliaro – che peraltro non ambisco a posizioni di responsabilità e neanche a proseguire questa mia esperienza in Consiglio, che comunque sarebbe stata l’ultima, non riesco a sopportare le continue pressioni sulla mia persona. Sono stato accusato pubblicamente e privatamente di essere la “gola profonda” che riferiva a un quotidiano locale le notizie provenienti dalle riunioni di maggioranza, salvo poi essere “scagionato”, addiritittura su una conversazione di Facebook, dal caposervizio del giornale interessato che ha ammesso come il “confidente” sia un esponente di giunta. Questo dimostra che in questi mesi in realtà il danneggiato da questa serie di accuse sono soltanto io. Che, in realtà, con le mie posizioni, forse a volte un po’ impulsive ma non certo non dibattute prima con il sindaco e i diversi assessori e i consiglieri, ho semplicemente voluto fare il mio mestiere di consigliere”.
“Chi l’ha detto – dice Pagliaro – che un consigliere è chiamato ad esprimere solo il proprio voto su delibere, mozioni e ordini del giorno. Tutte le volte che ho espresso posizioni di dissenso, peraltro, queste sono sempre state prima presentate negli organismi dedicati di partito, nelle riunioni di maggioranza e con i diretti interessati. E’ stato così nella vicenda dell’accorpamento dell’ufficio urbanistica e lavori pubblici, è stato così anche nel caso dell’interrogazione alla vicesindaco Ilaria Vietina. Prima di presentare l’interrogazione ne ho parlato con il sindaco, ho cercato di mettere in contatto il vicesindaco con la titolare della libreria che si riteneva danneggiata e solo dopo ho presentato l’interrogazione. Speravo che potesse essere l’occasione per discutere sull’argomento e non quella di essere additato come “colpevole” della volonta di mettere in difficoltà la giunta. Adesso, se non ci saranno situazioni impreviste, per cui lascio un 1 per cento di possibilità, nei prossimo giorno, fra venerdì e lunedì, dovrei presentare le mie dimissioni da consigliere. Tolgo così ogni alibi alla maggioranza in Consiglio cui evidentemente il mio apporto non serve”.
Pagliaro, comunque, continuerà a ricoprire un importante ruolo all’interno del Pd comunale e da lì ad occuparsi delle questioni politiche cittadini e del futuro della giunta. Di cui dà una sua interpretazione: “Nella lettera del sindaco – dice – si richiama chiaramente allo spirito originario che lo ha portato all’elezioni a sindaco. Quei 24mila elettori che hanno espresso la loro preferenza fra i quali anche quelli della Federazione della Sinistra e dell’Idv. Penso che questo suo richiamo significhi proprio la volontà di recuperare quei partiti che sono stati estromessi dalla giunta con il rimpasto di agosto, che non vuol dire necessariamente la presenza di un rappresentante per uno in giunta, ma sicuramente il ritorno a un certo tipo di coalizione. A questo, ovviamente, ci sarà da aggiungere quello che, dopo due anni di governo della città, finora, e non lo dico certo solo io, è mancato. Ovvero un cambio di passo dell’azione amministrativa”. E non per colpa di Pagliaro, verrebbe da dire. Bollato a volte come il granello di sabbia nell’ingranaggio un po’ come gli assessori fin  troppo in fretta additati come “incapaci”, laddove la situazione, politica e amministrativa, si presenta ben più complessa.
Ma ora, dopo l’ennesima crisi da superare, si “parrà la nobilitate” della giunta. Un Tambellini-ter che, come detto più volte, rappresenta l’ultima occasione per cambiare passo e cambiare aria alla città, come promesso in campagna elettorale. L’alternativa è voler cercare di vivacchiare, fra rimpasti e dimissioni, fino al 2017. Ma, in quel caso, per il bene di chi?

Enrico Pace