Trasporti ospedalieri, si tratta con l’Ati: in 32 a rischio

di Roberto Salotti
Tenteranno fino all’ultimo di “strappare” un risultato che consenta a tutti i lavoratori di rimanere legati all’appalto per i trasporti interni del nuovo ospedale, vinto dall’Ati costituita da Manutencoop e dalla cooperativa La Salute, anche se in vista potrebbero comunque esserci delle casseintegrazioni. I sindacati si preparano ad un round decisivo per salvaguardare il posto di lavoro di 32 dipendenti a tempo pieno (ma ci sono anche due interinali), tutt’ora in forze alla cooperativa Proges, al terzo incontro con i rappresentanti dell’Ati, in programma martedì prossimo (13 maggio). Con l’apertura del nuovo ospedale alle porte, i dipendenti non sanno ancora che fine faranno. A differenza di quanto accaduto per i servizi di pulizia, lavanolo e ristorazione il tavolo di concertazione per i servizi di trasporti interni all’ospedale è cominciato con un certo ritardo. Uno dei motivi forse sta anche nel fatto che la situazione, in questo caso, è tra le più critiche, anche se l’Ati ha proposto ai sindacati di mantenere tutta la forza lavoro, ma con un contratto part-time. Una ipotesi respinta dai lavoratori che oltre a vedersi trasformare un contratto da dipendente di cooperativa sociale ad un contratto “multiservizi”, vedrebbero drasticamente cambiare anche la loro remunerazione.
“Noi – sottolinea Simone Marsili della Uil Trasporti – abbiamo come obiettivo quello di mantenere i livelli occupazionali, e cercheremo di far valere questo principio con l’Ati. Dal nostro punto di vista è necessario pertanto che tutti i lavoratori siano mantenuti in qualche modo entro l’appalto”. Anche se a qualcuno potrebbe toccare la cassaintegrazione. “Abbiamo già chiesto e chiederemo che l’ipotesi della eventuale cassaintegrazione per alcuni sia soltanto temporanea – sottolinea Marsili -: in caso di pensionamenti o di altre possibilità con nuovi appalti, chiederemo che venga data la priorità a questi lavoratori”. Del resto, i margini di manovra appaiono comunque stretti, perché l’organizzazione del nuovo ospedale a monoblocco, per sua stessa concezione, non prevede spostamenti dei pazienti fra una struttura e l’altra, come avviene chiaramente al Campo di Marte. Per ora comunque non è stato trovato alcun accordo: gli incontri, appena tre, che si sono svolti finora sono serviti soltanto a mettere in risulto posizioni che appaiono ancora distanti. “Chiederemo – aggiunge Marsili – che sia fatto valere il protocollo d’intesa, firmato con la Regione Toscana e che prevede il mantenimento dei livelli occupazionali. Devo dire che dall’Asl c’è stata piena disponibilità all’ascolto e sostegno alle problematiche sollevate dai lavoratori”. Purtroppo però nessuno dà per scontato che un qualche accordo venga raggiunto entro la completa attivazione dell’ospedale San Luca.