Cgil, Antonioli sospeso dal direttivo. Scontro su Chiriaco

13 maggio 2014 | 15:54
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Cgil, Antonioli sospeso dal direttivo. Scontro su Chiriaco

Otto componenti del direttivo provinciale della Cgil di Lucca – sette dei quali appartengono alla Fiom e uno (Mancini) alla Funzione Pubblica – si schierano apertamente con Andrea Antonioli “ingiustamente sospeso e denunciato alla commissione di garanzia regionale dal segretario generale Franco Chiriaco”.Dopo aver osteggiato la sua partecipazione al congresso provinciale della Filctem – categoria della quale Antonioli si è occupato dopo la fine del suo mandato di segretario versiliese della Camera del Lavoro (2010) sino alla vigilia del Congresso provinciale, quando è stato trasferito al patronato Inca – e aver bocciato a maggioranza tutti i ricorsi da lui presentati, è arrivata “la scomunica” finale che lo ha sospeso dal Direttivo confederale e da quello di categoria (Filcams) nei quali Antonioli era stato eletto. Ad oggi contro di lui è stata mossa l’accusa generica di “violazione del comportamento degli iscritti”, ma Antonioli è in attesa delle motivazioni più specifiche, delle quali ha ufficialmente chiesto conto.

Lamberto Pocai (segretario provinciale Fiom), Mauro Rossi (Fiom di Lucca), Emilio Cecchini (delegato Fiom nazionale), Nicla Galeotti, Daniela Bianchi, Sara Biagioni, Carlo Iozzi e Amando Mancini, in un comunicato ufficiale vanno giù duro sulla vicenda che riguarda Antonioli ma anche su altre questioni locali e nazionali. “Pensavamo e continuiamo a credere nel valore dell’unità e della democrazia interna alla Cgil come strumenti per rispondere meglio alle domande che i nostri iscritti e i lavoratori ci pongono, ma riscontriamo invece un metodo fatto di richiami all’ordine o peggio ancora a provvedimenti disciplinari. In questi giorni un dirigente della nostra organizzazione, il presentatore della lista alternativa al congresso provinciale, Andrea Antonioli, è stato sanzionato con la sospensione dal Direttivo confederale e di categoria per un anno con una motivazione assolutamente generica. Era accusato di essere stato indisciplinato durante lo svolgimento delle assemblee congressuali di base, o forse soltanto di aver provato a partecipare al congresso e a dire la sua. Noi riteniamo sbagliata questa decisione”. “Ma riteniamo ancora più sbagliata la decisione che è stata presa di ricorrere al giudizio di una commissione disciplinare, invece di affrontare le questioni politiche connesse allo svolgimento di questo congresso. Dopo le forzature nelle assemblee, i documenti congressuali non presentati, gli emendamenti non fatti votare, i pensionati iscritti non invitati al congresso perché non omologati alla maggioranza, si è passati alle commissioni disciplinari per tacitare il dissenso. Esprimiamo piena solidarietà al compagno Antonioli e ci auguriamo che questa scelta, che ci umilia ma forse umilia tutta la Cgil, sia una coda avvelenata del periodo buio che abbiamo alle spalle e non un prodromo dei giorni che abbiamo di fronte. Per noi la democrazia, in primo luogo nella Cgil e la partecipazione democratica dei lavoratori e degli iscritti alla vita e alle scelte dell’organizzazione sono irrinunciabili”.
Più in generale, scrivono gli otto componenti del Direttivo, “quanto sta accadendo nella nostra organizzazione negli ultimi periodi non ci piace e ci preoccupa. Sta sempre più affermandosi un clima in cui chi ha la maggioranza si ritiene autosufficiente e non tiene in minimo conto le opinioni degli altri”. Il riferimento va alla “forzatura che si è voluta fare con l’approvazione del Testo Unico sulla rappresentanza (che ha di fatto rotto sul nascere il percorso unitario che si era provato a mettere in campo per rispondere alle esigenze dei soggetti che noi rappresentiamo e che sono sempre più schiacciati dalla crisi e dalle nefaste ricette che i vari governi hanno imposto) e nel modo con cui si è andati alla decisione sulla composizione del nuovo gruppo dirigente nazionale, con le forzature operate dalla maggioranza”.
“Nella Cgil della provincia di Lucca – proseguono – questo processo di accentramento, connotato anche da elementi di autoritarismo e di insofferenza per i diversi punti di vista che esistono al nostro interno, è  ancora più marcato ed evidente. Non solo non si tengono in conto le opinioni di chi ha idee diverse ma si tenta sempre più spesso di marginalizzare chi non si omologa al pensiero dominante”.
“Questo modo di fare della nostra organizzazione ha avuto il suo apice negli ultimi due anni in cui siamo stati addirittura sottoposti a forme, se pur diverse, di commissariamento. Avevamo auspicato che questa fase finisse con la conclusione del  Congresso provinciale che, se pur con una divisione che permane sulle cose da fare e su come concepire il nostro ruolo di sindacato, ha eletto un nuovo Comitato Direttivo che dovrà dirigere la nostra organizzazione per i prossimi quattro anni (che saranno sicuramente ancora caratterizzati da una pesante situazione economica e sociale, anche nella nostra provincia)”.
“Così non è stato, sia nella fase di conclusione del congresso (la grave bocciatura dell’ordine del giorno sulla strage di Viareggio ne è un esempio) sia nella elezione del nuovo segretario (che è il vecchio commissario), sia nella elezione della segreteria e nelle prime scelte assunte dalla stessa segreteria, caratterizzate da un forte accentramento ed un ulteriore svuotamento delle zone (Versilia), se non addirittura di chiusura (Garfagnana)”.

Daniela Francesconi