Firme per presenze in Consiglio, stop agli interventi fiume

15 maggio 2014 | 17:04
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Firme per presenze in Consiglio, stop agli interventi fiume

Sì alle firme per verificare le presenze dei consiglieri alle sedute a Palazzo Santini. L’ipotesi di introdurle tra le modifiche del regolamento attuale ormai trova concordi tutti i membri della commissione partecipazione, che da alcune settimane sta valutando alcuni correttivi alle norme che disciplinano il funzionamento delle sedute, con tra gli obiettivi principali quello di evitare le apparizioni fugaci dei consiglieri stessi. Ma è proprio su questo punto che ancora non si riesce a trovare un accordo: quali criteri più restrittivi di quelli esistenti adottare per assegnare il gettone di presenza a chi ne ha realmente “diritto”. Definitivamente naufragata l’ipotesi di determinare la corresponsione del gettone, in base alla durata della permanenza in Consiglio, sono state messe sul tavolo della commissione che è tornata a riunirsi anche oggi (15 maggio) altre proposte.

Tra queste quella avanzata dal presidente Renato Bonturi, consigliere comunale del Pd, che ha proposto di rendere obbligatoria anche la firma in uscita dal consiglio comunale per avere diritto al gettone. Una possibilità, anche questa, che non ha incontrato il favore di tutti i membri della commissione, ma che è stata fatta anche per ossequiare un principio che già esiste nell’attuale regolamento, che impone ai consiglieri di dare comunicazione quando lasciano l’aula a consiglio ancora aperto.
Servirà un altro “round”, già fissato al prossimo 21 maggio, per raggiungere un’intesa ma è probabile che anche dopo quella data la commissione tornerà a riunirsi per poi inviare le proposte alla segreteria generale del Comune che le tradurrà in eventuali emendamenti al regolamento da sottoporre all’esame del consiglio comunale stesso.
Altri limiti che vogliono essere introdotti da questa revisione riguardano i tempi di intervento concessi ai gruppi consiliari: attualmente sono 20 minuti, più 2 minuti riservati ad ogni consigliere appartenente al gruppo. Il presidente della commissione Bonturi propone di abbassare la soglia ai 12 minuti per gruppo consiliare, più tre riservati al singolo consigliere. Un vero e proprio accordo, anche in questo frangente, ancora non c’è, sebbene tutta la commissione sia concorde nel voler ridurre il tempo a disposizione per gli interventi, in modo da evitare, su certe questioni, i “consigli sfogatoio”. Nella proposta fatta, comunque, viene data facoltà al presidente del Consiglio di concedere più tempo, a seconda delle urgente e soprattutto degli argomenti trattati.
Una cosa su cui tutti sembrano trovarsi d’accordo, è quella di esplicitare meglio nel regolamento il divieto di esibire cartelloni o striscioni in consiglio comunale.
Sembra invece destinata a non nutrire consensi la proposta fatta dalla consigliera comunale di Lucca Civica Diana Curione di stabilire che la seduta del Consiglio venga dichiarata nulla, soltanto se non si raggiunge il numero legale entro trenta minuti dal primo appello. Una modifica che porterebbe la dead line alle 21,30 – per le sedute serali. E sono soprattutto le opposizioni ad osteggiare questa proposta. Anche l’idea, sempre della Curione, di non assegnare il gettone di presenza nel caso di consiglio o commissione andate deserte per mancanza del numero legale, si scontra con la posizione di chi ritiene invece non si possa subordinare l’annullamento del consiglio alla remunerazione dei consiglieri che presenti per tempo magari chiedono permessi dal lavoro per partecipare ai lavori dell’aula.
Sempre la consigliera Curione, con il contributo di Enrica Picchi (Pd) ha proposto una revisione per le denominazioni di alcune commissioni consiliari. In particolare, è stato proposto di assegnare le politiche giovanili – che ora non figurano in alcuna denominazione – alla commissione cultura e sport. La presidente Enrica Picchi ha accolto con favore l’ipotesi, proponendo un nuovo nome, che potrebbe essere politiche formative, giovanili e di genere. Anche la commissione sociale potrebbe mutare il suo nome in commissione delle politiche sociali e della salute.