
“Oggi è un giorno di festa per noi e per le famiglie dei bambini disabili che frequentano le scuole. Perché il Tar ci ha dato ragione su tutta la linea”. E’ questo il commento trionfalistico di Cobas Scuola di Lucca e Pisa e del coordinamento insegnanti e genitori del comitato Scuola Pubblica Bene Comune della Provincia di Lucca. Che in una conferenza stampa nella sede di San Concordio, anche davanti alle telecamere della nota trasmissione di Raitre, Report, hanno spiegato i motivi della loro soddisfazione e del risultato raggiunto. Sebastiano Ortu, Fabio Lucchesi e Rino Capasso hanno spiegato nel dettaglio gli effetti che la sentenza dello scorso 5 maggio avrà non solo per i ricorrenti, ma anche per il futuro del sostegno nelle scuole locali.
“Giustizia è fatta – dicono – Sono ben 40 le famiglie, in stragrande maggioranza residenti a Lucca e provincia, che hanno visto riconosciuto dal Tribunale amministrativo regionale della Toscana il diritto ad avere sin da subito le ore di sostegno negate per i loro figli diversamente abili nel corso del corrente anno scolastico. Non solo: come indennizzo per il ritardo con cui è arrivata la sentenza, il giudice ha altresì riconosciuto il diritto al risarcimento del danno per tutti gli alunni in relazione ai quali ha ordinato l’integrazione delle ore, nell’ordine di mille euro (da calcolare in proporzione alle ore mancanti rispetto al totale) per ogni mese di ritardo nella prestazione del sostegno previsto dalle richieste della scuola formalizzate nel Piano educativo d’istituto. Una prima ordinanza cautelare del 10 gennaio scorso aveva già dato una parziale risposta, sanando la situazione di 25 famiglie; la sentenza del 5 maggio 2014 rende finalmente giustizia a tutte le famiglie ricorrenti”.
“Il Tar Toscana ha confermato – proseguono – in maniera inequivocabile che il diritto all’integrazione mediante le ore di sostegno dei disabili è un diritto soggettivo assoluto non condizionabile da vincoli economici o di organico, come aveva già riconosciuto la sentenza della Corte Costituzionale 26 febbraio 2010, numero 80. 40 famiglie, a cui sono da aggiungere altre 4 famiglie che dopo l’inoltro del ricorso collettivo (a novembre 2013) hanno ricevuto subito le ore mancanti direttamente dalle scuole di appartenenza, sono un numero eccezionale: si tratta di un record assoluto per la Toscana e, in proporzione all’estensione della provincia, di un record italiano. Inoltre, in caso di inerzia dell’amministrazione, il Tar, come richiesto dall’avvocato Tavernese, ha già nominato il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale della Toscana ed il capo dipartimento del Miur quali commissari ad acta incaricati di dare esecuzione all’ordinanza. La sentenza dà ragione a quattro anni di battaglie che il Coordinamento insegnanti-genitori, i Cobas Scuola e le associazioni per i diritti dei disabili di Lucca e provincia conducono instancabilmente su questo terreno”.
“I nostri ricorsi – spiega Sebastiano Ortu – servono per non fare più ricorsi. Dopo la grande adesione di famiglie provenienti da Pisa, Firenze, Pistoia e dalla Garfagnana, preferiremmo che il problema venisse risolto a monte e fosse preso atto che agli alunni venisse garantito l’adeguato percorso di sostegno già indicato dalla sentenza della corte costituzionale, nell’ordine di un insegnante di sostegno per disabile gravi e di uno a due per disabilità più lievi”.
“Adesso – aggiunge Fabio Lucchesi del coordinamento Scuola Pubblica Bene Comune – non dibbiamo più lottare perché sia riconosciuto un diritto, ormai dato per assodato anche dai tribunale. Ma non si deve far finta che la sentenza valga solo per quest’anno scolastico, così come non si deve creare una frattura fra chi ha avuto una sentenza favorevole e chi no. Questo rappresenta un punto di svolta per la Toscana e spero che si capisca fin dalla programmazione. Noi continueremo a monitorare la situazione”. “E’ molto significativo – prosegue Lucchesi – anche il riconoscimento del danno, una questione che deve porre delle domande anche a chi poi è costretto a pagare queste cifre per una questione che potrebbe essere sanata in anticipo”.
“In questi giorni – aggiunge Capasso – si sta discutendo proprio dell’organico del prossimo anno. Bisognerebbe quindi già pensare a fare un organico di diritto secondo la sentenza della Corte Costituzionale. Altrimenti siamo pronti ad una nuova serie di ricorsi. Lo tenga conto l’Ufficio Scolastico Provinciale. Già in sede di organico di diritto bisogna garantire il rapporto 1 a 1 per i disabili gravi e l’1 a 2 per gli altri! Inoltre, bisogna smetterla di violare la normativa sulla formazione delle classi, che in presenza di disabili prevede massimo 20 alunni per classe. Facciamo ricorsi per non fare più ricorsi: questo è il paradosso della nostra vertenza. Il nostro sogno è che non ci sia più bisogno di questo livello di contrapposizione, e che finalmente venga rispettato a monte, con l’assegnazione sin da subito, da parte degli organi preposti (singole scuole, Uffici scolastici provinciali e regionali, Ministero dell’istruzione) del giusto supporto del docente di sostegno per gli studenti diversamente abili: come andiamo richiedendo, inascoltati, da anni. Nell’attesa del giusto segnale un altro ricorso collettivo sta per partire: un numero ancora più alto di famiglie nelle province di Lucca e di Pisa ci ha contattato e sta cominciando a preparare i documenti. Vogliamo farlo partire prima possibile, in modo da avere dal Tar una sentenza in tempi utili, ma continueremo ad accogliere richieste ancora per qualche mese”.
“Dobbiamo amaramente notare – dicono sindacaisti e comitati in coro – che il complicato iter processuale e il ritardo con cui è arrivata la sentenza solamente in parte è stato dovuto al fisiologico sovraffollamento dei tribunali. La difficoltà più grande che chi ha lavorato a questa vera e propria impresa collettiva ha dovuto affrontare è stata l’ostruzionismo messo in atto da diverse istituzioni scolastiche (poche hanno collaborato fattivamente, e a loro va tutto il nostro ringraziamento) e dell’Ufficio per il sostegno dell’Aambito territoriale di Lucca dell’Usr Toscana con l’obiettivo di frenare l’azione legale delle famiglie e dei volontari che per tutto l’anno scolastico si sono sobbarcati la fatica, la spesa, le difficoltà, gli ostacoli di un’impresa che a volte è sembrata al di là delle possibilità. Solo grazie all’abnegazione del gruppo di lavoro, che è riuscito a tenere duro durante nove lunghi mesi di mobilitazione, insieme naturalmente alla pazienza (spesso messa a dura prova) e al sacrificio di tutte le famiglie (e soprattutto di quelle della famiglie della Garfagnana, vero e proprio zoccolo duro di tutta la vertenza), abbiamo potuto portare a casa a questo risultato. Ora la parola passa alle istituzioni, scolastiche e statali: davvero per avere giustizia dobbiamo arrivare a questi livelli? Dobbiamo veramente affidare ai tribunali il riconoscimento di un diritto fondamentale?”. Fra le realtà meno collaborative, sottolinea Lucchesi, “sicuramente c’è la Asl”. “E comunque – proseguono Ortu e Capasso – bisogna che a partire dagli istituti tutti si impegnino per il raggiungimento del risultato. A partire dall’inserimento nel Pei delle ore di sostegno ritenute necessarie”.
Alla fine c’è spazio anche per le rappresentanti delle famiglie che hanno vinto il ricorso: “Voglio dire alle famiglie – dice una – di non restare isolate. E di intervenire subito sulle problematiche, fin dalle scuole elementari. Se i genitori non si fanno sentire non succede nulla. Per fortuna ci siamo potuti appoggiare ai Cobas. Nella totale ignoranza non si possono fare azioni, ma in mancanza di interventi è bene utilizzare tutti anche il mezzo dei ricorsi”.
In fondo si tratta, dicono in coro, di rispettare le leggi e le sentenze. E per chi volesse entrare in contatto con chi ha promosso i ricorsi collettivi si può utilizzare anche una mail da inviare all’indirizzo ricorsi.collettivi.sostegno@gmail.com. Ma tutti sperano che alla fine non ce ne sia bisogno.
Enrico Pace
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