Due nuovi assessori nel rimpasto. Marchini verso la giunta

27 maggio 2014 | 18:28
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Due nuovi assessori nel rimpasto. Marchini verso la giunta

Quella strada che sembrava diventata all’ultimo in salita per Celestino Marchini, ora è spianata. Quella, cioè, che lo separa da Palazzo Santini a Palazzo Orsetti appare anzi destinata ad accorciarsi, ormai a breve. E quando salirà ufficialmente queste scale sarà molto probabilmente da assessore. Il sindaco Alessandro Tambellini sembra deciso ormai ad accontentarlo, ma non con la delega ai lavori pubblici, come ha chiesto lo stesso Marchini. Piuttosto con un’altra attribuzione intermedia con la sicurezza – fra i temi più cari nell’attività politica del consigliere di Lucca Civica. Non è l’unica novità che emerge dagli incontri che nelle ultime ore ha avuto il sindaco con i gruppi consiliari. Un altro punto fermo del rimpasto è l’ingresso in giunta di (almeno) un altro assessore. Alda Fratello (Lucca Civica), le cui principali deleghe sono la cultura e le politiche giovanili, è definitivamente pronta ad una uscita di scena, che sia il più indolore possibile. Dovrà essere sostituita, anche se il suo passo indietro pone questioni di non poco conto nella scelta del futuro assessore. Uno dei motivi che inducono il sindaco a prendersi altro tempo per mettere in chiaro i prossimi passaggi, per cui il rimpasto che era sembrato la scorsa settimana ormai alle porte dovrà ancora attendere qualche giorno.

Già perché resta sempre aperto il nodo dello sport. Potrebbe assumersi l’onore sempre Marchini ma al momento, sembra, soltanto come extrema ratio.
Il caso della Fratello che già ben prima della crisi di giunta aperta dalle dimissioni dell’assessore al turismo e allo sport Massimo Tuccori aveva rimesso nelle mani del sindaco le decisioni sul suo ruolo nell’esecutivo – non per problemi o questioni politiche ma per impedimenti di natura personale – apre comunque interessanti scenari. Perché permetterebbe al sindaco di nominare un assessore riunendo le deleghe alla cultura e al turismo, come era all’inizio. L’ipotesi di affidare la promozione turistica a Giovanni Lemucchi, di Lucca Civica, è sempre in piedi e anche l’assessore si è messo a disposizione delle scelte del primo cittadino. Fatta salva la stima e la considerazione di Lemucchi, molto gradito anche alle categorie economiche della città, il sindaco fino all’ultimo non rinuncerà all’idea di una nuova nomina – forte -, gradita, se possibile, a tutti i partiti della coalizione.
Sia trovato o meno questo nome, l’ingresso in giunta di Marchini, se confermato, porterà comunque ad un inevitabile aggiustamento delle deleghe degli assessori. Una ipotesi praticamente inevitabile, visto le questioni che restano da sciogliere.
Ma – riferiscono i bene informati – saranno soltanto piccoli correttivi. Quel che sembra chiaro alla coalizione è che il sindaco non opererà grosse rivoluzioni. Nemmeno dopo l’esito delle consultazioni europee e di quelle comunali che, innegabilmente sull’onda di Matteo Renzi, hanno fatto del Pd il primo partito.
Nessuno del gruppo consiliare del Pd però ha presentato alcun conto al sindaco Alessandro Tambellini, nel corso dell’incontro che si è svolto nella serata di ieri. Anzi, le elezioni non sono state argomento di discussione e la riunione si è svolta all’insegna dell’ascolto. Il primo cittadino ha chiesto ad ognuno impressioni e proposte, ascoltandole e prendendole in seria considerazione. Ma tutti ben sanno e, anzi, lo hanno sottolineato, che il primo cittadino sceglierà in piena autonomia, com’è nel suo stile. “Questo è il sindaco”, sottolineava Tambellini in un recente post su ben altro argomento. Nella riunione, renziani o non renziani che dir si voglia, hanno rinnovato fiducia al sindaco, invitandolo a fare le sue scelte in ampia autonomia.
Un discorso a parte va fatto sulla valutazione che viene data della “crisi” all’interno del gruppo consiliare del Pd. I fedelissimi e il sindaco stesso hanno posto la questione “politica”. Ovvero: ripartire dalle origini, verificare il programma con tutta la coalizione e cominciare un nuovo percorso, per portare altri tre anni di “aria nuova”. Alcuni però non la pensano così, e non soltanto nel Partito democratico. Ritengono invece che la crisi sia tutta amministrativa, e chiedono un cambio di passo che all’aria nuova sostituisca incisività, determinazione e un pizzico di rischio in più nelle scelte per la città e quindi, anche, in quelle politiche. Una discrasia di vedute che, comunque la si consideri, se proprio non isola il sindaco, sicuramente non lo invita, in questa fase, a voli pindarici. Anzi, semmai, lo spinge alla cautela nelle decisioni verso un rimpasto che non sembra destinato a stravolgere troppo gli assetti.

Roberto Salotti