Sostanze repellenti per difendere i raccolti dai cinghiali

E’ stato individuato un percorso condiviso per il controllo dei danni procurati dai cinghiali in Oltreserchio. Nei giorni scorsi, infatti, si è svolto un incontro al quale, oltre ai tecnici dell’amministrazione provinciale, al presidente e al direttore della Confederazione italiana agricoltori, ha preso parte l’agricoltore che aveva sollevato il problema della presenza dei cinghiali a Sant’Alessio e Carignano e specializzato nella coltura del mais. Dalla discussione è emersa la possibilità di realizzare una serie di interventi finalizzati alla prevenzione. “I tecnici della Provincia e dell’Atc – spiega l’assessore provinciale alle Politiche agricole, Diego Santi – hanno sottolineato come il problema dei cinghiali al di fuori di boschi e selve, loro areali consueti, sia piuttosto recente. Al tempo stesso, però, presenta varie soluzioni, come l’applicazione contemporanea di una serie di misure diversificate, che l’esperienza effettuata in altre località, come Montramito, dimostra essere molto efficace”.
Nel caso dell’agricoltore colpito è stato consigliato l’utilizzo di un seme già trattato con un repellente odorigeno, procedura che ha permesso all’agricoltore di passare indenne e senza ulteriore danno la delicata fase della semina, prima dello spuntare dei germogli. “I segni nel terreno – dice l’assessore – erano chiari: il cinghiale ha fatto visita ai campi in questione, ma, non trovando cibo di proprio gradimento, ha preferito allontanarsi”. In altri poderi, invece, ha funzionato il trattamento dei solchi con una sostanza repellente liquida, come consigliato dai tecnici dell’Atc.
La prossima fase critica sarà tra alcuni mesi, al nascere delle prime pannocchie di mais immaturo, di cui i cinghiali sono molto golosi: “Per quel momento – spiega Santi – si sta pensando alla realizzazione di recinti elettrici speciali, realizzati con materiale molto più robusto di quello utilizzato per le comuni recinzioni elettriche. Il perimetro del più grande, con il consenso degli altri coltivatori, dovrebbe servire a difendere il raccolto di almeno 4 agricoltori”.
Ma se queste sono le misure da prendersi per difendere i raccolti, non meno importanti sono quelle preventive: “Proseguiremo anche con l’identificazione sul territorio di macchie di incolti – dice Santi – che possano costituire rifugio per gli ungulati e, una volta individuate, con la collaborazione del Comune di Lucca che dovrà emettere le specifiche ordinanze, ne sarà intimata ai proprietari la loro pulizia”.
Se ancora tutte queste misure non bastassero o se vi fossero fondi non recintabili in maniera congrua, potranno essere previsti anche interventi di controllo degli ungulati con tecniche quali la girata o la caccia selettiva da postazione fissa.
“Il 15 giugno – conclude Santi – è prevista una verifica del percorso intrapreso, nato fondamentalmente dalla volontà di risolvere un problema stringente, attraverso soluzioni condivise”.