Artista lucchese sfida LaChapelle: “Eva trans è la mia”



di Roberto Salotti
Quando gli amici lo hanno taggato su Facebook con l’immagine del manifesto realizzato dal fotografo statunitense David LaChapelle per Life Ball, la manifestazione viennese, che si è svolta lo scorso 31 maggio, per raccogliere fondi per la lotta contro l’Aids, non ha creduto ai suoi occhi. Mauro Moriconi, artista lucchese, attivo tra Prato e gli Stati Uniti, ha riconosciuto nell’opera di LaChapelle, dal titolo Once in the Garden, “inconfondibili richiami” al suo Adam & Eve, una realizzazione per certi versi dissacrante (Eva infatti è rappresentata da un modello trans) e che fa parte di un trittico, che ha fatto già non poco discutere. Soprattutto per la proiezione, nel 2011, di un video collegato a quest’opera sul sagrato della Chiesa della Madonna del Giglio di Prato.
Ora Mauro Moriconi, artista “adottato” da Prato, ma di origini lucchesi – la sua famiglia vive a Ponte a Moriano -, sfida il “titano” LaChapelle, arrivando ad accusarlo se non di plagio di essersi probabilmente ispirato alla sua Eva trans, opera concepita e realizzata dall’artista tra il 2010 e il 2011, con la sua inconfondibile tecnica, quella cioè dell’incisione. Moriconi (nella foto) ha definito la sua opera partendo da una fotografia che è stata scattata nei giardini dell’Orto Botanico di Lucca, durante lo svolgimento di Lucca Comics and Games.
“Non voglio parlare di plagio – dice Moriconi – ma sono tanti i richiami alla mia opera che trovo in quella di LaChapelle. A cominciare dalla Eva trans, collocata in un giardino dell’Eden quasi ideale, come ho voluto io. Non solo: LaChapelle associa a Eva un Adamo che le si rivolge volgendo la schiena a chi osserva, quindi anche lui di un sesso imprecisato”. Elementi che, suppone l’artista, potrebbero essere stati “carpiti” da qualche agente o collaboratore di LaChapelle, visto che le opere di Moriconi, oltre che a Prato, sono state esposte anche in una galleria di New York.
Sono contrastanti, tuttavia, i sentimenti di Moriconi: “Da un lato posso dirmi scocciato perché questi spunti ripresi nel manifesto per Life Ball – sottolinea – ma non posso negare di essere anche lusingato, nel pensare che un artista di quel calibro possa essersi ispirato alle mie opere”. Uno strano caso, ma Moriconi, a quanto pare, se ne farà una ragione: “Quell’opera, postata sui social network o rilanciata su siti internet assieme al video proiettato sul sagrato di una chiesa di Prato – dice – è diventata virale e può essere finita davanti agli occhi dell’artista in qualunque modo”. Del resto, lo stesso Moriconi ha appreso dalla rete internet del presunto “plagio”. Amici lo hanno segnalato all’artista lucchese, via mail e taggandolo nella riproduzione del manifesto sui social network: “Inizialmente pensavo ad uno scherzo – dice – ma quel manifesto esiste davvero e porta la firma di LaChapelle”. “Quello che più mi scoccia è che la mia opera voleva rappresentare un concetto ben preciso: Eva viene vista nella tradizione come madre di tutti gli esseri viventi. La sua natura transessuale vuole significare quindi la fine di tutto”.
Una azione legale? Probabilmente non seguirà. Moriconi prende tutto come un buon auspicio per la sua prossima mostra, dal titolo L’Inferno di Dante, che verrà inaugurata il 20 giugno alla galleria Die Mauer di Prato.