Fazzi: “Nuovo ospedale, su di me solo calunnie: si indaghi”

Calunnie e malelingue. Bolla così il consigliere comunale di Liberi e Responsabili Pietro Fazzi le voci e le chiacchiere che ultimamente lo stanno colpendo. Al centro c’è la realizzazione del nuovo ospedale di Lucca nei terreni di San Filippo. Una circostanza – la localizzzione del San Luca – che secondo alcuni, di cui Fazzi non fa i nomi, avrebbe provocato un interesse per l’ex sindaco di Lucca. Che va alla carica smentendo tutto e invitando anzi il Consiglio a richiedere l’acquisizione di tutti gli atti necessari per fare chiarezza. “Alcuni – dice – stanno mettendo in giro delle voci che sono lesive della mia dignità, e di quella di altri consiglieri. Mi sento impotente di fronte a queste voci. Pochi giorni fa sono stato avvicinato da una persona che ha sempre manifestato stima nei miei confronti e mi ha detto, la cornice era quella del nuovo ospedale, hai fatto la tua operazione. Questa voce che circola da anni sulle presunte ricadute su di me dell’operazione dei terreni su cui si è costruito il nuovo ospedale è totalmente falsa. In questo caso, non posso attendere che il livello del disonore nei miei confronti aumenti. Per questo mi rivolgo al Consiglio, spiegando che respingo a testa alta ogni ipotesi, ogni addebito di interesse mio e di altri legati a me per la realizzazione del nuovo ospedale”.
“Dico – aggiunge Fazzi – che questo dovrebbe diventare il modo su cui ci dovremmo riconoscere: non voglio una patente dal consiglio comunale, ma su questi aspetti non possiamo dare adito a maldicenze e insinuazioni. Tutti noi sedendo qua, accettando il vaglio degli elettori, facciamo una scelta per la legalità e per la giustizia. Quando si sceglie per la giustizia dovremmo anche pensare che tutti devono essere messi in condizione di partecipare in maniera dignitosa e nel rispetto e inviolabilità della persona ad un procedimento che porti al giudizio. In questo modo si dà all’accusa e alla difesa ciò che debbono dire. Anche al peggior delinquente lo stato assegna un difensore d’ufficio. In questi casi di calunnia l’accusato non può fare nulla. Se il Consiglio riterrà di richiedere qualunque tipo di atto o di acquisire informazione, qualunque cosa che ritiene e poi si pronunci. Altrimenti, io farò lo stesso nei confronti di miei altri colleghi. E’ un metodo e un principio di rispetto che pretendo da me e dagli altri. Sono disposto a lasciare che il consiglio faccia le sue indagini e richieda le informazioni che ritiene e poi si pronuncia perché non posso tollerare questo per me, né per nessun altro”.