I sindacati: “Con linee Lam interi paesi dimenticati”

27 giugno 2014 | 10:31
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I sindacati: “Con linee Lam interi paesi dimenticati”

Le linee Lam? Fumo negli occhi della cittadinanza, ma alle spalle nascondono un taglio di servizi per i cittadini. E ampie zone della città resteranno senza la navetta. E’ quello che denunciano i sindacati confederali, riuniti nel deposito di viale Luporini per discutere delle ultime novità presentate dall’azienda Ctt Nord e dal Comune di Lucca riguardanti la linea urbana.
L’appello più forte è quello che riguarda proprio i tagli lineari di chilometri percorsi e di servizi, nonostante l’introduzione delle linee ad alta mobilità. Sono chiari Davide Zullo (Uiltrasporti), Cipriano Paolinelli (Ugl Fna), Andrea Betti (Faisa Cisal), Leonardo Andreotti ed Endro Ulivi (Filt Cgil) e Nicola Da San Martino (Filt Cisl) in questo senso, anche a due giorni dall’incontro in Comune con il sindaco Alessandro Tambellini e l’assessore ai trasporti Francesca Pierotti: “Stiamo assistendo – dicono – a un taglio dei servizi mascherato da linee nuove e più efficaci. Si tratta di un taglio che in realtà poera a un recupero di 400mila euro soltanto per le linee urbane all’azienda e al Comune. E dall’1 settembre ci sarà un taglio di 500mila euro anche sul servizio urbano di Viareggio, che sostanzialmente scomparirà”. “Tambellini – specifica – taglia e sta tagliando. Da quando si è insediato è stato stravolto il serviizio delle navette con l’accorpamento di linee, ma il territorio non è più coperto. Sono tante le zone che non saranno più raggiunte da lunedì 1 luglio, in particolare Mugnano e Pontetetto – Ronco mentre sarà molto ridotto il servizio per Antraccoli, visto che il servizio coprirà fino alla rotonda ma non transiterà più all’iunterno del quartiere, dove c’erano molte fermate dove raccoglievamo tanta utenza. Niente servizio neanche al cimitero di Sant’Anna visto che prima c’era la linea 16, poi tolta, e la 18 è stata ridimensionata”.

Un problema che diventerà anche, per i sindacati, una questione occupazionale: “Temiamo – dicono – che la riduzione del servizio porti a degli esuberi, visto che saranno tagliati a settembre ulteriori 10 turni. Un problema che potrebbe riguardare qualcosa come 30-40 unità lavorative”. E il taglio dei servizi, per i sindacati, potrebbe rappresentare anche un problema di introiti per l’azienda, soprattutto per gli abbonamenti.
Problemi correlati alle nuove linee sono anche quelli dei percorsi, ancora carenti di corsie preferenziali: “Ci sono due punti critici – dicono ancora – quello di viale Cavour e della stazione dopo il Pertini e quello di viale Carlo Del Prete, dove ci sarebbe spazio per costruire delle corsie dedicate. E inoltre non si sfruttano nelle linee l’unico sottopasso cittadino, quello di viale Castracani, privilegiando il passaggio in via di Tiglio. L’unica cosa positiva è che si ripassa da piazza Napoleone e via Vittorio Emanuele, ma è stata eliminata, ad esempio, l’importante fermata in piazza del Carmine. E poi è inutile, secondo noi, fare le Lam e mantenere i parcheggi dentro le mura o a 100 metri dalle mura. Bisogna incentivare, anche per motivi ambientali, il trasporto pubblico urbano”.
Il dato complessivo presentato dai sindacati, poi, è preoccupante: “In un anno e mezzo – dicono – si è passati dai 2,2 chilometri di percorsi delle navette al milione e 200mila dopo la nuova riorganizzazione, per un totale di 14 turni di lavoro. Tagli lineari, peraltro, fatti da un dirigente di Prato, una realtà dove la Lam ha funzionato per la presenza di tutta una serie di servizi e infrastrutture anche nella zona suburbana”.

La disdetta del contratto integrativo aziendalee il rapporto con gli enti locali
Problematica la questione del contratto integrativo aziendale, disdetto con decisione unilaterale dal Ctt Nord lo scorso 10 marzo 2014 in attesa della fututa gara regionale “che – dicono i sindacati – manca dei necessari finanziamenti per i prossimi 9 anni”. “La disdetta – dicono – ha portato a una decurtazione del salario in media dai 150 ai 250 euro per i lavoratori. Per questo abbiamo protestato in due tappe, alla Provincia di Lucca e al Comune. Proteste di segno diverso perché con la Provincia abbiamo parlato della prospettiva fitura dei fondi deboli per cui, a differenza da quanto comunicato da Palazzo Ducale, siamo critici visto che inizialmente si doveva trattare di un lotto unico e di un’azienda unica anche per le linee deboli e invece ci si prospetta una giungla con 40 aziende diverse in gara. In più non esiste la clausola sociale e quindi si fa un generico riferimento, per i contratti dei lavoratori, all’applicazione del contratto nazionale. L’unica soddisfazione è che si mantiene il numero complessivo dei chilometri”. “Poi – prosegue Zullo della Uilltrasporti – siamo stati dal sindaco a manifestare il disappunto per come il Comune ha gestito la questione del trasporto pubblico locale. O meglio di come non lìha gestita, visto che la politica lucchese è stata assente nel processo di passaggio a Ctt Nord. Bisogna ricordare, infatti, che prima del passaggio al Ctt Nord questa era un’azienda sana e i nostri debiti erano legati esclusivamente ai mancati pagamenti da parte degli enti locali. Ora, invece, le professionalità sono state distrutte e siamo entrati in un carrozzone. Anche con gli immobili ma il patrimonio è stato sottostimato nel suo valore e Lucca non è adeguatamente rappresentata in azienda. Livorno, invece, ha il suo deposito in affitto mentre quello di Ospedaletto non è stato conferito ma diviso pro quota fra i diversi Comuni della provincia di Pisa”. “Negli incontri sindacali – protestano i confederali – Lucca è sempre stata assente e questo ci ha portato a pagare il prezzo più grosso in termini economici e normativi e di servizi. Prezzo che è stato presentato a lavoratori, cittadinanza e politica lucchese, che ha affidato tutto in mano ad altri soggetti o addirittura a soggetti aziendali, dimostrando totale mancanza di peso politico”.
“Il Comune di Lucca – aggiunge Cipriano Paolinelli dell’Ugl Fna – non ha fra le sue priorità politiche quella del trasporto pubblico locale, ma sono altre le realtà cui sono destinati i fondi a disposizione. Per esempio l’azienda dei parcheggi come dimostra la realizzazione di nuovi stalli di sosta a Piazzale Verdi”.

L’acquisto dei nuovi mezzi
In arrivo al Ctt Nord circa novanta nuovi mezi, ma per Lucca ci sono le briciole. Così dicono i sindacati, che affermano: “Per acquistare i circa 90 nuovi bus annunciati dall’azienda – dicono – è stata fatta un’ipoteca sul deposito di viale Luporini. Fin qui niente di strano se non fosse che di questi 90 veicoli solo 10 ritorneranno ai contribuenti lucchesi e il resto andrà a Pisa e Livorno. Abbiamo chiesto per questo alla politica lucchese uno scatto di orgoglio, per recuperare un ruolo e perché la smettano di delegare agli altri, altrimenti, come già avviene, la parte privata continua a fare i suoi interessi”

Uno sciopero all’orizzonte
I sindacati sono pronti a iniziative anche clamorose per protestare contro la situazione attuale: “Chiediamo – dicono – ed esigiamo che il nostro territorio si doti di un piano della mobilità e che arrivino finalmente a confrontarsi con tutti per un piano che serva alla città e non solo a parlare di tagli. Noi, per parte nostra, proseguiremo con proteste e forme di lotta e scioperi per difendere e riconquistare condizioni di vita migliori, servizi per i cittadini e salari. Intenteremo poi un’azione legale contro l’azienda che ha decurtato i salari dei laoratori e andremo avanti finché non avremo risposte. Non si può scaricare tutto sul contribuente. Chi paga le tasse poi ha il diritto di pretendere un ritorno in termini di servizi e così, in questo momento, non è”.

Enrico Pace