Si allungano i tempi per la riforma delle Province

3 luglio 2014 | 16:56
Share0
Si allungano i tempi per la riforma delle Province

Si allungano i tempi per la riforma Del Rio delle province. Il termine, non perentorio, del prossimo 8 luglio, martedì prossimo per la cronaca, previsto dal decreto legge per la riunione della conferenza unificata Stato-Regione per trovare un primo accordo sul trasferimento delle funzioni, con tutta probabilità non verrà rispettato. La situazione, in sostanza, è in fase di stallo, anche per le differenti visioni fra enti locali. Da una parte, infatti, c’è una sostanziale condivisione nel percorso da intraprendere fra l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani e l’Unione delle Provincia Italiane, dall’altra ci sono le Regioni, che al momento appaiono ostili all’attuazione della legge Del Rio, motivandola con il percorso di modifica in corso del titolo V della Costituzione che affiderebbe a tali enti poteri di attuazione e di legislazione ma non più di gestione.

Una questione di “potere” si potrebbe dire, giocata sul filo della ricerca di un equilibrio. Fra gli enti che già esistono e che non lo vogliono perdere e per quelli destinati a scomparire o che si stanno lentamente trasformando che sono preoccupati del “dopo di loro”. Perché, la questione è questa, quello che dovrebbe essere garantito in futuro, lo dicono in molti fra cui appunto Anci e Upi, è un nuovo modello organizzativo che garantisca un’adeguata vicinanza del livello decisionale ai territori di riferimento. “Esistono competenze – commenta il presidente della Provincia di Lucca, Stefano Baccelli, membro del consiglio direttivo dell’Upi – che non sono delle Regioni e che allo stesso tempo non possono essere demandata ai singoli enti locali o comunque non possono limitarsi al solo territorio comunale. Serve un nuovo modello di governance, semplificato, per carità, che sia forgiato sulle peculiarità dei singoli territori. L’esempio che faccio sempre è quello dell’abolizione delle Apt. Non credo che in molti siano nostalgici di quegli enti di promozione, ma dopo la loro chiusura non è stato trovato un valido modello organizzativo alternativo. Toscana Promozione non ha mai funzionato: non è riuscito neanche a promuovere un brand dall’appeal enorme come la regione Toscana, figuriamoci poi i singoli territori”. Lo stesso, sembra dire il presidente Baccelli, potrebbe ripetersi con altre competenze degli enti locali dopo lo smembramento o la riorganizzazione degli enti esistenti.
“E non è facile poi – chiosa il presidente Baccelli – individuare nei sindaci persone che abbiano innanzitutto il tempo, quindi la visione strategica e in un certo senso la generosità per guardare al di là del proprio confine territoriale. Per questo ritengo siano necessarie realtà di livello intermedio che siano in grado di rispondere alle esigenze effettive del territorio. Non per difendere lo status quo, visto che ormai siamo tutti convinti di attuare la riforma Del Rio, ma alcune questioni importanti come gli assi viari, la valorizzazione dei distretti industriali e tante altre, senza l’intervento intermedio della Provincia non si sarebbero realizzate o si sarebbero realizzati con maggiore difficoltà”.
Ora, comunque, si attende la convocazione della conferenza unificata Stato-Regioni. Solo dopo si potranno capire quali sono i tempi e i modi dell’attuazione della riforma Del Rio. Ma l’impressione è che la data sull’orologio si sposti già al 2015 inoltrato. Nel frattempo le Province, e la Provincia di Lucca fra queste, prosegue la sua attività in una sorta di rassegnazione: con le competenze immutate e sempre meno risorse dallo Stato. Motivo questo che spingerebbe a una accelerazione dei tempi e delle decisioni. Ma le resistenze, ancora, non sono certo di poco conto.

Enrico Pace

Leggi anche Baccelli: “Enti di area vasta sono necessari”