Urbanistica: Piuss o non Piuss? Questo è il problema

6 luglio 2014 | 16:17
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Urbanistica: Piuss o non Piuss? Questo è il problema

Non c’è niente da fare. E’ l’urbanistica il grosso nodo da sciogliere dell’amministrazione Tambellini. Un tema che può sembrare solo ricco di tecnicismi, fatto di misure, distanze, permessi, zone numerate in cui è possibile o non è possibile realizzare un immobile, ampliarlo, ristrutturarlo, modificarlo nella forma o nella destinazione. Ma non è solo questo. E’ l’urbanistica, infatti, o meglio il rilancio dell’edilizia, pubblica e privata, il principale obiettivo che l’amministrazione si era posto alla momento del suo insediamento. Uno sviluppo della città in grado di pensarsi nel futuro, ma in maniera equilibrata, con un occhio alle sue funzioni e alle sue necessità. Ma anche al paesaggio e alla sua storia. Ma, dopo due anni e passa di giunta Tambellini nessun passo in avanti è stato fatto.

Emblematico, in questo senso, il tormentone Piuss. I progetti per la riqualificazione della città, ora “spacchettati” fra due assessorati (Mammini e Sichi) vivono ancora dei vizi della loro nascita. E il rischio di far saltare tutto all’aria è sempre più vicino. Con le inevitabili conseguenze. Per dirlo in parole semplici il “nodo” sta tutto nel progetto di riqualificazione di piazzale Verdi. Nato come costruzione di un ampio anfiteatro, con tanto di spostamento del momumento e degli alberi sulle mura e sulle sue salite e poi, al momento del progetto definitivo, ridimensionato ad una ellisse recintata ed erbosa. Una sorta di giardino in uno degli accessi principali della città. Un cambiamento di progetto che, però, anche dopo le osservazioni della Procura, è stato sospeso. Ma ancora non ufficialmente, se è vero che la giunta non ha ancora emanato l’atto ufficiale in cui ritira all’azienda appaltatrice l’esecuzione dei lavori come da progetto modificato. Perché? Perché nonostante i pareri legali, e al di là delle dichiarazioni ufficiali, la vicenda piazzale Verdi avrebbe importanti ricadute anche nelle parti del Piuss che riguardano l’ex Manifattura Tabacchi e l’ex Caserma Lorenzini. La questione sta (anche) nella posizione dei dirigenti responsabili dell’attuazione del progetto. Detto in soldoni, insomma, l’architetto Di Bugno al “niet” a procedere per il progetto di piazzale Verdi non sarebbe in qualche modo disposto a validare anche gli altri progetti del Piuss, anch’essi inevitabilmente modificati rispetto all’origine, specie perché sono venuti meno i “contenuti” rispetto ai contenitori previsti. Si pensi ad esempio all’area che doveva essere destinata allo sviluppo e all’insegnamento di teorie e tecniche legate allo spettacolo dal vivo, proposto da David Zard. Difficilmente tale idea potrà trovare realizzazione e di conseguenza anche l’intervento è destinato a sfumare.
Ma c’è un limite, al di sotto del quale non si può scendere e che mette a rischio il cofinanziamento della Regione. Che è quello della realizzazione di almeno il 30 per cento delle opere previste. Considerando praticamente a conclusione il lavoro all’ex Cavallerizza e per il terminal bus al Palatucci e che è in forte dubbio anche il progetto per il Teatro del Giglio (anch’esso difforme da quello originario) le percentuali sono al limite.
E se saltasse tutto cosa succederebbe? Che il Comune sarebbe chiamato a finanziare in proprio le opere già concluse e per le quali ha acceso un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti. Mutuo, per fortuna, condizionato al reale utilizzo dei fondi e alla realizzazione delle opere. Ma politicamente il dietrofront, in questo progetto che ogni giorno fa un mezzo passo in avanti e due indietro, sarebbe davvero una tragedia.
E intanto si procede con l’iter per il piano strutturale. Anch’esso non senza ostacoli. A molti consiglieri, infatti, sia di maggioranza sia di opposizione, non è piaciuto affatto che l’avvio del procedimento sia stato calendarizzato in consiglio comunale senza un passaggio in commissione urbanistica (che per parlare di piano strutturale, comunque, si riunirà due volte la prossima settimana). L’impressione di molti, anche riguardo agli incontri che si sono tenuti nelle scorse settimane con esperti e tecnici, è che la maggioranza più vicina al sindaco Tambellini voglia procedere inaudita altera parte per accelerare il processo verso l’approvazione di un documento ritenuto fondamentale per il programma di questa consiliatura.
Ma non c’è giorno che non si presenti un intoppo o un problema di varia e diversa natura. Questione questa che non rende certo la vita facile all’assessore all’urbanistica Serena Mammini, che non è certo stata contenta neanche della mancata approvazione in giunta del documento che confermava il ritiro dell’affidamento dalla ditta dei lavori per piazzale Verdi.
Caos che si aggiunge a caos politico che ormai non riguarda più, o almeno non soltanto, schieramenti all’interno del principale partito di maggioranza. Anche perché il destino del presidente della Provincia Stefano Baccelli sembra sempre più legato alla corsa verso un posto di consigliere regionale e non al più alto scranno di Palazzo Orsetti. E siccome si vota l’anno prossimo non sembra in cantiere una sua candidatura a primo cittadino, nel caso di elezione a Firenze, per le amministrative alla scadenza naturale del 2017.
Insomma, sciolti gli equivoci, per questo come per altri temi come la sanità territoriale, soprattutto dopo il riassetto di giunta è il momento del fare. E non importa che si stia avvicinando la stagione delle ferie. I passaggi da tenere a breve, infatti, sono cruciali per il futuro della maggioranza e, forse, anche del centrosinistra in città. Partendo da una prima fondamentale domanda cui occorre dare una pronta risposta: Piuss o non Piuss? Questo è il problema.

Enrico Pace