S.Caterina, una “prima” più irriconoscente che inopportuna

8 luglio 2014 | 09:45
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S.Caterina, una “prima” più irriconoscente che inopportuna

Il Dittico Sacro al posto della Tosca, che è andata in scena alla chiesa del Crocifisso. E una inaugurazione anticipata rispetto a quanto preventivato dal Fai di Lucca e dal Comune. Si arricchisce di nuovi retroscena la vicenda dell’apertura della chiesa di Santa Caterina restaurata, con tanto di concerto di musica sacra, organizzato dalla figlia della responsabile scientifica del restauro, la direttrice dei musei di Lucca Antonia D’Aniello.
Tutto risale a circa un mese fa, intorno ai primi di giugno, quando nel comitato per il restauro della chiesa di Santa Caterina, partecipato da Comune di Lucca, Fai e Soprintendenza, si è iniziato a parlare ufficialmente del programma delle celebrazioni. Lì si è capito che da tempo la Soprintendenza aveva in cantiere di affiancare all’inaugurazione il concerto “elle polemiche”. Il Fai, invece, nella persona di Loredana Ciabatti aveva in mente da tempo un altro progetto, quella Tosca itinerante andata in scena fra la chiesa del Crocifisso e Palazzo Ducale. E una cerimonia, il 15 di luglio, con tanto di apposizione di una targa in ricordo di Emilietta, la donna disabile che per anni ha avuto la funzione di custode della “chiesa delle sigaraie” e l’apertura straordinaria della struttura rinnovata grazie alla raccolta fondi del Fai (circa 800mila euro) per una settimana.

A quel punto il Fai, o quantomeno il suo progetto originario, è passato in secondo piano, sorpassato da quello di Soprintendenza e Comune, che ha poi sollevato le polemiche successive. Polemiche soprattutto per l’utilizzo dei fondi pubblici per l’organizzazione del Dittico Sacro. Soldi che, dicono in molti, si sarebbero potuti utilizzare per la conclusione dei restauri soprattutto delle strutture lignee, ovvero le panche al momento sostituite da delle sedie di plastica rossa.
Intanto alla conferenza stampa di presentazione dei lavori alla chiesa di Santa Caterina non è stata invitata la vera anima di questo restauro, Loredana Ciabatti, di recente avvicendata alla guida del Fai di Massa Carrara da Maria Talarico. Lei che, lavorando con le varie amministrazioni comunali da Lazzarini in poi, ha fatto del restauro della chiesa una battaglia, oltre che un gran lavoro di raccolta fondi anche con i commercianti della zona.
Intanto, proprio nel giorno in cui si tiene un incontro tecnico per la presentazione dei lavori effettuati, resta ancora in piedi l’ipotesi che alla chiesa di Santa Caterina trovi posto proprio la sede del Fai di Lucca. Che sarebbe anche un riconoscimento all’impegno di questi anni. E tutto questo anche se la famosa Tosca, che ha trovato riscontro anche sulle pagine di Repubblica e nei telegiornali regionali della Rai, non ha trovato posto in quella che doveva essere la sua sede naturale. Così come una messa, inizialmente pensata sempre per il 15 luglio, officiata dall’arcivescovo Italo Castellani e che a questo punto non si terrà. Il tutto finanziato senza soldi pubblici ma con i soldi di un biglietto da far pagare agli appassionati del genere e che avessero voglia di vivere una serata diversa e coinvolgente.
Non è andata così ed è invece andato in scena quello che abbiamo chiamato il pasticciaccio brutto di via Vittorio Emanuele. Forse inopportuno, sicuramente poco riconoscente per chi da tanti anni lavora perché il restauro diventasse realtà.

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