San Luca e assistenza territoriale, Cgil propone tre tavoli

10 luglio 2014 | 07:41
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San Luca e assistenza territoriale, Cgil propone tre tavoli

Aprire tre tavoli sindacali per affrontare i problemi del nuovo ospedale di Lucca, seguire la riorganizzazione dell’assistenza territoriale e risolvere le questioni aperte sulla non autosufficienza. A chiederlo sono Franco Chiriaco, segretario provinciale della Cgil e Francesco Fontana di Spi Cgil. La richiesta scatta dalla valutazione delle criticità che sono emerse con l’apertura del San Luca. E il sindacato, soprattutto per questo, invita ad una rapida soluzione per la nuova presidenza della conferenza dei sindaci dell’Asl 2. “Il nuovo ospedale – spiega il sindacato -, pur rappresentando un fatto di notevole importanza per il futuro della sanità lucchese, nel passaggio dal vecchio ospedale Campo di Marte al Nuovo San Luca ha  comportato problemi, in parte, inevitabili legati all’insieme delle novità introdotte: stabile nuovo (monoblocco), tecnologia nuova e all’avanguardia, una diversa organizzazione del lavoro nonché i problemi che con il cambio degli appalti, nel servizio mensa, pulizie, logistica, bar ecc, hanno interessato molti lavoratori e lavoratrici che, insieme ai rispettivi sindacati di categoria e le confederazioni, hanno ricercato e contrattato soluzioni a difesa del lavoro per tutti”. 

“Rispetto all’attività ospedaliera – suggerisce la Cgil – è necessario dare risposte immediate ai problemi nuovi che si evidenziano con l’avvio del nuovo ospedale e far sì che dopo la cura acuta della malattia sia garantita al paziente dimesso un percorso di assistenza e cura certa fino al suo pieno recupero. Al  paziente dimesso  che deve completare la fase di cura e di assistenza, l’ospedale deve prevedere un percorso di accompagnamento nel territorio fino al proprio domicilio evitando così difficoltà per la persona e la propria famiglia. In coerenza con questo non si possono fare le dimissioni al sabato come non si può rimandare al medico di famiglia e alla struttura territoriale la definizione degli interventi necessari. Rispetto al nuovo ospedale sono diverse le questioni non risolte fra cui il problema del parcheggio, manca quello gratuito così come è stato fatto negli altri ospedali e  quello a pagamento ha tariffe molto onerose con il risultato di avere parcheggi sottoutilizzati”.
Poi ci sono le questioni aperte dell’assistenza territoriale. “La riorganizzazione dell’insieme del sistema ospedaliero previsto ed il nuovo ospedale che deve garantire risposte con più qualità ed efficienza per far fronte all’aggravarsi della malattia, la cosiddetta fase acuta, richiede così come prevede la delibera 1235 (riorganizzazione del sistema sanitario e sociale della Toscana) un progetto di consolidamento, di crescita delle politiche socio sanitarie, integrate, nel e sul  territorio. Si tratta di garantire una forte attività socio sanitaria territoriale che consenta di fare prevenzione, salute; di evitare e prevenire il ricorso al pronto soccorso e all’Ospedalizzazione ed in caso di ricovero ospedaliero assicurare percorsi di accompagnamento delle persone nel territorio e al proprio domicilio per il loro pieno recupero. Rispetto a tutto ciò, le cose vanno avanti con fatica, siamo di fronte alla politica degli annunci, manca un tavolo reale di concertazione su quello che c’è, su quello che si programma, quando e come. Sono diverse le questioni aperte: case della salute, letti per le cure intermedie, l’aggregazione dei medici di famiglia fino ai servizi socio sanitari domiciliari. In questo quadro diventa  di fondamentale importanza come sarà utilizzata l’aria dismessa di Campo di Marte per costruire un sistema socio sanitario integrato in grado di dare risposte che prevengano l’ospedalizzazione e di accompagnamento  del paziente dimesso nel territorio fino al domicilio”.
Criticità vengono rilevate anche sul fronte della non autosufficienza. “Da ultimo e non meno importanti – spiegano Franco Chiriaco e Francesco Fontana – le questioni riguardanti la non autosufficienza. E’ stata importante la legge regionale sulle persone anziane ultra sessantacinquenni non autosufficienti. Importanti le risorse messe a disposizione, compreso quelle a copertura di quanto cancellato dal governo Berlusconi.
Diversi i progetti e molti  gli interventi  attivati a favore delle persone e delle loro famiglie. Si tratta di proseguire il lavoro di verifica avviata, sulla quantità e qualità degli interventi fatti, e di concertazione nella fase di progettazione, sapendo che per noi i due parametri di riferimento centrali sono le risposte da dare alle persone non autosufficienti e alle loro famiglie in coerenza e nel rispetto di quanto previsto dalla legge regionale in materia di progettazione”. “E’ in questo quadro così definito – aggiungono i rappresentanti Cgil – che preoccupa le incertezze che investono la Conferenza dei Sindaci,il soggetto più importante della programmazione e uno dei tavoli decisivi per il confronto con le organizzazioni sindacali.,che, ad oggi, è incapace di eleggere il proprio Presidente,mostrando la sottovalutazione delle urgenze che il sistema sanitario e sociale lucchese sta attraversando. Sollecitiamo una rapida soluzione e una nuova volontà di divenire un autentico soggetto di sollecitazione e di confronto  sui temi che investono la salute,la prevenzione e la cura  dell’insieme della popolazione lucchese”.