
La riforma della Pubblica Amministrazione del governo Renzi fa temere per il futuro delle Camere di Commercio. E i dipendenti della sede di Corte Campana iniziano già a preoccuparsi per il loro futuro: “Il disegno di legge che il Consiglio dei Ministri ha approvato l’11 luglio – si legge – per riorganizzare le amministrazioni pubbliche, di fatto annulla l’esistenza delle Camere di Commercio (art.9).
Ma cosa sono le Camere di Commercio? Le Camere non hanno elezione politica: è il loro punto di forza ma anche di debolezza, sono infatti gestite direttamente dalle categorie economiche con i loro rappresentanti. Queste sono le competenze: Regole e servizi – registro delle imprese, regolazione del mercato e legalità, servizi in materia di ambiente; competitività e sviluppo economico del territorio e delle imprese – formazione, studi e ricerche, internazionalizzazione, proprietà industriale, servizi per il turismo, certificazione per il commercio estero e altro ancora”.
“Con questo disegno di legge – prosegue la nota dei dipendenti – il registro delle imprese verrebbe trasferito al Ministero dello sviluppo economico con ulteriori costi per tutti i cittadini e non solo per le imprese, lasciando per strada le consolidate competenze del personale camerale ed elevata qualificazione dei sistemi di informatizzazione e digitalizzazione; la conseguenza è anche il venir meno di tutte le altre funzioni camerali (ufficio metrico, marchi e brevetti, conciliazione e arbitrato, certificati di origine, depositi listini prezzi, albi e ruoli etc.) considerata la previsione di abolire l’onere del contributo versato annualmente dalle imprese. Stiamo per tagliare la testa ad una delle poche strutture pubbliche efficienti e di sostegno al mondo economico, ne sono la conferma tutte le indagini di people satisfaction: l’80% delle aziende con meno di 50 dipendenti e addirittura il 90 per cento di quelle più grandi manifestano un indice di gradimento elevato nei confronti dei servizi resi dalle camere di commercio italiane. Il più alto tra tutti gli enti della pubblica amministrazione”.
“Da anni le camere di commercio operano in una prospettiva di efficienza e razionalizzazione con particolare attenzione ai costi, inoltre il trend di variazione del personale camerale dal 2003 al 2012 segna un meno 12 per cento (il doppio rispetto al dato della pubblica amministrazione) pur mantenendo tutti i servizi ed aggiungendone anche di nuovi. Si sottolinea che gli interventi a favore del sistema delle imprese sono cresciuti in termini economici del 47 per cento nel periodo 2007/2012 e che con il contributo delle proprie aziende speciali sono state gestite in modo efficiente le risorse comunitarie. Le Camere di commercio hanno sostenuto le imprese attraverso l’erogazione nei confronti dei Confidi dei fondi atti ad aumentare la disponibilità del plafond e quindi a fungere da vero e proprio salvagente per un sistema economico che non ha certo avuto aiuti dallo Stato né sotto forma di detassazione né sotto forma di liquidazione dei debiti contratti con le singole imprese. A proposito, le camere di commercio hanno sempre tempestivamente assolto ai propri debiti nei confronti delle imprese loro creditrici”.
“La cancellazione del diritto annuale – dicono ancora i dipendenti – comporta un risparmio medio lordo di 10 euro al mese per impresa (7 per le piccole imprese) a fronte di una totale assenza di servizi, contributi, assistenza, formazione e tanto altro ancora. Lo conferma l’avviso sul nostro sito che sospende tutti i contributi per la promozione sul territorio delle imprese. Noi dipendenti del sistema camerale di Lucca non ci vogliamo sottrarre ai nostri doveri, anzi, riteniamo che una riforma del sistema sia indispensabile. Vogliamo dare il nostro contributo anche per risolvere il problema principale dell’Italia: la mancanza di lavoro. Le Camere di Commercio possono incrementare la propria attività per facilitare l’incontro tra domanda ed offerta, inserendo anche la formazione ad hoc. Altri servizi come il micro-credito alle imprese, il fondo di garanzia, sono importanti perché sono queste le cose di cui le imprese e i cittadini hanno bisogno oltre ad una poderosa iniezione di fiducia”.
“Fiducia – concldono – che a noi sta mancando perché di fronte al dilagare della crisi economica e della disoccupazione, le citate risposte politiche vanno in direzione opposta a quelle necessarie. Invitiamo il consiglio e la giunta della Camera di Commercio di Lucca ad intervenire e nello stesso tempo sollecitiamo le istituzioni locali a promuovere azioni di tutela di un ente di vitale importanza per il tessuto economico del nostro territorio”.