Vetreria Guidi, lavoratori in cassa integrazione da novembre e senza ammortizzatori

“Nessun risultato è emerso dall’incontro che si è svolto in Provincia sulla vertenza della Vetreria Guidi”. Così commentano l’esito del vertice i segretari provinciali di Filctem Cgil, Paolo Bruni e Femca Cisl, Andrea Satti. I sindacati, accompagnanti da una nutrita schiera di lavoratori dell’azienda, ormai chiusa e sottoposta a procedura concorsuale, si sono incontrati con l’assessore alle politiche del lavoro Francesco Bambini e con i funzionari della provincia per ricordare che dal mese di novembre si trovano in cassa integrazione straordinaria e che la stessa non è stata ancora autorizzata (di conseguenza non vengono percepite le relative indennità) dal ministero. Inoltre l’azienda da tre mesi ha sospeso l’erogazione delle competenze residue a favore dei dipendenti (precedenti retribuzioni non riscosse) che a fine anno erano state oggetto di un accordo che ne prevedeva il pagamento rateale con scadenza mensile.
“I sindacati – si legge in una nota – denunciano una situazione del tutto anomala probabilmente ai limiti della legalità e della correttezza, quantomeno etica. Sfruttando tutta una serie di procedure (prima crisi aziendale, poi liquidazione della società ed infine richiesta di ammissione al concordato preventivo) di fatto i vecchi proprietari continuano a lavorare con impianti ed attrezzature della ormai defunta Vetreria Guidi attraverso due nuove società costituite ad hoc; mentre ancora nessuno risponde per gli impegni presi nei confronti dei dipendenti che da novembre 2013 si trovano senza lavoro, senza retribuzione e senza ammortizzatori sociali. I vecchi proprietari dichiarano oggi di non poter agire per la società sottoposta a concordato (ma prima hanno affittato gli impianti alle nuove società di loro stessi); il tribunale fallimentare non ha ancora definitivamente affidato l’incarico ad un commissario delegato che possa occuparsi anche delle sorti dei dipendenti (ma sicuramente avrà confermato o si appresterà a farlo l’affitto di ramo d’azienda); il ministero non approva la cassa integrazione per mancanza di idonea documentazione”.
Cgil e Cisl insieme alle lavoratrici e lavoratori chiedono alla amministrazione provinciale di sostenerli facendosi portatori delle loro istanze nei confronti del tribunale e del ministero “affinché – dicono – si superino i ritardi e non si concedano ulteriori proroghe che aggraverebbero ancora di più la loro situazione, dato che tutti hanno una buona scusa, ma gli unici a pagare sono i lavoratori. Ancora storie di ordinaria follia in una Repubblica fondata sul lavoro, ma che non tutela i lavoratori”.