Rossi: “Liberazione, Giannecchini sia invitato a eventi”

Il partigiano Lilio Giannecchini sia invitato alle celebrazioni per il 70esimo anniversario della Liberazione di Lucca e in particolare al consiglio comunale in programma il 5 settembre prossimo in cui si ricorderà l’eccidio di Farneta. A chiederlo, con una lettera inviata ai membri del comitato per le celebrazioni dei 70 anni dalla Liberazione di Lucca, al presidente e agli assessori della Provincia e a tutti i sindaci, è Bruno Rossi, presidente del comitato a difesa dell’istituto storico di Lucca, che chiede di ammettere Giannecchini, che versa tra l’altro in gravi condizioni all’ospedale San Luca, alle cerimonie.
“Come presidente del Comitato a Difesa dell’Istituto Storico di Lucca – scrive Bruno Rossi – già membro del Direttivo dell’Istituto storico della Resistenza fino alla esautorazione del Direttore Lilio Giannecchini, avvenuta contro ogni regola, sulla base di un pretestuoso processo intentato allo stesso sulla base di notizie giornalistiche, culminate in un processo da cui lo stesso Giannecchini è uscito assolto con formula piena, pongo all’attenzione di questo Comitato l’esclusione del Giannecchini dalle celebrazioni della Liberazione di Lucca e della memoria delle stragi nazifasciste dell’estate 1944, culminate nell’eccidio della Farneta. Ricordo a voi tutti – aggiunge – che Giannecchini ha contribuito in maniera determinante a mantenere in vita la memoria di questi eventi, curando personalmente la raccolta dei documenti e la ricostruzione degli stessi episodi. In particolare ha curato l’apposizione di targhe e cippi in quasi tutte le località legate agli eventi e, per quel che riguarda la Liberazione di Lucca, ha ricostruito l’episodio, determinante per la salvezza di Lucca, del passaggio di quattro giovani partigiani, che sfuggendo a pattuglia tedesca, aveva informato gli Alleati che Lucca poteva considerarsi sostanzialmente sgombera da truppa tedesca in grado di contrastare l’avanzata, per la quale quindi non era più necessaria compiere il bombardamento previsto dagli alleati. Di questi giovani egli ha rintracciato i nomi, perpetuando la memoria, ed all’unico sopravvissuto, su sollecitazione di Giannecchini, l’allora sindaco di Lucca Mauro Favilla aveva offerto il riconoscimento del Comune. A complemento di quanto detto si invia la richiesta d’intervento l’intervento al Consiglio Comunale congiunto del 5 settembre 2013. D’altra parte aveva già ottenuto, nel 2006, dall’allora presidente della Provincia, Andrea Tagliasacchi, l’ambito riconoscimento della Pantera d’Oro all’Istores da lui diretto ’per l’impegno e la dedizione profusi negli studi storici e nell’attualizzazione del significato della resistenza e della guerra di liberazione come base essenziale dell’identità storica del territorio lucchese’. Quanto poi alla vicenda di Don Aldo Mei è stato il Giannecchini a raccogliere e custodirne le memorie, sottraendole all’abbandono ed all’oblio, senza ricevere nemmeno un cenno di gratitudine o ringraziamento pubblico. Infine per la vicenda della strage della Farneta Giannecchini ha fornito tutto il materia e l’appoggio dell’Istituto Storico della Resistenza di Lucca al professor Nicola Laganà, che ha prodotto un pregevole volume sulla vicenda, la cui pubblicazione Purtoppo sul nido d’implumi il nibbio fece sua preda, edito dall’Istores di Lucca”. In un’altra lettera, stavolta inviata ai presidenti del Consiglio e ai capigruppo di Comune e Provincia di Lucca, Bruno Rossi, chiede di far intervenire lo storico Nicola Laganà, Lilio Ginnecchini: “In rapporto ai tragici eventi relativi all’eccidio della Farneta, che conobbe il suo inizio alle ore 23,45 del 2 settembre 1944, il Comitato a Difesa dell’Istores di Lucca ritiene necessario ricordare questa data e la successiva Liberazione di Lucca con la dovuta solennità e col rendere pubblica la memoria relativa ai nomi ed alle circostanze dei due avvenimenti, purtroppo non collegati fra di loro, Lucca era già stata liberata il 5 di settembre, ma le Ss erano ancora presenti nella Certosa il 6 settembre quando la colonna dei rastrellati, ivi compresi i certosini, partirono per una lunga marcia verso Carrara, ed il riconoscimento che si deve a coloro che riuscirono a ricreare la memoria dei fatti, in primis Domenico De Nozza, dirigente dell’ufficio politico della Questura di Lucca, di cui abbiamo rintracciato una relazione dei fatti della Certosa, ed in seguito gli studiosi storici degli avvenimenti, fra cui spicca Nicola Laganà Purtoppo sul nido d’implumi il nibbio fece sua preda, edito dall’Istores di Lucca, allora diretto da Lilio Giannecchini, che fu promotore della pubblicazione. Lo stesso Lilio Giannecchini ha contribuito alla ricostruzione della liberazione di Lucca, riportando alla memoria i nomi dei quattro giovani partigiani che, a rischio della vita, informarono il Colonnello Sherman ed il Capitano Gandy , che stavano per ordinare il bombardamento di Lucca, definita città fortificata, del fatto che i Tedeschi avevano abbandonato la città e che i cittadini di Lucca potevano essere considerati liberi. Su sollecitazione di Giannecchini – aggiunge Rossi – il governo Usa ha disposto la tumulazione dei due ufficiali americani nel cimitero nazionale statunitense di Arlington ed il Comune di Lucca ha attribuito la cittadinanza onoraria; sempre su iniziativa del direttore Giannecchini il Comune di Lucca ha concesso una onorificenza ad Alfonso Pardini, uno dei quattro patrioti che attraversarono l’Ozzeri per avvisare gli americani (gli altri tre erano Guglielmo Bini, Giuseppe Lenzi e Alberto Mencacci).Premesso tutto questo il Comitato chiede che vengano invitati al Consiglio Congiunto Comunale e Provinciale di Lucca del prossimo 5 settembre lo storico Nicola Laganà, Lilio Giannecchini ed i parenti dei quattro coraggiosi patrioti, nonché del Questore e del Prefetto di Lucca, depositari della memoria storica di De Nozza”.