Nubifragio, allarme di Ance: “Basta disastri annunciati”

26 luglio 2014 | 09:58
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Nubifragio, allarme di Ance: “Basta disastri annunciati”

“E’ una vergogna! Non possiamo più restare a guardare impotenti, nè come cittadini nè come aziende, di fronte allo scempio che puntuale come un orologio si ripresenta a danno del nostro territorio, delle nostre realtà”: Amaro lo sfogo di Renato Galli, presidente di Ance Lucca, che dà voce alla frustrazione delle tante aziende lucchesi costrette a fare i conti con l’ennesimo disastro annunciato legato al maltempo di lunedì notte. “Ci sta franando letteralmente il terreno sotto i piedi, senza che nessuno si occupi di salvaguardare in modo strutturale attività, abitazioni, persone, con una programmazione seria; spettacolo indegno – continua Galli – assistere allo sterile rimpallo di responsabilità quando in questi anni si è pensato più a salvare poltrone che a investire sul territorio. L’unico colpevole è, a nostro avviso, l’incapacità di decidere da parte di chi dovrebbe farlo per mestiere”.

Ance Lucca ribadisce che l’adozione sistematica di misure di prevenzione, attraverso una manutenzione programmata del fiume con il monitoraggio periodico degli argini e dell’alveo è l’unica soluzione. Si tratta del famoso Progetto Serchio che rappresenta la mission della struttura creata ad hoc da 10 imprese lucchesi, in seno ad Assindustria Lucca, agli inizi degli anni ‘90: il Consorzio Serchio 2000. “Il Consorzio Serchio 2000 – spiegano da Assinidustria – in oltre 20 anni, nonostante le numerose porte sbattute in faccia, non si è arreso: recentemente ha presentato, ovviamente a proprie spese, un nuovo progetto per la messa in sicurezza dell’area industriale di Diecimo alla confluenza del torrente Pedogna, una zona che registra le grandi preoccupazioni delle aziende che vi lavorano e che, a questo punto, temono per l’incolumità dei centinaia di addetti”. “Non abbiamo avuto neanche la soddisfazione di una risposta dagli enti – tuona Renato Galli – nè come noi, il prefetto che si è interessato della vicenda. In questa materia le imprese e i professionisti si scontrano con una selva di competenze e di prerogative rimbalzando come palline da un ufficio all’altro: da un lato quelli dell’Autorità di bacino, a cui in questi anni abbiamo sollecitato quasi ossessivamente l’assoluta necessità di interventi di manutenzione urgenti, ma che continuano a ripetere che non esistono situazioni di criticità o sovralluvionamenti, che non ci sono interventi da fare e, producendo una marea di rilevazioni, studi, carte, disegni, fanno capire, comunque, che il fiume non si tocca; dall’altro quelli della Provincia che, purtroppo, non ha mai imposto le proprie competenze istituzionali per condividere con l’Autorità di bacino interventi di manutenzione programmata in alveo. Ma quando si capirà che la chiave è intervenire prima, non dopo? Le aziende sono pronte a metterci la faccia, la loro reputazione, e avviare un percorso di collaborazione serio tra operatori privati e enti pubblici che sia reale, innovativo e soprattutto efficace nel quale le risorse programmate siano impiegate per prevenire i disastri e non siano invece ramazzate alla bisogna per fare interventi tampone, che costano dieci volte tanto  e che non risolvono in modo strutturale il problema”. “Chiediamo quindi con forza – propone Galli – che sia avviato subito un tavolo tra operatori del settore e tecnici dell’amministrazione provinciale per definire e programmare interventi che vadano nella direzione sopra indicata. Ance Lucca ricorda che in questi mesi Ance, architetti, geologi e Legambiente si sono uniti nella grande iniziativa nazionale Dissesto Italia – viaggio nel Paese che crolla, la prima web inchiesta, sfociata nella presentazione, a giugno, di una petizione ufficiale al governo, nella quale sono documentati i disastri idrogeologici italiani negli ultimi decenni. Vedere per credere”.