Avvio piano strutturale, alle 3 arriva il sì del Consiglio

Piano strutturale, stavolta è la volta buona. Per l’avvio del procedimento, infatti, è la seconda seduta di consiglio comunale, prosecuzione ideale dell’assise di martedì scorso, a dare il via libera definitivo. Che sarà una seduta lunga ma proficua per la maggioranza lo si capisce già dalle battute iniziali del Consiglio. Apre, infatti, l’assessore all’urbanistica Serena Mammini, con un appello bipartisan a valutare i contenuti del documento (“Già migliorato – dice – e ulteriormente migliorabile”) e a contribuire come Consiglio nel complesso, e non come maggioranza e minoranza, alla sua adozione e alla sua realizzazione. Un appello, insomma, ad abbassare i toni e a superare contrapposizioni che non contribuiscono all’obiettivo finale, quello di dotare la città di uno strumento urbanistico efficace.
Ad aprire il dibattito è poi proprio il presidente della commissione urbanistica, Lucio Pagliaro, del Pd, soddisfatto del lavoro dell’assessore, della giunta e per il mutato cambio di clima anche nei confronti del lavoro della commissione stessa, di cui la giunta ha recepito la gran parte degli emendamenti: “Quello di oggi – ha detto – è un giorno importante per la città che aveva un urgente bisogno di un regolamento del territorio, dopo l’inadeguato regolamento urbanistico del 2004 e il mancato controllo successivo che ha portato a tutti i problemi, anche giudiziari, che si sono verificati in questi dieci anni. Per il lavoro fatto dobbiamo ringraziare poi l’assessora Serena Mammini, che ha deciso insieme al sindaco che l’avvio del procedimento passasse in Consiglio, nonostante potesse essere compiuto con un mero atto di giunta. Una azione per niente scontata e che conferma il fatto, presentato già in campagna elettorale, che ci vuole paladini di una città aperta e che crede nel Comune come casa di vetro e trasparente, nelle scelte, rispetto ai cittadini”. “Voglio sottolineare poi – dice Pagliaro (Pd) – il grande lavoro della commissione che presiedo. Abbiamo potuto svolgere un congruo numero di commissioni nonostante si fosse in un periodo di ferie estive. Commissioni, peraltro, molto partecipate da maggioranza e minoranza ed anche arricchenti visti i risultati prodotti. Tant’è che la maggior parte dei 90 emendamenti presentati, al di là della loro provenienza, sono stati fatti propri dalla giunta. Il lavoro di confronto e riflessione porta certamente a un allungamento dei tempi ma, una volta fugato il sospetto del suo carattere ostruzionistico, ha portato a mio parere anche un miglioramento del testo e una maggiore condivisione dello stesso, visto che la bozza è arrivata ai consiglieri nella seconda metà di giugno”. “Gli indirizzi nella relazione di avvio – ha concluso – mi lasciano credere che questa amministrazione potrà approvare un piano strutturale degno di questa città. Abbiamo certamente il dovere di conservare quello che ci ha lasciato, ma anche di migliorare e arricchire il territorio che lasceremo ai nostri figli. Dobbiamo insomma accettare la scommessa di migliorare il paesaggio urbano e rurale. Con l’avvio del procedimento ci impegniamo a portare a termine gli impegni contenuti nel documento, con il contributo proficuo di tutti”.
Il dibattito in aula
Apre il dibattito fra i consiglieri la capogruppo del Movimento Cinque Stelle, Daniela Rosellini: “In questo testo – afferma – non c’è il coraggio di osare. Da una parte si strizza l’occhio all’ambiente e all’innovazione, dall’altra si ritorna alla politica tradizionale dei parcheggi e delle strade. Ci trovo, insomma, diverse contraddizioni. Si vuole incentivare una mobilia sostenibile ma si fanno nuove strade e nuovi parcheggi e non è così che si stimola il cambiamento di abitudini. Decisioni che poi prevendono nuovo consumo di suolo. Bisognerebbe capire invece, forse in maniera più precisa, dove va la città fra vent’anni. Fra gli allegati, ad esempio, ho visto uno studio sul traffico che parla di dati in negativo. Sarebbe stato interessante capire anche i dati di sviluppo socioeconomico, in modo da decidere che città vogliamo, ma partendo da un’analisi seria”.
Roberto Lenzi (Italia dei Valori) plaude all’intervento “conciliatore” dell’assessore Mammini, sottolineando come questo tipo di atteggiamento avrebbe forse snellito i lavori delle ultime settimane intorno al tema del piano strutturale. Ma, aggiunge Lenzi, resta il fatto che il testo di avviamento del procedimento non risponde agli auspici del programma elettorale e all’adozione di strumenti semplici e di facile adozione promessi dal sindaco. Dubbi da Lenzi anche sul metodo: per il consigliere Idv al metodo deduttivo, che dalla declinazione di categorie generali e astratte arriva a indicazioni concrete, che ha determinato contraddittorietà ed inefficacia, avrebbe preferito il metodo induttivo partendo dal particolare per poi enunciare concetti generali. Metodo che, per il consigliere Lenzi, dovrebbe essere seguito nei passaggi futuri verso l’applicazione del piano strutturale.
Plauso al lavoro della commissione urbanistica arriva dal consigliere di maggioranza Paolo Moriconi (Pd): “All’interno della commissione – dice Moriconi – sono stati fatte molte discussioni, ma il risultato dà un segnale nuovo alla città, Si andrà a costruire molto poco, specie nelle zone di grande cementificazione. Si andranno a salvaguardare le piccole zone, i cunei, appezzamenti nell’area periferica delle mura, si tende all’aumento dei residenti del centro storico, si va a dare un segnale alle periferie, valorizzando i centri di quartiere e i paesi. Altra cosa importante è il mantenimento del parco fluviale, un’area dove i cittadini possono andare a fare sport e respirare aria buona così come l’ipotesi della demolizione e delocalizzazione di strutture artigianali e industriali dismesse”. Accenno polemico alla questione del parcheggio nella ex Manifattura: “Non siamo contrari alla realizzazione di nuovi parcheggi – dice – ma la realizzazione di mille posti nell’ex Manifattura, sbandierata dal consigliere Martinelli, non è presente nel testo dove si parla semplicemente della previsione di stalli di sosta anche nella ex struttura manifatturiera”.
Dal consigliere Luca Leone (Impegno Comune) arriva un assenso di massima alle finalità del documento. Il consigliere apre, però, due questioni importanti, non adeguatamente, a suo parere, affrontate nel testo: quello dell’insediamento dei nomadi, nella zona del cimitero urbano e della ipotesi di delocalizzazione dell’attuale carcere di San Giorgio.
Lungo e polemico l’intervento del capogruppo di Forza Italia, Marco Martinelli che si rivolge a sindaco e giunta: “L’impegno che il sindaco aveva preso con la città – ricorda Martinelli – di presentare il piano entro il primo anno dell’amministrazione non è stato rispettato e lo scorso anno è stato presentato il piano strategico, strumento di cui non se ne sentiva l’utilità. Abbiamo oggi la conferma del tempo sprecato in termini di risorse e di energie. Due anni di nulla, buttati al vento dall’amministrazione, sono uno schiaffo alla città che conferma l’immobilismo di questa giunta. Nel testo dell’avvio del piano strutturale appaiono un paio di principi generici e scontati, alla base dei documenti di qualunque amministrazione locale. Un documento che è un libro di sogni che dimostra di non tenere conto delle reali esigenze dei cittadini. Temi generali che non si possono non condividere, ma purtroppo queste cose sono già state promesse ai cittadini in campagna elettorale, ma intanto sono sotto gli occhi di tutti i disastri ai danni delle famiglie e delle imprese del territorio. Dalla questione del Piuss, alle casette di legno per i nomadi, ai tagli del trasporto pubblico locale. Tutte segno di sbandamento e dilettantismo dell’amministrazione. In riferimento al richiamo al disastroso sviluppo urbanistico degli ultimi 15 anni vorrei ricordare che Lucca non è più urbanizzata di altre città della Toscana, ma intanto è stata rivalorizzata grazie a grandi manifestazioni come i Comics e il Summer Festival e al recupero di grandi aree e piazze e alla loro restituzione ai cittadini e turisti. Oltre al recupero di San Girolamo, San Romano e Agorà da ricorcare anche opere infrastrutturali come i parcheggi Carducci e Palatucci, il sottopasso di viale Castracani e la rotonda davanti a piazza Santa Maria”. “Contesto poi – prosegue Martinelli – l’apologia del piano regionale, un testo che non è inteso a garantire lo sviluppo sostenibile e del tutto illusorio. La vera scelta di politica urbanistica è come prevedere e incentivare il recupero del vasto patrimonio edilizio esistente. Mentre in termini di principio si afferma una cosa, dall’altra si afferma l’esatto contrario. A ciò si aggiunge un’altra valutazione critica generale, la separazione fra città e campagna, che evidenzia un approccio accademico sorpassato. Il territorio toscano e lucchese, ormai costellato da una miriade di situazioni differenziate, non può essere ridotto solo alle due categorie di città e campagna e non può essere stabilita per legge dalla Regione”. Due i punti che Martinelli sottolinea nella loro importanza: “E’ importante – dice – che sia stato inserito nel testo il concetto di città gioiello unico in cui le bellezze e le ricchezze siano in grado di attrarre economia nella città. Importante anche l’accoglimento della previsione di un parcheggio alla manifattura Tabacchi, attrattivo e inclusivo per cittadini lucchesi e non. Prioritario anche l’asse suburbano e che sia prevista la realizzazione di un altro ponte sul Serchio per snellire il traffico”. “Per concludere le linee guida – dice – su cui si muoverà Forza Italia quando sarà partito l’iter del piano strutturale saranno semplificazione, ovvero offrire al cittadino e agli operatori una Normativa chiara, certa e soprattutto che non si presti ad interpretazioni arbitrarie o conflittuali; superamento della divisione rigida di città e campagna: con l’introduzione della cosiddetta fascia tra le due realtà al fine di evitare una visione accademica che finirebbe inevitabilmente per ingessare Lucca con l’aggravante di avallare un meccanismo impositivo e di sapore dirigista – regionalista; la campagna come luogo di sviluppo: interverremo per ribadire concretamente che le attività agricole sono squisitamente attività economiche e che esse vanno sostenute nell’interesse di tutti; il recupero del Pee anche attraverso la rigenerazione urbana attraverso forme di incentivazione e contrarietà ad ogni forma di oneri aggiuntivi in modo da poter prospettare una ripresa del settore edile e del suo indotto; sussidiarietà: sarà necessario che L’amministrazione Comunale faccia sentire il suo peso intervenendo sulla giunta regionale per evitare che la Regione diventi una sorta di cabina di regia totalizzante in materia urbanistica in modo da mettere i Comuni nelle condizioni di rispondere ai loro cittadini. E infine respiro alla media e piccola distribuzione: i presidi economici medi e piccoli non rappresentano solo il tessuto produttivo del nostro territorio che dobbiamo convintamente sostenere, ma sono anche un punto di forza che vogliamo sia maggiormente evidenziato. In questo senso mettere un freno alla grande distribuzione attraverso percorsi di scoraggiamento urbanistico è una scelta politica e culturale prima che economica. Chiediamo quindi una ferma presa di posizione dell’amministrazione per impedire la realizzazione di grandi centri commerciali nei grandi complessi dismessi alle porte della città. Al tempo stesso è importante vista anche la deliberazione 41 del 6 giugno 2013 di consiglio comunale creare le condizioni urbanistiche per favorire l’ingresso dentro la città di punti vendita di media distribuzione con una capacità di attrazione non solo su se stessi ma su tutto il centro. La nostra città, che già possiede negozi storici unici di grande attrazione, creando le condizioni idonee per l’ingresso dentro le mura di alcuni marchi di qualità, attraverso l’adattamento e l’utilizzo o riutilizzo, a seconda dei casi, di palazzi e contenitori attualmente vuoti o inutilizzati e con la realizzazione di adeguati parcheggi, diventerebbe meta sempre più appetibile per i visitatori”.
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Il gruppo di Forza Italia – conclude – non si opporrà all’avvio del procedimento al piano strutturale perché ritiene fondamentale dare alla città nuovi strumenti urbanistici, ma non parteciperà alla votazione perché non condivide gran parte dei principi che hanno ispirato il vostro documento”.
La replica dell’amministrazione
Prima del complesso voto sugli emendamenti hanno ripreso la parola sia l’assessore Serena Mammini sia il sindaco Tambellini. “Il consigliere Martinelli – ha detto la Mammini – ha parlato del nulla. Non è vero che non è stato fatto nulla, ma comunque preferiremmo il nostro nulla al troppo fatto negli anni passati. Favilla stesso nel 2008 ammise lo sforamento delle Utoe, dimostrazione del controllo assente del territorio. Volevo sottolineare amcje che con la delibera di stasera ci troviamo anche a revocare la delibera di avvio del procedimento del 2010. Ma voglio accogliere un invito: a recepire e ad accogliere. Ma poi il compito di chi governa è poi anche quello di decidere. Dobbiamo ascoltare, condividere, lavorare insieme, ma anche fare delle scelte e fare sintesi di tutto quello che verrà proposto. La consigliera Rosellini diceva di osare e per questo mi invita a nozze. Se avessimo osato troppo nell’avvio mi avrebbe detto che avremmo osato troppo. Osiamo, ma osiamo insieme. In questo senso alcune parti della relazione sono appositamente un po’ astratte. Se fossimo entrati nel dettaglio non avremmo avuto rispetto per le vostre idee di consiglieri. Dobbiamo trovare il metodo migliore per perdere il meno tempo possibile e anche, magari, per osare. Ma è nel piano strutturale che dobbiamo osare e non nell’avvio del procedimento”.
Il sindaco Alessandro Tambellini parla in maniera ampia del testo e delle intenzioni dell’amministrazione: “Quando si parla di strategie per la città bisogna chiarire che le linee strategiche possono essere solo alcune e tuttavia di grande rilevanza – dice il primo cittadino – Una di queste è mantenere il sistema manifatturiero che abbiamo e se possibile incrementarlo. Non potremo dar vita a nuovi insediamenti ma ciò che esiste sul territorio non deve scomparire. E poi dar vita a nuove attività che per la città sono nuove come le tecnologie, che hanno un alto valore aggiunto e un basso impatto ambientale. Così come cerchiamo di preservare il commercio tradizionale così com’è. La cultura è un altro grande ambito di interesse di questa amministrazione: le attività culturali saranno un compendio da offrire a chi sceglie di stare da noi per un po’. Ci metto anche il mercato del Carmine, che diventerà elemento attivo e cuore pulsante all’interno del centro storico”.
“Il turismo – spiega il sindaco – sarà attività che potrà arrivare a fornire parte consistente del nostro prodotto interno lordo, fino al 20 per cento. Ma è necessaria una città accogliente, che dia assistenza al turista e che in questo senso la cura del territorio è fondamentale. In questo senso entro il 2015 spariranno i cassonetti dell’immondizia in ogni parte della città. E ancora, sul sistema delle infrastrutture: non siamo convintamente costruttori di strade, tant’è che abbiamo ottenuto 220 milioni di euro per il potenziamento della ferrovia, elemento di novità assoluta per il nostro territorio, per cui riusciremo a percorrere in un’ora il percorso da Lucca a Firenze, un altro degli elementi che ci stanno a cuore. Alcune infrastrutture, come l’approdo dei bus di linea alla stazione, è qualcosa che si dice da 40 anni, ma nessuno lo ha mai fatto. Tentiamo di realizzarlo noi, in tempi brevi, perché crediamo nello scambio gomma-rotaia. Così come il sistema delle infrastrutture delle piste ciclabili che colleghi i monti pisani con le colline a nord attraversando il centro storico. Sarebbe molto bello poi poter acquistare i terreni infragolenali e poterli mantenere in un certo stato. Non credo che ci sia reso possibile dalle finanze di questo Comune, ma siamo molto impegnati affinché il parco fluviale abbia determinate caratteristiche. Per quanto attiene alla permanenza degli abitanti sulle colline tenteremo di favorirle in ogni modo. Vorremmo che zone come la Brancoleria siano presidiate e dovremo in maniera attenta e oculata favorire la permanenza degli abitanti in quei luoghi perché ogni permanenza altrove è un assenza di presidio territoriale. con le conseguenze viste nei casi di maltempo. Considerazioni che avviamo alla riflessione di tutti come altri aspetti. Quando si parla di paesaggio, per esempio, non si parla solo delle foreste planiziali residue e delle attività agricole ma di un paesaggio urbano che eviti territori marginalizzati e recuperino a un abitato di alto livello”.
“Concludo con alcune altre considerazioni: il parcheggio della manifattura, ad esempio. Mi sembra di ragionare con un mondo di persone al di fuori di ogni regola di razionalità. Se si incrementa la funzionalità del centro storico con recupero della ex manifattura bisogna trovare il modo di dare servizio a quell’area. Se si ritiene che il centro storico debba recuperare funzioni abitative perché gli 8500 di ora sono pochi dobbiamo pur farlo, ma alla fine occorre liberare dalle auto le piazze del centro storico come piazza San Romano o piazza Sant’Alessandro. E ancora, le rotatorie. Bene l’idea di realizzarne una al Porta Elisa, ma occorre pensare, per esempio, a una rotatoria di collegamento dai viali di circonvallazione con piazzale Italia visto che il collegamento con Sant’Anna è interrotto”. “Questione nomadi – dice riferendosi all’intervento del consigliere Leone – Siamo tenuti per legge ad avere un campo di transito, poi occorre evidentemente ragionare su dove possiamo e vogliamo averlo e dove sia più opportuno. Sono dell’opinione che il parco fluviale debba tornare alla sua primitiva costruzione e non capisco come si sia potuto autorizzare nel tempo un riporto così sostanzioso di materiale. Anche sul carcere, che attualmente è “solo” una casa circondariale, ci sono delle scelte da fare, ma del carcere si parlava 30-40 anni fa e non è mai stato fatto nulla”. Il sindaco risponde anche a Lenzi, che aveva messo in dubbio la rappresentatività della sua maggioranza: “Ci sentiamo autorizzati a operare e a decidere – dice – avendo ottenuto un mandato largo, di portare avanti una delle grandi emergenze della città che è l’urbanistica. Un’urbanistica che come somma di volumi faccia zero. Poi servirebbe che il governo ci aiutasse ad acquistare dai fallimenti, per destinare all’edilizia residenziale pubblica gli immobili. Compreremmo a un prezzo concorrenziale dalle banche, aiuteremmo il territorio e la sua riqualificazione”.
Il voto sugli emendamenti
E’ subito polemica sul voto sugli emendamenti. Dopo le decisioni della conferenza dei capigruppo che aveva deciso per l’illustrazione dei diversi emendamenti, l’esposizione della posizione del presidente della commissione sul parere della stessa e dell’amministrazione sul proprio parere, si sarebbe dovuto procedere al voto senza dichiarazioni di voto del proponente e dei capigruppo. Questione contestata prima da Luca Leone, di cui è stata invece respinta una mozione d’ordine per snellire la pratica, che permettesse al presidente della commissione di esporre contemporaneamente la posizione della commissione e della giunta, poi da Marco Martinelli, che ha chiesto, da regolamento, e nonostante le rimostranze del segretario che si appellava alla decisione della conferenza dei capigruppo, di votare secondo regolamento ovvero con possibilità di dichiarazioni di voto emendamento per emendamento. Si è raggiunta, dopo una breve riunione dei capigruppo, una soluzione di compromesso: è il presidente che esplicita la posizione della commissione, poi si tiene la presentazione del proponente, la dichiarazione della giunta e quindi un dibattito con un minuto di tempo massimo a disposizione dei capigruppo, quindi il voto.
Una lunga serie di emendamenti, presentati da Leone (Impegno Comune), Lenzi (Italia dei Valori), Martinelli (Forza Italia) e Rosellini (Movimento Cinque Stelle) dopo ore di interventi e discussioni, con i toni che si sono alzati in un paio di occasioni, per un riferimento lessicale ai “nomadi” in un emendamento di Leone che ha riacceso le consuete polemiche sul tema e per il riferimento inserito nel testo alle politiche urbanistiche “fallimentari” della precedente amministrazione, sono stati bocciati in blocco salvo due accoglimenti parziali delle integrazioni del consigliere Leone e una precisazione, condivisa anche dagli altri gruppi dopo una breve sospensione, presentata dalla consigliera Rosellini sull’inserimento di Villa Bottini fra le aree in cui completare la riqualificazione della zona ovest della città.
Il voto finale, avvenuto alle 3 di notte, ha visto 17 voti favorevoli e un non voto. Fuori dall’aula al momento della votazione il capogruppo di Forza Italia, Marco Martinelli. Dopo il sì all’avvio del procedimento sono arrivati anche i ringraziamenti del sindaco Alessandro Tambellini ai consiglieri e ai professionisti presenti in aula.
Enrico Pace
VIDEO – Il servizio su DìLucca
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