Fiom Cgil di Lucca: “Impegno comune per fermare il genocidio a Gaza”

Il Comitato direttivo della Fiom Cgil di Lucca “dinanzi ai pesantissimi attacchi dell’esercito israeliano verso la popolazione di Gaza – si legge in una nota – causa di centinaia di vittime tra i civili inermi, chiede alle strutture confederali nazionali e da queste alle istituzioni a tutti i livelli, di esprimersi per pretendere dalle Nazioni Unite tutto quanto possibile allo scopo di fermare la strage, o perlomeno a favorire ulteriori periodi di tregua per l’apertura degli urgentissimi corridoi umanitari. Senza togliere a nessuna delle parti in causa le relative responsabilità, non si può che notare per l’ennesima volta l’abnorme differenza tra le forze in campo e soprattutto tra offesa e relativa reazione tra i due contendenti, con lo sproporzionato e storico uso di armi micidiali da parte dell’esercito israeliano che va a scaricarsi indiscriminatamente sui quartieri civili”.
Il comitato direttivo della Fiom provinciale di Lucca “non può che ricordare- prosegue il testo – come, nel tempo, lo Stato di Israele abbia mantenuto una politica di occupazione continua nei territori assegnati al popolo palestinese, riducendo a questo sempre più le agibilità, le libertà di movimento e l’accesso alle risorse primarie, con ciò che ne deriva in termini di privazioni quotidiane e generali scadenti condizioni di vita, non attuando quindi alcunché di positivo nella direzione di allentare la crescente tensione che ne derivava, oltretutto anche in violazione di risoluzioni Onu in merito ai territori stessi. La Fiom di Lucca quindi ritiene, in questo contesto, assolutamente urgente una profusione di sforzi eccezionale per fermare il genocidio che è in atto, ma soprattutto perché il ruolo dell’Onu abbia un senso e un’efficacia verso tutte le parti in causa, superando proprie ed evidenti parzialità, complicità e interessi concretamente lontani dal diritto di un popolo ad esistere dignitosamente, occorre operare per il superamento dei muri di odio – seppur compito sempre più difficile – dato che di tante dichiarazioni e intenti ad alti livelli, poi non son che tornati colpi di cannone e repressione”.