Per la Valfreddana i fondi regionali non utilizzati nel 2013

Sopralluogo congiunto, questo pomeriggio (31 luglio), per il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini e l’assessore regionale all’ambiente e alla difesa del suolo Anna Rita Bramerini nelle zone colpite dagli eventi alluvionali dello scorso 21 luglio. Il primo cittadino e l’assessore hanno esaminato in particolar modo lo stato dell’arte nella Val Freddana, la località maggiormente martoriata. L’obiettivo è quello di dare il via ad un rapido piano di ripristino dei corsi ostruiti, utilizzando i fondi provenienti dal piano annuale di difesa del suolo approvato a fine 2013 dalla regione e che non sono andati a bando, quindi non utilizzati: fondi che, tuttavia, potrebbero non essere sufficienti, costringendo l’amministrazione regionale ad una seconda tranche di interventi. Sindaco e assessore hanno ragguagliato sulla situazione, nel pomeriggio, al Foro Boario: “Le criticità maggiori – ha detto Tambellini – si registrano, come sapete, in via di Castagnori e in via di Torre, dove la zona più scoscesa del monte è venuta giù, anche se la strada sottostante ha tenuto. Con l’assessore, che ringrazio per la visita, dal momento che certi problemi è sempre meglio affrontarli de visu, abbiamo anche controllato il corso della Freddana e la parte delle casse d’espansione. Si sono colmate zone ad esondazione naturale dove, nel corso degli anni, si è costruito senza tenere minimamente in considerazione della morfologia e delle condizioni di pericolosità. A Gombitelli sono caduti 185 millimitri di pioggia, mentre 140 sono scesi sul versante che dà dalla parte di Forci. La Contesora è rimasta alta, ma nel complesso gli argini hanno tenuto”.
Poi prende la parola l’assessore Bramerini, accompagnata dal consigliere regionale Ardelio Pellegrinotti: “Il sopralluogo? – dice – Un atto doveroso. E’ inevitabile ed opportuno venire a verificare lo stato delle cose di persona, quando si verificano eventi simili. Qui l’eccezionalità è data dalla stagione: cose del genere ce le aspettiamo in autunno, non adesso. Due anni fa ci siamo trovati a dichiarare lo stato di calamità regionale per l’emergenza siccità, mentre ora lo dobbiamo dichiarare per l’inverso. L’alluvione ha molte concause: la tanta acqua che è caduta non basta, da sola, a spiegare il fenomeno. Si sono verificate frane in zone boschive prive di manutenzione, anche da parte dei privati, e sono stati fatti troppi tombamenti in aree a rischio, seguite da un’urbanizzazione inadeguata. Cosa faremo? Ci aspetta un grande lavoro: la priorità è quella di ripristinare i corsi d’acqua ostruiti, per prepararsi al meglio all’autunno. Abbiamo chiesto ai sindaci di fare una valutazione delle somme urgenze: li aiuteranno anche i nostri tecnici. I fondi utilizzati? Attingeremo dal piano annuale di difesa del suolo, approvato a fine 2013: l’anno scorso sono stati messi a disposizione 50 milioni di euro, per un intervento di mitigazione dei rischi su tutto il territorio regionale. Questi soldi sono stati distribuiti sulla base dei progetti presentati dai singoli Comuni e tenendo conto delle urgenze, insieme al genio civile. Se i fondi non bastano utilizzeremo anche quelli del successivo piano, messo a bilancio per il 2015. La volontà resta comunque quella di pervenire ad una rapida messa in sicurezza del territorio. Le critiche alla cassa d’espansione della Freddana? Non sono un tecnico, non posso dirvi io se è fatta bene o meno. So però che è rientrata nel piano dell’Autorità di Bacino: ho chiesto che mi vengano presentati approfondimenti sul tema. Oltre a quella della Freddana, però, è corsa tanta altra acqua: proprio pochi minuti fa il proprietario di un ristorante allagato ci ha fatto vedere un fiumiciattolo che è confluito con forza nel letto maggiore”.
Assessore e sindaco si sono poi recati a Palazzo Ducale, per chiudere lì il pomeriggio di approfondimento sull’emergenza alluvione con i rappresentanti dei comuni di Lucca, Camaiore e Pescaglia, del Consorzio di Bonifica Toscana Nord e dell’Autorità di Bacino del fiume Serchio che hanno analizzato la situazione del territorio evidenziando le criticità maggiori che riguardano cinque strade comunali interrotte, un’abitazione ancora isolata e cinque nuclei familiari evacuati. L’assessore regionale anche in questa sede ha chiesto agli enti di distinguere gli interventi da effettuarsi in regime di somma urgenza da quelli che richiedono interventi più complessi, finalizzati alla messa in sicurezza del definitiva del territorio. In questo modo potranno essere individuati più facilmente i progetti da inserire nel Piano annuale di difesa del suolo che nel mese di settembre sarà rimodulato, con l’impegno dell’assessore di tenere in considerazione la gravità della situazione del territorio lucchese. Le amministrazioni presenti hanno deciso di attivare collaborazioni tecniche in modo da velocizzare la definizione degli interventi sul reticolo minore e snellire la fase progettuale, per massimizzare la possibilità di accedere ai finanziamenti regionali. La priorità condivisa da tutti è quella di effettuare al più presto i primi interventi, in particolare quello di pulizia degli alvei, per arrivare all’autunno con un grado di sicurezza del territorio accettabile.
Presente al sopralluogo anche il presidente del Consorzio Ismaele Ridolfi che ha ribadito: “La priorità assoluta e immediata per i corsi d’acqua, fortemente compromessi dall’evento dello scorso 22 luglio, è quella di rimuovere il materiale alluvionale che si è accumulato negli alvei, riducendo le sezioni e le relative portate, prima che si verifichino nuove piogge – ha spiegato Ridolfi – Per ripristinare la funzionalità idraulica degli affluenti del Torrente Freddana servono almeno 850mila euro. E occorrono ripidamente: perché non effettuare tempestivamente questi lavori significherebbe dover fronteggiare nuovi allagamenti già durante le prossime piogge”. Durante i sopralluoghi effettuati, anche i sindaci di Lucca e Pescaglia, Alessandro Tambellini e Andrea Bonfanti, e i rappresentanti degli altri enti, hanno convenuto sull’urgenza di questa necessità. Intanto, il Consorzio sta proseguendo l’impegno dei suoi mezzi e dei suoi uomini per rimuovere dai rii il materiale crollato dal versante: in azione ci sono operai, escavatori (compresi quelli arrivati dalla sede consortile della Versilia), tecnici e le cooperative che collaborano con l’ente.
Paolo Lazzari