Consorzio, associazioni adottano un rio per tutelare fauna

E’ stato sottoscritto stamani (1 agosto), nella sede del Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord, il nuovo protocollo d’intesa tra l’ente medesimo e le associazioni venatorie e ambientaliste delle province di Lucca e Pisa (area dell’ex comprensorio numero 13, padule di Bientina) per il rispetto della fauna nidificante e delle biodiversità attraverso l’adozione da parte delle stesse di rii e corsi d’acqua. L’atto, che ormai si rinnova con cadenza continua (il primo venne siglato nel 2007) consentirà, nelle intenzioni dei sottoscrittori, l’adozione di alcuni corsi d’acqua individuati come prioritari da parte delle associazioni coinvolte: l’idea concreta, è quella di produrre sinergie importanti in relazione alla manutenzione dei corsi d’acqua, mediante un gioco di squadra in cui tutti gli attori coinvolti segnalino le reciproche criticità, in un’ottica di prevenzione.
Il presidente del Consorzio Ismaele Ridolfi non vuole tornare sulle vicende alluvionali dei giorni scorsi, preferendo mantenere l’attenzione sul protocollo: “Oggi siamo qui per parlare di quest’atto – dice – non per discutere della visita dell’assessore regionale Bramerini. Sottoscriviamo un documento che, nelle nostre intenzioni, dovrà essere esportato anche in altri territori, in futuro”. Poi però un’idea netta sugli eventi alluvionali dei giorni passati Ridolfi la esprime: “Le critiche alla manutenzione? Sinceramente, a parte il fatto che noi l’abbiamo sempre fatta puntualmente, penso che con gli eventi che si sono verificati, per la portata che hanno avuto, sarebbe comunque servita a poco. Il tipo di intervento da fare è un altro: dobbiamo far sì che attraversamenti e condotti abbiano le dimensioni adeguate. Solo così si consente un deflusso regolare, unito, ovviamente, alla manutenzione costante. Con questo accordo facciamo una mappatura dei corsi d’acqua secondo una scala di priorità: tutti insieme, vicendevolmente, segnaleremo le problematiche e le risolveremo. A questo proposito abbiamo anche previsto un incontro, a fine agosto, per formare ulteriormente i nostri operatori. Il tema dell’adozione dei corsi sta tutto qui: vogliamo un legame stretto tra i cittadini, le associazioni ed il territorio in cui vivono”.
Al tavolo dei firmatari siedono Wwf di Lucca, l’Enal Caccia di Lucca, l’Arci Caccia di Lucca, la Federazione italiana della caccia di Lucca, di Pisa e di Bientina, l’Ekoclub International, la Legambiente di Capannori e della Valdera, la Zona ripopolamento e cattura di Bientina e gli Amici della Terra. Altre, poi, potranno aggiungersi in futuro.
Molti i corsi d’acqua che, d’ora in avanti, potranno contare sul controllo costante delle associazioni: Rogio, Canale Emissario, Rio del Frizzone, Canale Viaccia, Rio Leccio e tanti altri rii ancora.
“Basta pensare al recente evento alluvionale lungo la Freddana, ai danni prodotti dai tombamenti dei fossi e dalle altre scelte poco oculate portate avanti dall’uomo anche in questa zona, per capire quanti ormai sia indispensabile una vera e propria rivoluzione copernicana nell’approccio alla gestione del territorio – sottolinea il presidente del Consorzio Ismaele Ridolfi – Va ribaltata la prospettiva fino ad oggi adottata: il corso d’acqua, le sue esigenze e la sua cura, devono essere l’elemento centrale, rispetto al quale si decide l’assetto territoriale. Il senso del protocollo con le associazioni nasce proprio da qui: dalla volontà di creare un nuovo patto tra la sicurezza idraulica e il rispetto dell’ambiente”.
“Partiamo dai corsi d’acqua della Piana di Lucca e della zona del Bientinese, dove il legame con le associazioni è più consolidato – spiega Ridolfi – Il nostro obiettivo, però, è quello che in tempi brevi in tutto il nuovo comprensorio del Consorzio (e quindi anche per le intere province di Lucca e Massa-Carrara) i principali rii possano contare su una partnership stretta tra il nostro Ente e associazioni, ma anche comitati, scuole e qualsiasi gruppo organizzato abbia a cuore il territorio. Con questo protocollo d’intesa, che amplieremo e riadatteremo alle varie zone, tutti questi soggetti saranno supporto prezioso e costante per promuovere la fruibilità dei corsi d’acqua, e per segnalarci tempestivamente eventuali problemi (sbarramenti improvvisi, tane di animali, cedimenti di sponde, rifiuti, opere abusive o qualsiasi altro elemento o fenomeno rischiasse di minacciare la funzionalità idraulica e la piena sicurezza ambientale dei rii) si dovessero riscontrare sui canali e fossi adottati. In questa maniera possiamo davvero accrescere l’efficacia della nostra attività di prevenzione, anche in un comprensorio molto vasto com’è oggi quello del Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord”.
“Dal punto di vista più strettamente collegato al rispetto della fauna nidificante e delle biodiversità – conclude Ridolfi – sono poi molti gli accorgimenti e le attenzioni individuati dal protocollo. Consorzio e associazioni sono infatti addivenuti a una vera e propria classificazione; laddove le caratteristiche del rio lo consentano, i lavori di manutenzione saranno eseguiti evitando il periodo di frega degli esocidi (dal 1 gennaio al 31 marzo) e, per quanto possibile, dei ciprinidi (dal 15 maggio al 30 giugno) e per la salvaguardia dei periodi di riproduzione e allevamento della prole dell’avifauna acquatica e di ripa presente sul territorio (con particolare attenzione alla specie gallinella d’acqua, porciglione e germano reale); sui altri rii, tra il 15 febbraio e il 30 giugno, i tagli dovranno prevedere di lasciare in piedi 50 metri di vegetazione ogni 200 metri, alternativamente su una sponda e poi sull’altra”.
“Comunicheremo le nuove disposizioni a tutti i nostri tesserati – spiega Alessandro Angelini di Enalcaccia – e ci fa piacere rimanere nel solco di quanto fatto in passato. Gli interessi dei cacciatori sono chiari: servono zone in cui l’acqua ci sia, per praticare un certo tipo di attività venatoria, come serve la pulizia costante dei fossi e dei corsi. In questo senso devo denunciare alcune situazioni insostenibili: non si possono vedere l’Ozzeri e il Rogio, per fare due nomi, privi d’acqua in diversi mesi dell’anno e poi, alla prima pioggia forte, sul punto di tracimare. E’ il segnale che qualcosa non va e che bisogna intervenire”.
Ridolfi, sul punto, manifesta chiarezza di contenuti: “Io credo fermamente che la nostra azione debba incentrarsi su un corso d’acqua principale. Una volta agito su quello potremmo ben dirigerci verso tutti quelli secondari”.
Soddisfazione anche dalle parti di Legambiente: “La salvaguardia delle nostre zone acquifere – spiega Giovanni Mattei, Legambiente Capannori – è esiziale sia dal punto di vista strettamente idrogeologico che da quello inquinante. Le piogge dei giorni scorsi? Un disastro. L’unico piccolo vantaggio forse sta nel fatto che tutta quell’acqua dovrebbe aver ripulito un poco i fossi. Di sicuro dobbiamo prevedere un percorso che porti i corsi maggiormente a rischio ad essere incanalati in alvei cementificati”.
Paolo Lazzari
VIDEO – Il servizio su DìLucca
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