Centrale del 118, sindacati chiedono incontro all’Asl

C’è preoccupazione oltre che incertezza per la chiusura della centrale operativa del 118 di Lucca. Un “presidio” che serra le porte e si trasferisce a Viareggio, dove la Regione Toscana progetta di realizzare la centrale unica, indicando come termine massimo per la “rivoluzione” la fine dell’anno. A cinque mesi da quella scadenza, tuttavia, non c’è ancora chiarezza su come avverrà questo trasferimento di competenze, in un settore, quello dell’emergenza urgenza così delicato e, a Lucca, già provato per la continua carenza di personale, costretto – spiegano i sindacati – al taglio delle ferie e a turni massacranti. Soltanto giovedì scorso (31 luglio) il sindacato Usb ha incontrato il personale che vive una situazione di particolare incertezza. Ieri, invece, è seguito un incontro tra Asl e sindacati, dove è stato chiesto di mettere all’ordine del giorno la discussione sul trasloco della centrale operativa. I sindacati, in particolare, hanno chiesto un confronto al direttore generale dell’Asl, Joseph Polimeni, per capire tempi e modi di questo trasferimento.
“Vogliamo anche che ci venga spiegato in fretta – sottolinea Giacomo Vietina, sindacalista Usb e rappresentante del comitato Sanità di Lucca – come la rete dell’emergenza urgenza verrà riorganizzata sul territorio. La Regione sembra volere un maggiore coinvolgimento del volontariato – sottolinea -, ma non si può utilizzare il criterio della mera sostituzione tra la professione e volontariato”.
Senza contare poi il futuro dei dipendenti che lavorano alla centrale operativa lucchese: “Non è ancora chiaro – sottolinea Vietina – se verrà loro proposto o meno un trasferimento o se sarà l’Asl di Viareggio a proporre eventuali ristrutturazioni nell’organico. Nessuno si è preso la cura di informare i dipendenti coinvolti, che sanno soltanto quello che hanno appreso dalla stampa”. E’ per questo che dopo l’incontro con l’Asl, se verrà accordato, l’intenzione dei sindacati è quella di incontrare la Regione Toscana e l’assessore alla sanità Luigi Marroni. “La Regione sostiene che la rivoluzione della centrale unica non è fatta nell’ottica del risparmio ma del miglioramento del servizio – aggiunge Vietina -. Ci viene da chiederci come questo possa essere possibile, visto che ci sono molti aspetti dell’operazione che continuano a lasciarci perplessi. A cominciare dal fatto che, sebbene i terminali degli operatori saranno dotati di navigatori in grado di individuare i luoghi degli interventi, si rischia di far gestire situazioni concitate di emergenza a pochi dipendenti su un territorio molto vasto e soprattutto a molti anche sconosciuto. Ci sono nomi di paesi o località che sono uguali o simili, eppure si trovano in province diverse. Gli operatori che lavorano alla centrale del 118 a Lucca hanno acquisito una conoscenza del territorio in grado di gestire in sicurezza queste situazioni, senza l’ausilio di alcun navigatore che potrebbe anche essere soggetto a guasti. Cosa accadrebbe?”.
La road map della Regione Toscana sembra ormai segnata: entro la fine dell’anno le centrali operative saranno ridotte dalle attuali 12 a sei. Per l’area vasta che comprende Lucca la sede indicata da tempo e confermata dalla giunta regionale è quella di Viareggio. Ma si tratta soltanto di un primo step: l’obiettivo è di arrivare a sole tre centrali operative per tutto il territorio toscano (Leggi l’articolo).
“Ci sembra ancora una volta – aggiunge Vietina – l’ennesimo tentativo di smantellare la sanità pubblica locale. E non c’è soltanto la questione del 118”. Anche l’anatomia patologica sembra essere tornata oggetto di “discussione”. “L’ex direttore D’Urso – sottolinea Vietina – ci aveva dato rassicurazioni sul fatto che l’anatomia patologica non sarebbe stata trasferita a Massa. Oggi però si apprende che sono ripresi contatti con l’Asl di Massa per discutere questa operazione”.
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