Elezioni 2015, in corsa cinque “senatori” e due outsider

Cinque “senatori” e due alunni migliori. E’ partita ufficialmente, con l’appello del sindaco di Capannori, Luca Menesini, la lunga corsa verso i prossimi appuntamenti elettorali, regionali o nazionali del Partito Democratico. E non è solo questione di uno scranno in consiglio regionale, per prendere il posto dei due esponenti della Valle del Serchio che attualmente siedono nelle aule di Firenze, Marco Remaschi e Ardelio Pellegrinotti. La partita, infatti, è più vasta. E dipende molto anche dall’esito del voto sulle riforme in parlamento e dalla durata di Alessandro Tambellini come primo inquilino di Palazzo Orsetti. Per questo le ipotesi si rincorrono e si moltiplicano e il dibattito si incentra sugli scenari, sulle ipotesi e, inevitabilmente, sui nomi.
Verosimilmente il primo appuntamento sarà quello delle elezioni regionali della prossima primavera. E se è ancora da sciogliere il nodo della legge elettorale da applicare, visto che è in discussione una riforma del sistema a liste bloccate attualmente esistente con il modello che ha ispirato il Porcellum, così come quella del candidato governatore, con Enrico Rossi che è tornato in pole position per un possibile bis, ci sono già le prime ipotesi di candidatura per un posto in consiglio regionale. Si parte dalla necessità “geopolitica” di garantire una rappresentanza alla Piana di Lucca, che da tempo, almeno nel centrosinistra (il centrodestra esprime Giuseppe Del Carlo per l’Udc e Salvadore Bartolomei per Forza Italia) è assente dall’assise fiorentina. Capannori, e a questo punto anche Lucca, hanno proposto l’ipotesi dell’ex sindaco di Capannori, Giorgio Del Ghingaro, già conosciuto in ambienti regionali come presidente di Federsanità e per il suo lavoro nell’Anci. Ma, in attesa che lo stesso Del Ghingaro sciolga le riserve sul suo futuro politico, non mancano le altre ipotesi. E qui entrano in ballo i “senatori” e gli outsider. Per un ruolo da assessore si fa da tempo il nome dell’attuale consigliere regionale e presidente della commissione sanità Marco Remaschi, renziano e marcucciano di ferro, che però avrebbe più chance se il vincitore della tornata elettorale fosse un candidato alternativo a Enrico Rossi. Della partita, poi, potrebbero essere l’attuale presidente della Provincia, Stefano Baccelli, specie se le sorti dell’attuale sindaco Alessandro Tambellini dovessero garantire la naturale conclusione della consiliatura nel 2017; ma anche l’ex componente della segreteria nazionale, che ha ricoperto anche i ruoli di assessore provinciale e consigliere comunale per il Pd, Cecilia Carmassi. E infine i due outsider, i due alunni migliori del partito: da una parte un rappresentante della continuità della centralità della Valle, l’attuale assessore provinciale Diego Santi e l’attuale assessore all’ambiente del Comune di Lucca, Francesco Raspini. Due nomi “nuovi” che potrebbero contribuire a sparigliare le carte in una corsa già iniziata verso ruoli di responsabilità fuori dal territorio comunale.
E poi c’è l’ipotesi di voto, una volta chiusa la partita delle riforme, per le elezioni legislative. Qui rientra ovviamente in lizza il posto dell’attuale senatore Andrea Marcucci, che concorrerebbe per un posto alla futura camera unica elettiva, magari con l’obiettivo di un posto importante in un governo Renzi-bis. E con lui, all’interno dello scacchiare complessivo e a seconda delle decisioni prese per le regionali, uno dei nomi già detti. In particolare Giorgio Del Ghingaro e Stefano Baccelli, ognuno dei quali potrebbe contare su importanti “sponsor” per approdare nelle aule romane.
Solo dopo potrebbe essere più chiara la partita del Comune di Lucca. Se tutte le questioni aperte, infatti, fossero risolte in senso positivo, si potrebbe aprire una fase tranquilla di fine consiliatura per Alessandro Tambellini che, se non vorrà ricandidarsi per un secondo mandato, potrebbe vedere proprio Francesco Raspini come possibile candidato alla sua successione.
Scenari, forse fantapolitica, ma sicuramente una base di riflessione per l’intero centrosinistra lucchese. Che sta già discutendo, in tavoli formali e informali, di quello che succederà in un 2015 che potrebbe essere cruciale per la rappresentatività della nostra provincia. Per un autunno che sarà di lavoro per le diverse segreterie del partito. Che dovranno agire di cesello e bisturi per riuscire ad evitare fibrillazioni e scontri. Intanto la “corsa” è soltanto incominciata.
Enrico Pace