Madonne Bianche, progetto quinquennale sul tavolo del Comune

3 agosto 2014 | 15:27
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Madonne Bianche, progetto quinquennale sul tavolo del Comune

Un progetto quinquennale per le Madonne Bianche. Che i ragazzi, i residenti e i genitori della zona hanno presentato al Comune lo scorso venerdì (1 agosto) in attesa che sia vagliato dall’amministrazione. Un progetto di utilizzo e riqualificazione che dovrebbe essere affidata a una costituenda associazione fatta dagli stessi soggetti che hanno tentato l’autogestione il 16 luglio scorso, poi interrotta con ordinanza dal Comune di Lucca.

“E’ da mercoledì 16 luglio che non abbiamo più accesso alle Madonne Bianche – dicono i giovani della ex polisportiva autogestita – Dopo nemmeno 3 giorni dall’inaugurazione l’amministrazione comunale con un colpo di mano ha interdetto l’intera area del parco, vanificando così il lavoro di giovani, famiglie e bambini, lasciando spazio all’incuria e al degrado che, giorno dopo giorno, si stanno impadronendo nuovamente dell’area. E così il nostro sudore, i nostri sforzi e le nostre speranze di vivere una città diversa restano alienate dietro quella presa in giro di ordinanza”. Ma l’idea di “tornare in corsa” è rimasta viva dopo l’incontro con il sindaco Tambellini: “Quando siamo andati dal sindaco – dichiarano ancora i ragazzi – a chiedere spiegazioni ci è stato detto che la nostra autogestione non era legale e pertanto illegittima, non hanno riconosciuta la forza e l’importanza del nostro progetto perché fuori dall’iter burocratico corretto. Se la privatizzazione del parco dipendesse davvero da un cavillo burocratico noi come già fatto nell’anno passato siamo disposti a costituire un’associazione, e redigere un progetto di quello che devono essere per noi le Madonne Bianche. Pretendiamo però la possibilità di poter organizzare con continuità progetti al suo interno per un tempo minino di 5 anni, perché di energie, per le pretese del comune, ne abbiamo già sprecate tante”.
Il progetto è stato messo a punto in una serie di incontri che si sono tenuti nelle scorse settimane fra la biblioteca popolare di San Concordio e l’Asa di via Don Minzoni a Sant’Anna, dove i ragazzi torneranno a riunirsi mercoledì alle 21. Il progetto è stato messo nero su bianco: “L’ associazione che andremo a costituire – dicono i giovani – si batte per la difesa dei beni comuni dalle speculazioni e dalle privatizzazioni. Per la conservazione, la ristrutturazione e il riuso di quei siti di proprietà pubblica lasciati al degrado e destinati altrimenti alla demolizione o alla messa in vendita privando i cittadini di beni che gli appartengono e che potrebbero essere riqualificati e tornare alla fruizione comune. Ci battiamo anche per un diverso modo di vivere e produrre cultura. Vogliamo valorizzare le produzioni culturali indipendenti, slegate dalle logiche del mercato, frutto di urgenze personali o collettive, magari iniziate con pochi mezzi, ma con idee che sono molto spesso innovative e in anticipo sui tempi. Una grande fetta di produzione culturale che non trova alcuno spazio nella nostra città”.
“Il nostro progetto – si legge nel testo presentato all’amministrazione – vuole fare del parco delle Madonne Bianche uno spazio aperto al pubblico che sia nello stesso tempo luogo di svago, riposo e divertimento, e anche un centro polivalente dove si possono sperimentare varie forme di socialità e di scambio di esperienze nel campo culturale, ma anche in quello agricolo, manuale, intellettuale e altro. Il Parco delle Madonne Bianche ospiterà dunque, a seconda delle programmazioni, eventi culturali, musicali, legati all’ambiente, teatrali, sportivi, di animazione e didattica per bambini, cineforum. oltre ad essere disponibile ad ospitare iniziative proposte da esterni, sempre che rispettino i principi ed il regolamento della nostra associazione. Naturalmente gli eventi organizzati dovranno privilegiare l’autoproduzione, l’autodistribuzione, l’indipendenza e tutto ciò che è cultura popolare, memoria, lotte, antifascismo, pace, difesa dei beni comuni, difesa dell’ambiente e quant’altro attiene la democrazia dal basso”.
“Il parco – spiegano entrando nel dettaglio – rimarrà aperto tutti i giorni con un orario da definire, con la presenza di uno o più persone dell’associazione. Inizieremo l’impianto di un orto collettivo che sarà, una volta in produzione,messo a disposizione del quartiere sia per il consumo dei prodotti (agricoltura biologica) sia per l’approvvigionamento di piantine (vivaio) anche per quanto riguarda le piante da frutto (vecchie varietà e altro) e le aromatiche. Cercheremo il contatto con il centro anziani parlando con i pensionanti che vorranno partecipare al progetto magari portando la propria esperienza e il proprio sapere contadino. Solleciteremo la collaborazione del comitato paesano (se esiste), oppure delle singole persone abitanti nella zona della circoscrizione 4 per allestire un archivio della memoria del territorio, che raccolga foto, storia orale, scritti. Queste sono solo alcune idee e progetti che potremo realizzare nel parco. Altri ce ne sarebbero: lezioni agli scolari in difficoltà, scuole di giocoleria, arti marziali, danza”.
Quanto alla gestione “tutte le iniziative  spiegano – saranno a titolo gratuito per i partecipanti che secondo la propria sensibilità potranno contribuire con piccole donazioni. Al finanziamento dei vari progetti contribuiranno le serate dedicate alla raccolta fondi, naturalmente in modo volontario e l’autotassazione dei collaboratori dell’associazione. Irrinunciabile la completa autogestione del luogo, per ciò che riguarda i temi che decideremo di introdurre nelle programmazioni. La decisione spetta solo all’assemblea, così come il vaglio delle proposte esterne. Tenuto conto che ci sono abitazioni nella prossimità del parco, ci impegnamo a rispettare gli orari e i limiti del rumore attualmente in vigore”.
Non mancano, infine, le richieste al Comune che dovrebbe garantire “lavori al fabbricato (bagni, locale bar, riscaldamento, impianto elettrico, piccolo locale cucina) – si legge ancora nel progetto – ripulitura del tetto e posizionamento delle grondaie. Oltre a questo anche il ripristino dei vialetti esterni quando il cantiere Geal verrà smantellato. Se rimarranno i campi da tennis e da calcio dovranno essere rimessi in opera dall’amministrazione. Servono poi pareti esterne rimovibili (tipo locali sul mare) per la gestione invernale”. In cambio l’associazione garantirà la “manutenzione interna e esterna, la gestione dell’orario di apertura e chiusura, la gestione del bar con impegno che, detratte le spese, tutto il ricavato sarà speso per la programmazione e il materiale. E infine la gestione delle iniziative”. “Per consentire la partenza e la realizzazione concreta di quanto esposto – concludono i ragazzi – chiediamo una gestione di cinque anni rinnovabile alla scadenza”.