
Firme in entrata e uscita per evitare le “fughe” dal consiglio comunale. E’ una delle principali novità introdotte dal nuovo regolamento che Palazzo Santini ha approvato questa sera (4 agosto) con 18 favorevoli e tre astenuti al termine di una lunga seduta che è cominciata con un minuto di silenzio per le vittime del conflitto israelo palestinese. Un nuovo testo che ha l’obiettivo di sottolineare la effettiva partecipazione ai lavori dell’aula e di recepire le norme del nuovo testo unico degli enti locali, anche se, va detto, il documento è stato oggetto di una lunga discussione e di una critica da parte soprattutto dell’opposizione, in primis del consigliere Pietro Fazzi di Liberi e Responsabili (il suo gruppo per contrarietà al provvedimento abbandonerà l’aula per non partecipare al voto), che ha aperto un dibattito sul ruolo del consigliere stesso, giudicando inappropriate e punitive le nuove regole introdotte. Ma sul regolamento, alla fine, c’è stata ampia convergenza (lo dimostra l’esito del voto), dovuta anche alla discussione in numerose sedute della commissione partecipazione e statuto (Leggi), presieduta dal consigliere comunale del Pd, Renato Bonturi, che stasera ha illustrato le novità. Che per ora non sfiorano che marginalmente le commissioni (due integrano il loro nome).
Per quello che riguarda questi organismi infatti sono introdotti infatti solo piccoli ritocchi, contenuti in particolare in un emendamento proposto dalla consigliera comunale del Pd, Enrica Picchi che suggerisce il cambiamento della denominazione della commissione istruzione cultura e sport in politiche formative, giovanili e di genere, cultura e sport. Diana Curione, Lucca Civica, ha presentato invece due emendamenti che riguardano l’ampliamento delle competenze della quinta commissione sociale, a cui aggiungere tra le altre le attribuzioni sui gemellaggi e la cooperazione internazionale.
La novità, comunque, è l’introduzione del foglio di firme in entrata e in uscita, così come già previsto per le commissioni. A questo è infatti condizionato il gettone di presenza, ma la proposta ha scatenato vivaci critiche. Da chi, come Fazzi, ha chiesto che le firme fossero estese anche agli assessori, fino a Pietro Angelini che ha giudicato più adeguata l’introduzione di un limite di tempo per l’ottenimento del gettone. L’obiettivo generale secondo il presidente della commissione partecipazione, Renato Bonturi, è quello di evitare la “toccata e fuga” dei consiglieri: che comunque per la loro sola presenza anche di pochi minuti incasseranno il gettone, ma in un certo senso avranno il “limite psicologico” della firma. “Il provvedimento – ha comunque spiegato in consiglio Bonturi – non vuole essere in alcun modo punitivo”.
Il dibattito è proseguito con proposte e discussioni di emendamenti, tra le polemiche. Il primo ad accendere la miccia è Pietro Fazzi (Liberi e Responsabili), che lancia subito una provocazione: “Visto che con questo sistema delle firme si introduce di fatto una sorta di voto in condotta giudicando la presenza in Consiglio – dice – allora si sospenda il gettone di presenza fino a quando non saranno saldati i crediti del Comune nei confronti delle ditte fornitrici”.
“In altro modo – esordisce – si fornisce una visione dei ruoli istituzionali estremamente riduttiva: si riduce cioè tutto ad una misurazione dei tempi della presenza in aula, ad un voto di condotta. Non credo che sia questa l’unità di misura dell’attività di un rappresentante delle istituzioni e quindi di un consigliere comunale. Mi auguro che la maggior parte di noi non riduca la propria attività politica a quella del consiglio comunale, in quest’aula. Il ruolo del consigliere è ben più ampio, anche fuori dal consiglio comunale. Bisogna, infatti, comprendere cosa chiede la comunità e quali sono le reazioni a questioni o provvedimenti presi. Sono perplesso e critico rispetto a questa nuova visione, che ritengo angusta e riduttiva. Se il consiglio ritiene di andare avanti, bene: però voglio vedere anche il foglio delle presenze degli assessori”. Poi Fazzi lancia ribadisce: “Visto che i criteri sono questi, con la crisi incalzanti – dice – sospendiamo le indennità e i gettoni di tutti fino a quando non sono a posto i conti con i nostri creditori”, dice il consigliere riferendosi ai fornitori del Comune.
Piero Angelini, di Governare Lucca, pur contribuendo con emendamenti e suggerimenti al dibattito, è rimasto molto critico: “Questa amministrazione – dice – ha fatto molto per ridurre i compensi e questo le va riconosciuto. Rivendico tuttavia il diritto o il rispetto a chi fa politica di avere un minimo di riconoscimento. Dire che la partecipazione al consiglio si misura con la firma in entrata o in uscita genera una situazione opposta all’obiettivo che ci si pone: la rinuncia al gettone di presenza deve essere una scelta, non può essere subordinato ad una firma. Serve semmai introdurre un limite di tempo, altrimenti è una farsa”. Angelini, che ha dichiarato che non firmerà i fogli di entrata e uscita, rinunciando così spontaneamente al gettone, ha proposto anche di regolamentare meglio la durata delle comunicazioni o degli interventi del sindaco, vista la proposta di ridurre il tempo degli interventi dei consiglieri da 20 a 15 minuti (salvo, a discrezione del presidente, riportare il tempo massimo a 20 minuti per questioni particolarmente rilevanti).
Il consigliere Angelo Monticelli è convinto: “Il lavoro di un consigliere non si può ridurre soltanto al consiglio comunale – dice -: ci sono tanti altri aspetti da valutare”. “Se dovessi fare il consigliere comunale come si deve non mi basterebbero 24 ore al giorno – dice invece Laura Giorgi, del Movimento Cinque Stelle -: è evidente che il lavoro va valutato in maniera molto diversa. E’ deprimente stare qui a sentire solo persone che parlano”. Testuali parole quelle della consigliera che invita, con un emendamento seguito ad una raccomandazione, a evitare le sedute del Consiglio che si protraggono oltre le 24. “Non capisco il dramma sulla firma delle presenze – dice la consigliera del Movimento Cinque Stelle, Daniela Rosellini – visto che esiste già in commissione. Inoltre, è il testo unico degli enti locali a parlare di presenza effettiva al consiglio comunale e quindi a suggerire dei criteri particolari. Per questo avevo proposto un limite di tempo – aggiunge -, riprendendo il regolamento del consiglio comunale di Genova”. La Rosellini quindi ha proposto di esplicitare l’effettività della presenza in consiglio con una permanenza in aula pari ai due terzi della durata complessiva della seduta stessa (una proposta che non ha trovato accoglimento). Poi la stilettata agli altri gruppi di opposizione: “Dopo poco si resta in tre – dice -: nessuno di noi lo giudica, ma ognuno risponde alla propria coscienza e poi alla cittadinanza”. Il consigliere comunale Pietro Fazzi prende di nuovo la parola con parole forti: “Invito i consiglieri – dice – a non svilire il proprio ruolo introducendo dei criteri personalistici”. Poi una stoccata alla Rosellini: “Accettiamo che da Genova vengano tante indicazioni – dice Fazzi -, ma che l’effettività della presenza in consiglio sia commisurabile con la permanenza per i due terzi”. Ma alla fine il gruppo Liberi e Responsabili annuncia di non partecipare al voto e alla discussione, abbandonando l’aula.
Luca Leone (Impegno Comune) incalza: “Dispiace che qualcuno arrivi qui a dare lezioncine di morale. Ciascuno interpreta il proprio ruolo come crede e si comporta come crede – dice – perché non è possibile svilire il proprio ruolo di consigliere. A me non piace questa proposta sul tavolo del Consiglio”.
Il presidente della commissione statuto Renato Bonturi prende la parola dopo il dibattito che ha messo nel mirino la proposta di introduzione del foglio delle firme: “Sono d’accordo – dice – che l’attività del consiglio non si riduce a questo, ma mi pareva necessario introdurre un sistema per regolamentare una situazione che è già nel regolamento, perché i consiglieri sarebbero già tenuti a comunicare la loro uscita dall’aula. Questa proposta non vuole essere un giudizio sull’operato del consiglio, ma una sua migliore organizzazione”.
Le altre novità. Nel nuovo testo si opera anche una ripulitura complessiva del regolamento con l’eliminazione dei riferimenti a organismi che non esistono più come circoscrizioni e difensore civico. Quanto ai contenuti saranno ridotti da 20 a 15 minuti i tempi di intervento per ciascun gruppo consiliare, salvo riportare a 20 la quota su decisione del presidente del Consiglio per argomenti particolarmente importanti.
Vengono regolamentate anche le comunicazioni del sindaco che, se inserite nell’ordine del giorno, permetteranno una discussione da parte dei consiglieri che avranno un tempo di cinque minuti per gruppo. Se le comunicazioni, invece, sarà possibile un dibattito nei termini dei due minuti ma la commissione dei presidenti consiliari può assegnare un maggior numero di minuti a discrezione.
Non è stato introdotto nel regolamento ma sarà una prassi interna al Consiglio la possibilità di inserire tutti i testi su cui si lavorerà (odg, mozioni, interrogazioni) depositati dai consiglieri in un’apposita area riservata ai consiglieri nel sito internet del Comune di Lucca per permettere, in sostanza, una miglior preparazione alla discussione da parte dei componenti dell’assise di Palazzo Santini.
Gli emendamenti. Numerose le proposte di modifiche al testo preparato dalla commissione statuto. C’è quello presentato dalla consigliera comunale del Movimento Cinque Stelle, Laura Giorgi, che chiede di convocare i consigli comunali in modo che terminino entro le 24, perché – sostiene – produce costi a carico del Comune per i permessi lavorativi ai consiglieri che si trattengono in aula fino a notte. Presenta un emendamento anche Luca Leone (Impegno Comune) che propone di eliminare il sistema delle firme per le entrate e le uscite. Piero Angelini (Governare Lucca) presenta le sue richieste di modifiche al testo, tra cui quella che prevede l’intervento dei consiglieri (due minuti per gruppo consiliare) sulle comunicazioni del sindaco, in particolare quelle non iscritte all’ordine del giorno perché per le altre il regolamento prevede il dibattito. Presentato poi un emendamento Martinelli (FI)-Rosellini (M5S) che propone di pubblicare mensilmente i fogli di firma in entrata e in uscita sul sito del Comune’.
Il voto sugli emendamenti. L’emendamento Leone, che chiedeva di cancellare l’ipotesi delle firme, è stato respinto con 19 voti contrari, un favorevole e un astenuto. La modifica firmata da Martinelli (che ha integrato l’emendamento Rosellini) è stato invece approvato con 19 voti favorevoli. La proposta della consigliera Giorgi (che propone di fissare consigli in modo che terminino entro le 24) è stato bocciato con un solo voto favorevole. La proposta della Rosellini che chiede di anticipare a 48 ore prima del consiglio il deposito degli atti in discussione viene archiviata con 15 voti contrari e solo 5 favorevoli. Passa anche la proposta di emendamento Angelini (21 voti favorevoli) che prevede la discussione sulle comunicazioni del sindaco non iscritte all’ordine del giorno, nei termini di due minuti per gruppo consiliare (ma la conferenza dei capigruppo può decidere di aumentare il tempo a disposizione per gli interventi). Sempre sulle comunicazioni del sindaco Angelini ha proposto che il tempo a disposizione del primo cittadino non sia maggiore rispetto a quello dei gruppi consiliari, portato a 15 minuti, ma l’emendamento è stato respinto. Gli emendamenti sulla modifica del nome delle commissioni istruzione cultura e sport e di quella sociale passano a maggioranza.
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