Ragghianti: “Al Giglio serve qualità, subito tagli ai costi”



Presentazione ufficiale, quest’oggi (mercoledì 6 agosto) per il nuovo amministratore unico del teatro del Giglio Stefano Ragghianti, introdotto alla stampa a margine della conferenza sulla nuova stagione teatrale (Leggi). Completo scuro e massima affabilità, Ragghianti si è messo a discutere con tutti i presenti in sala, chiedendo però il beneficio di un minimo periodo di ambientamento. Ad introdurlo è stato il sindaco Alessandro Tambellini, che ha la delega alla cultura: “Intanto voglio ringraziare il precedente cda – ha detto – e prima di tutti la persona dell’ex presidente Paolo Scacchiotti. Hanno preso in gestione una struttura gravata da circa 650mila euro di debiti e lo statuto prevede che, in caso di due anni consecutivi di passività, il consiglio debba dimettersi comunque. Mi pare una norma eccessivamente severa, ma così è, per ora. Riteniamo che i precedenti amministratori abbiano operato bene e vogliamo rimanere nel solco della continuità: per questo oggi presentiamo Stefano Ragghianti, figura nota ai più, che avrà l’onore e l’onere di mettersi al timone, insieme a me. Tolgo subito il dubbio ai più maliziosi: non percepirà alcuno stipendio, ma solo dei rimborsi spese”.
Poi è il turno del diretto interessato: “Difficile lasciarsi andare a troppe dichiarazioni oggi – spiega Ragghianti – perché mi sono insediato soltanto ieri. Di certo questa è una manifestazione di fiducia che mi riempie d’orgoglio. Si tratta di una sfida affascinante: voglio vedere subito i conti, razionalizzare, abbattere i costi ove possibile, mantenendo intatta la qualità di un teatro di tradizione come questo. E’ il presupposto per poter operare bene. Dal punto di vista artistico la strada è quella tracciata dal direttore Tarabella: sì alle collaborazioni con altre grandi realtà, sì all’apertura al mondo. Ora però, concedetemi un attimo di tempo per tracciare un quadro”.
Il primo cittadino ha poi illustrato gli indirizzi culturali da seguire. “Questa struttura – dice Tambellini riferendosi al teatro del Giglio -, ogni volta che sta aperta, costa migliaia di euro pubblici. Ragion per cui abbiamo pensato utile potenziare la rete di teatri locali, come quello di San Girolamo e quello di Ponte a Moriano, perché si aprissero a rappresentazioni provenienti da ogni istanza, lasciando il Giglio a disposizione soltanto per gli eventi maggiori. Anche oggi il teatro è aperto. Anzi, lo è tutte la mattine, con la mostra su Puccini. Si può fare sempre meglio, certo, ma dobbiamo anche mantenere un equilibrio decente tra costi e rappresentazioni. Non mi pare per niente, quindi, che le altre istanze cittadine vengano in qualche modo messe a tacere”.
A conferenza conclusa giunge poi anche il commento di Andrea Colombini, arrivato a teatro nelle vesti di spettatore: “Il teatro di Lucca ha bisogno di tanto pubblico e, soprattutto, di pubblico nuovo – dice il presidente del Puccini e la sua Lucca – necessita di rappresentazioni di prim’ordine. Parlo della Boheme, di Tosca, di Madama Butterfly. Invece, in programma, vedo soltanto titoli secondari e altri già proposti in passato, come Don Giovanni. Di internazionale, in questa struttura, vedo ben poco. Come al solito viene venduta pirite per oro, nel tipico stile dell’intellettuale italiano medio, con i soldi pubblici. Ho subito una domanda per il nuovo amministratore unico: che ne sarà dei quattro ipad e dei quattro iphone comprati per lo scorso cda? Razionalizziamo?”.
Paolo Lazzari