Piano paesaggistico, Silvestrini (Confagricoltori) scrive alla Regione: “Servono modifiche”

29 agosto 2014 | 11:17
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Piano paesaggistico, Silvestrini (Confagricoltori) scrive alla Regione: “Servono modifiche”

“Per il 29 Settembre è fissato il termine ultimo per far pervenire le osservazioni al Piano Paesaggistico adottato nel luglio scorso dal Consiglio Regionale della Toscana. A nostro giudizio servono importanti modifiche al Piano paesaggistico adottato togliendo ogni riferimento a discipline per l’esercizio delle attività agricole”. Così il presidente di Confagricoltura Lucca Unione provinciale deegli agricoltori di Lucca, Vittorio Silvestrini, in una lettera indirizzata a presidente, assessori e consiglieri della Regione. “Negli elaborati che compongono il documento, e in particolare nelle 20 schede di ambito territoriale, prevale l’insensata volontà di condizionare lo sviluppo agricolo ad un irreale mantenimento di un’agricoltura del passato basata su modelli sorpassati e non più praticabili. Il piano è viziato dalla volontà di voler pianificare l’attività agricola sulla base di parametri estetici, invece di proporre un’agricoltura dinamica e competitiva produttiva di reddito e occupazione, che comunque contribuisce in modo costruttivo alla valorizzazione e al mantenimento del paesaggio”.

“Volontà in contrasto con lo stesso Codice del paesaggio che, all’articolo 149, esclude le attività agro – silvopastorali dalla disciplina paesaggistica; pertanto è necessario che il Piano venga riportato nei limiti definiti dal suddetto Codice. Se si vuol puntare sull’agricoltura come valore essenziale per il paesaggio – prosegue Silvestrini – non si può poi pretendere di pianificare i paesaggi agrari secondo criteri estetici, che nulla hanno a che fare con l’economia e con le esigenze reali e quotidiane delle imprese agricole. In molte schede si arriva a proposte incredibili come quella di proporre un blocco alla realizzazione di nuovi impianti di vigneto. Per quanto riguarda la piana di Pistoia – Prato si sostengono tesi assurde come quella che il vivaismo rappresenta la principale minaccia per l’ambiente. E pensare che la Regione Toscana ha di recente approvato una Legge regionale sul vivaismo per il rilancio del settore, che riveste un’importanza vitale per il tessuto socio-economico di quel territorio e che non a caso vede la presenza di un distretto vivaistico di importanza mondiale. Si rileva che tutte le schede in generale indicano come obiettivo il mantenimento di una generica agricoltura tradizionale e di paesaggi storici, proponendo quindi una mummificazione dell’agricoltura.
Il paesaggio rurale che oggi ci troviamo e che tutti ci invidiano è il frutto dell’opera degli imprenditori agricoli che lo hanno mantenuto e coltivato nel tempo in base alle esigenze produttive.
La tutela del paesaggio può essere garantita solamente da un’agricoltura dinamica, produttiva e competitiva, al passo con i tempi, in grado di produrre beni, servizi e reddito per chi ci vive e ci lavora. Non sono le attività agricole a rappresentare una minaccia per il paesaggio, ma sono le normative assurde che finiscono per minacciare l’agricoltura e di conseguenza il paesaggio che, a causa dell’abbandono, perde i propri connotati. Solo facendo vivere l’agricoltura si fa vivere il paesaggio. In sostanza – conclude Silvestrini – a nostro parere il Pit non deve entrare nel merito dell’attività agricola, ma limitarsi ad individuare le aree agricole, senza avere la pretesa d’insegnare agli agricoltori, veri realizzatori e manutentori di paesaggio da secoli, come fare il loro mestiere. In definitiva il paesaggio rurale è una variante strutturale”.