Contro alluvioni e frane si fa avanti il Consorzio agroforestale delle Colline Lucchesi

Le frane e gli eventi alluvionali derivano dalla scarsa manutenzione delle aree boschive e dall’abbandono in cui si trovano le strade sulle colline. Per questo il Consorzio agroforestale delle Colline Lucchesi si è rimboccato le mani, avviando opere di manutenzione. “Gli eventi alluvionali di luglio hanno provocato polemiche che hanno investito organi pubblici, sia di natura tecnica che politica, preposti alla gestione del territorio e alla manutenzione della rete idrografica. Ci pare però che sia fin qui mancata una corretta e lucida analisi della realtà che caratterizza i territori rurali e in particolare quelli collinari e montani”.
“Restando alla realtà vicina e ben nota della Lucchesia – sottolinea il direttivo -, si può con certezza affermare che il presidio umano in collina ed in montagna è venuto meno. Il numero di abitanti presenti si è ridotto in modo nettissimo negli ultimi cinquant’anni e ancor più impressionante è stata la scomparsa delle attività tradizionali, ovvero dell’agricoltura, dell’allevamento e della selvicoltura. Chi vive in pianura e si trova a dover fronteggiare situazioni come quelle viste recentemente sul fondovalle della Freddana, giustamente imputa le colate di fango, detriti, tronchi e ramaglie allo stato in cui versano i piccoli solchi e gli impluvi. Alle giuste rimostranze della popolazione andrebbe però risposto con un’analisi realistica. Va infatti detto che buona parte dei torrentelli percorrono aree scarsamente servite dalla viabilità e che la viabilità forestale stessa è spesso in stato di abbandono e ridotta allo stato improprio e pericoloso di impluvio anche a causa di attività improprie come il motocross. Le zone boschive che circondano i vari solchetti non vedono, da almeno quattro decenni, la presenza di boscaioli. In tal modo quando un albero muore o si ammala finisce per sradicarsi ed andare proprio a cadere nei torrentelli iniziando quel processo che progressivamente porta alla formazione di veri e propri “tappi” che, in presenza di piogge notevoli, sono uno dei fattori dell’improvviso precipitare a valle di acqua e detriti. Pensare che la soluzione a questi problemi passi solo attraverso l’azione diretta degli enti pubblici ci pare un errore, se non altro per l’improponibile costo che questo avrebbe. La vera soluzione consiste nel riattivare l’economia legata al lavoro in montagna e con essa la gestione del territorio operata da chi proprio sul territorio lavora. Da quasi tre anni opera in Lucchesia un Consorzio di proprietari e aziende forestali. Si tratta di una struttura di natura privata che, in base alle leggi, gestisce i boschi dei soci, tra i quali alcuni possono anche essere enti pubblici. Il Consorzio per la Gestione delle Risorse Agro Forestali delle Colline Lucchesi è infatti gestore di quasi trecento ettari di boschi nei comuni di Lucca, Capannori, Borgo a Mozzano, Bagni di Lucca e Pescaglia. Tra i soci c’è anche il Comune di Lucca, che ha conferito oltre trenta ettari situati in Brancoleria. Il Consorzio sta già operando tagli boschivi, interventi di diradamento nei boschi di alto fusto, ripuliture di sentieri. Presto si procederà anche alla potatura dei castagni da frutto, intervento necessario per evitare che questi si ammalino e si sradichino con grandi rischi per la stabilità dei versanti. Allo scopo di lavorare anche dove la viabilità trattorabile non arriva il Consorzio pensa di dotarsi, insieme ad un altro consorzio che ha sede a Villa Basilica, di una teleferica, mentre un socio possiede dei muli che, come avveniva in passato, potranno essere efficacemente impiegati per l’esbosco ed il trasporto delle attrezzature.
Il Consorzio è nato con l’appoggio della Provincia di Lucca, del Comune e grazie a fondi europei, parte delle attività sono state finanziate dalla Fondazione Banca del Monte. Questi enti hanno a nostro avviso mostrato lungimiranza nel capire che solo il ritorno in montagna della selvicoltura può combattere l’abbandono ed i conseguenti rischi. Oggi il Consorzio sta attivando una piattaforma per lo stoccaggio di legname e cippato grazie al progetto europeo Biomass Plus, coordinato dalla Provincia, collaborando ad un progetto finanziato dalla Regione con il Fondo Montagna per l’attivazione della filiera corta che preveda le fornitura di cippato a piccoli impianti domestici alimentati da biomasse e sta occupandosi della riqualificazione dell’area della Croce di Brancoli e della rete sentieristica in collaborazione con la Fondazione Banca del Monte di Lucca. Crediamo che l’attività dei Consorzi Forestali debba essere incoraggiata dalle amministrazioni pubbliche e che anche la struttura stessa dei bandi assegnanti fondi messi a disposizione dalla politica agricola comunitaria debba, per le aree collinari e montane soggette a spopolamento e a drastica riduzione del numero delle aziende agricole, premiare chi mette in sicurezza il territorio. In sostanza i Consorzi come il nostro si propongono agli enti locali, con costi ragionevoli per la collettività, per svolgere quella ordinaria manutenzione del reticolo idrografico minore e della viabilità forestale che è la chiave per ridurre i rischi di natura idrogeologica”.