Sacco (Campus): “Narrazione coerente per turismo in città”

Lucca, si infiamma il dibattito per la promozione del turismo in città. Sulla promozione, sulle opportunità, sulla capacità di attrazione per implementare gli arrivi e, di conseguenza, l’economia del territorio. E’ il direttore scientifico della Fondazione Campus, il professor Pier Luigi Sacco, a spiegare a Lucca in Diretta le caratteristiche del sistema turistico lucchese e le sue potenzialità, senza disdegnare appunti e critiche a quanto fatto finora, ma anche tracciando una strada verso cui l’offerta cittadina dovrebbe tendere nel futuro più o meno prossimo.
“La caratteristica principale della città – dice Sacco – è che invece di presentare una concentrazione di attrattive in un unico punto, come potrebbe essere piazza dei Miracoli a Pisa, è un centro di straordinaria qualità urbana, ma diffusa. E come tale si presta meno a strategie tradizionali di comunicazione di ri promozione che puntano invece alla grande attrazione. E’ un lavoro diverso, perché in questo caso non c’è da pubblicizzare il gioiello di famiglia, ma occorre costruire una narrazione intorno alla città. Pochi sanno, ad esempio, che Lucca è una delle poche città taliane costruita sui modelli dell’urbanistica francese, anche per l’influenza napoleonica. O tutta la ricchezza della sua qualità urbana, oltre al percoso delle mura. A questo va aggiunto il fatto che Lucca ha saputo organizzare iniziative di respiro internazionale come Lucca Comics and Games e il Lucca Summer Festival, ma il tutto non all’interno di una narrazione coerente, che fatica per questo ad entrare nella mentalità, e di conseguenza nei percorsi, dei turisti”.
“Una serie di frammenti – sottolinea ancora Sacco – che non fanno un’unità. Per questo bisogna lavorare in maniera avanzata, anche approfittando delle nuove tecnologie, non solo nel senso del turismo digitale, come dice il nostro ministro Franceschini, ma attraversa una sperimentazione che colleghi tecnologia e territorio. A Lucca chi non gira con una guida non capisce nulla di quello che ha intorno e rischia che un’esperienza di questo tipo non sia attraente. Per questo bisogna costruire una storia e una narrazione con canali nuovi che permettano a chi visita la città con uno smartphone o un tablet a disposizione, per non parlare dei sistemi di realtà aumentata o delle tecnologie indossabili, di capire in che contesto si muove. Il tutto, peraltro, all’interno di una città che proprio grazie a Lucca Comics and Games può sperimentare anche un approccio ludicizzato al turismo”.
Ma la città non è forse refrattaria a un tipo di turismo in qualche modo più consapevole e quindi “invasivo”? “Lucca – dice Sacco – è in un certo senso una città appagata, che pensa di potersela cavare bene ugualmente così com’è. partendo da una base di benessere e di sviluppo industriale. Ma una città come Siena insegna che le sicurezze non sempre sono eterne. Occorre infatti distribuire e diversificare il rischio e in questo senso potenziare l’offerta turistica sarebbe per Lucca un’ottima idea, magari con una maggiore integrazione territoriale con realtà vicine come l’entroterra della Garfagnana o la costa della Versilia. Guardare il turismo anche in un’ottica allargata oltre a quella della città d’arte, infatti, è un potenziale finora sprecato”.
Ma quali sono i soggetti che si devono porre come capofila per questa “nuova narrazione” della città, e di conseguenza dell’offerta turistica? “Visto il progressivo smantellamento della Provincia e delle Apt – prosegue Sacco – occorrerebbe una sensibilità diversa del comprensorio verso le realtà della zona a partire dal suo capoluogo, Lucca. Anche perché ci sono risorse non banali in ballo anche dalla Comunità Europea che possono permettere di inaugurare una prassi che non esiste ancora, e senza continuare a ragionare per steccati. Grazie a questi finanziamenti il Comune ha anche l’opportunità di sviluppare progetti pilota. Dopo, una volta trovato il modello che funziona, si può anche aprire all’aporto dei privati, che al momento non hanno la possibilità di investire fondi in progetti sperimentali”.
La Fondazione Campus, comunque, in questo senso non si tira indietro, nalle presunta intoccabilità della turris eburnea della scienza: “La Fondazione – conclude Sacco – deve essere uno strumento per il territorio, che faccia nascere concrete competenze in una logica di sviluppo, visto che ha uno specifico profilo proprio sui temi legati allo sviluppo locale. L’intenzione è quella di collaborare fortemente con il comprensorio della Lucchesia, della Versilia e della Garfagnana, per permettere ai diversi comparti territoriali di esprimere al meglio tutte le loro potenzialità”.
Enrico Pace