Petrini: “A Lucca serve un assessore alla cultura”

8 settembre 2014 | 10:45
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Petrini: “A Lucca serve un assessore alla cultura”

Lucca non ha un sistema museale adeguato a valorizzare le proprie bellezze. A sottolinearlo è Francesco Petrini, che prende spunto da un intervento di Michael Cunningham pubblicato questa mattina su La Repubblica. Il celebre autore americano interverrà domani alla prima edizione di “Ilaria e le altre”, lodevole iniziativa della Fondazione della Cassa di Risparmio. “Mi fa piacere – scrive Petrini – vedere Lucca all’onore delle cronache nazionali a pochi giorni dalla Festa  per antonomasia, nella quale si ricorda la leggenda di un’altro prezioso tesoro cittadino, ripercorrendo, attraverso le strade del centro storico, il fantastico e miracoloso trasloco del Volto Santo. Eppure la città di Ilaria e del Volto Santo e delle cinquecentesche Mura, uniche al mondo, non ha un sistema museale, come invece decine di altre città italiane meno ricche d’arte e di storia, non pensa al riconoscimento di sito nel patrimonio dell’umanità, non riesce ad allestire un decoroso museo della città, biglietto da visita per visitatori italiani e stranieri in un luogo straordinario quale è il Palazzo Guinigi con la sua Torre alberata. Figuriamoci se pensa, questa ingrata e immemore città, a valorizzare il territorio delle Sei Miglia, che va dalle propaggini delle Pizzorne  all’Ozzeri, dalle Ville dei secoli sedicesimo e diciassettesimo ai monumenti di archeologia industriale, testimonianza dell’industrializzazione della fine dell’800, lungo il Pubblico Condotto voluto dalla Repubblica lucchese nel secolo quattordicesimo”.

“Il nostro Comune non ha, dopo la breve esperienza di 2 assessori, qualcuno che si occupi a tempo pieno della cultura, la cui delega è in mano al sindaco, in molte faccende affaccendato. E’ una situazione non più tollerabile. So che la pensano così molti intellettuali e artisti e moltissimi cittadini semplicemente innamorati della propria città. Per quanto mi riguarda, continuerò, nel mio piccolo, a unire la mia voce a quella di quanti non si stancheranno mai di interpellare l’opinione pubblica, di pungolare le autorità, di proporre iniziative, di denunciare silenzi accidiosi, di farsi e sentirsi vivi per il bene comune”.