Treni, disagi a raffica: in 6 mesi soppressi mille convogli

8 settembre 2014 | 10:57
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Treni, disagi a raffica: in 6 mesi soppressi mille convogli

“Passano i mesi, a fine anno scade il contratto tra Trenitalia e Regione Toscana, ma tra ritardi e treni soppressi i disservizi non diminuiscono: Trenitalia e Rfi battano un colpo”. A chiederlo è il segretario generale della Fit-Cisl toscana, Stefano Boni, che cita a sostegno delle sue critiche la rilevazione effettuata dalla Fit negli ultimi sei mesi.
“Prendendo a riferimento i circa 800 treni che giornalmente circolano sulla nostra rete di circa 1.450 chilometri ci risultano 1.100 treni soppressi in sei mesi, 6 al giorno. E parliamo di media, perché nei mesi luglio e agosto appena trascorsi, e che non rientrano nella rilevazione, c’è stato un vero picco di soppressioni. Il 63,5% dei treni soppressi è da imputare a Trenitalia, il 10,1% a Rfi e il 26,4% a cause esterne. Anche sulla puntualità si registrano alti e bassi, ma in media i treni puntuali sono sotto il 90% e i ritardi superiori ai 15 minuti sono costanti (circa 1.099 treni), restando in linea con la media del 2013”.

“Insomma i problemi sono quelli che ormai denunciamo da tempo –aggiunge Boni-: scarsa manutenzione sia per i treni che per l’infrastruttura, mancanza di personale, sia di bordo che operai specializzati per binari, locomotori e carrozze. Il tutto sommato alcune volte ad una programmazione e organizzazione dei treni con composizione ridotta rispetto ai programmi previsti che genera sovraffollamento e disservizi”.
Tra le linee più critiche, secondo la Fit, c’è la Firenze-Pistoia-Lucca. “E’ paradossale quindi – dice il segretario Fit – che a circa due anni mezzo dallo stanziamento di 44 milioni di euro (circa 36 a carico della Regione e 8 a carico delle Fs) per il potenziamento e la velocizzazione di questa linea, sopprimendo molti passaggi a livello, non si sia fatto nulla o quasi per il suo miglioramento”.
“Siamo preoccupati anche perché –spiega Boni – la Regione Toscana ha già deliberato di andare all’assegnazione del servizio attraverso una gara pubblica alla scadenza del contratto, ma Trenitalia e Rfi non hanno esplicitato come intendono muoversi, né predisposto progetti organizzativi e piani industriali per la Toscana. Ormai è giunto il momento che le due società diano segnali di vivacità, sia sul piano organizzativo che gestionale, predisponendo un piano di investimenti sia sul materiale rotabile che sulle infrastrutture e effettuando le assunzioni di personale necessarie, sempre promesse, ma mai attuate”.
“Il sindacato –conclude il segretario Fit – è pronto a queste sfide ed a scommettere sulla professionalità e sulla preparazione dei ferrovieri, ma tocca al gruppo dirigente Fs della Toscana dimostrare di essere all’altezza, perché le scelte di oggi inesorabilmente si ripercuoteranno domani sul futuro dei ferrovieri”.