Ambiente, caos per le nuove procedure per la “Via”

Le nuove norme nazionali riguardanti la valutazione di impatto ambientale (Via) rischiano non solo di ingolfare il lavoro dell’ufficio ambiente della Provincia di Lucca, ma anche di bloccare l’iter delle richieste ora al vaglio dell’amministrazione provinciale che, dall’inizio di settembre, è alle prese con una “rivoluzione” normativa che rischia di produrre conseguenze deleterie sia per l’ente sia per le stesse attività produttive (nuove e già esistenti). Per questo motivo la Provincia di Lucca, a firma degli assessori Maura Cavallaro (vicepresidente con delega all’ambiente) e Francesco Bambini (attività produttive), ha inviato una lettera alla Regione Toscana, ai parlamentari locali, agli assessore regionali competenti, a tutti i presidenti delle amministrazioni provinciali, ai sindaci del territorio e alle associazioni di categoria, nonché alle organizzazioni sindacali e agli ordini professionali.
Nella missiva, infatti, si spiega che il decreto legge 91, convertito con legge 116 del 2014 di agosto, ha apportato importanti cambiamenti in materia di valutazione di impatto ambientale contenuta nel decreto legislativo 152/06. In particolare è stata modificata la verifica di assoggettabilità alla Via, procedimento preliminare necessario a stabilire la significatività dell’impatto ambientale di un progetto. Tale disposizione veniva applicata ad un elenco di progetti individuati dalla normativa secondo tipologia e dimensione. Secondo la Provincia di Lucca, in sostanza, i mutamenti legislativi introdotti hanno reso attualmente inapplicabile, secondo l’interpretazione fornita dalla Regione Toscana, il concetto di soglia dimensionale e conseguentemente tutte le categorie progettuali presenti nell’elenco, dovrebbero essere sottoposte alla procedura di verifica indistintamente dalle dimensioni, in attesa che il Ministero dell’ambiente fornisca le nuove taglie e i nuovi criteri applicativi. In questo periodo transitorio, pertanto, sarebbero sottoposte alle procedure di verifica anche piccole attività produttive o di servizio, con situazioni di evidente irrilevanza sotto il profilo dell’impatto ambientale. Per avere un’idea della dimensione del problema le attività sottoposte alla verifica di impatto ambientale per quanto riguarda le competenze della Provincia di Lucca spaziano dai progetti infrastrutturali (concessione di acque pubbliche, impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti non pericolosi) agli impianti dell’industria alimentare (ad esempio quelli per la macellazione), dalle attività per la lavorazione di metalli e prodotti minerali fino all’ambito agricolo.
Ma c’è di più. Perché dall’Ufficio ambiente di Palazzo Ducale spiegano che “a complicare la situazione contribuisce il fatto che anche attività esistenti, per le quali all’epoca del rilascio delle autorizzazioni non fosse stata effettuata alcuna valutazione di impatto ambientale, debbano essere sottoposte a tale procedura al momento del rinnovo di concessioni e autorizzazioni. In conseguenza di ciò, e in assenza del decreto ministeriale che individui le nuove soglie e criteri, per la cui redazione si auspicano tempi brevi, si produrrà una notevole complicazione e dilatazione dei tempi dei procedimenti amministrativi in palese contraddizione con l’esigenza di semplificazione invocata da più parti”.