A Lucca un monumento ad Astor Piazzolla ed è già polemica

17 settembre 2014 | 10:34
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A Lucca un monumento ad Astor Piazzolla ed è già polemica

Il 18 maggio 2012, in coincidenza con le commemorazioni del ventesimo anniversario della scomparsa di Astor Piazzolla, e dopo venticinque anni di ricerca, la pittrice argentina Ofelia Lachner è riuscita a rintracciare a Massa Sassorosso il luogo di nascita degli avi materni del musicista. Proprio nella chiesa di San Michele Arcangelo, nella piccola frazione del Comune di Villa Collemandina, la pittrice ritrova i documenti di Cecilia Bertolami e Luigi Manetti, nonni materni di Astor Piazzolla.
Nasce da qui il Progetto Piazzolla dell’associazione Casa Latinoamericana che vede anche Lucca in prima linea per mantenere viva la memoria del musicista argentino. Venerdì (19 settembre) infatti, alle 18,30 nell’aiuola dentro Porta S.Pietro vicino alla Cappella di Santa Cecilia sarà posata la prima pietra dove sorgerà un monumento dedicato all’illustre innovatore della grande musica del ‘900 e simbolo dell’emigrazione garfagnina in Argentina. Insieme al sindaco Alessandro Tambellini, parteciperà anche un rappresentante dell’ambasciata argentina in Italia. La città di Lucca, da sempre vicina alle problematiche dell’emigrazione ha accolto con entusiasmo l’idea di porre una statua in ricordo del cammino esistenziale di Piazzolla, donata dalla cancelliera argentina tramite l’ambasciata di Roma. Ad eseguire il monumento sarà Silvina Spravkin, nota e apprezzata scultrice, anche lei emigrata e da trent’anni residente a Pietrasanta.

Eccelso rappresentante del panorama musicale dell’Argentina e del mondo, Piazzolla è una delle figure più originali del secolo scorso e completa il cerchio della tradizione musicale della lucchesia. Le sue opere sono presenti nei repertori degli ensemble orchestrali e dei solisti più vari dell’universo della grande musica contemporanea, da Abbado a Berliner Philarmoniker, da Uto Ughi a Baremboim, fino a Salvator Accardo.
Il progetto Diviso in tre fasi di ampio respiro, il Progetto Piazzolla si sta diffondendo su grande parte del territorio. La prima parte è stata portata a termine nell’estate 2012 grazie al coinvolgimento della Cancelliera argentina tramite la sua ambasciata a Roma, con una mostra a Villa Paolina a Viareggio, seguita da tre concerti: a Lucca nel Cortile degli Svizzeri, a Viareggio in piazza Mazzini e in piazza Duomo a Pietrasanta. La seconda fase ha visto, nel 2013, la posa della scultura dedicata a Piazzolla a Massa Sassorosso, terra degli avi. A Lucca si svolge ora la terza fase, con la posa della prima pietra là dove sorgerà il monumento.
La scelta di costruire un monumento a Piazzolla in città ha scatenato, però, già le prime polemiche. Il disegnatore ed ex componente del cda del teatro del Giglio, Alessandro Sesti così commenta: “Perché è nato a Lucca? No è nato a Mar del Plata in Argentina. Allora i genitori erano lucchesi? No, il padre, Vicente Piazzola, figlio di un pescatore di Trani (Puglia) si unì con Assunta Manetti anch’essa nata a Mar del Plata i cui genitori, Luigi Manetti e Clelia Bertolani, emigrarono in Argentina nel 1888 provenienti da Massa Sassorosso in Garfagnana – dice Sesti – Stiamo quindi parlando degli avi materni di Astor Piazzola. Nell’agosto del 2013 fu inaugurato a Massa Sassorosso, il monumento ad Astor Piazzola e al suo tango. Già li appariva come una rievocazione, con dedica di una strada, abbastanza tirata per i capelli. Tuttavia legittimata dalla volontà di smuovere l’interesse sul paese, diciamo pure di fare del marketing territoriale, in un luogo dove le attrazioni sono prevalentemente di ordine paesaggistico. Ma Lucca? Ha bisogno di aggrapparsi a questi flebilissimi appigli per autopromuoversi, anche in ottica Lucca Città Della Musica? Alla principale porta di accesso della città i visitatori saranno accolti da Astor Piazzolla che penseranno, come minimo, avrà abitato se non proprio nato, nella casa di fronte. La storia dell’emigrazione, se a questa si è pensato, non si racconta con testimonial improbabili e fuorvianti rispetto alla sua complessità e drammaticità. Invito a visitare il Museo Paolo Cresci insieme al quale realizzai la grande mostra Lungo la scia di un elica. Ed è proprio alla Fondazione Paolo Cresci che mi rivolgo per capire meglio i motivi della sua adesione”.

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