
Asl 2, è guerra alle liste d’attesa. Una guerra, che prenderà il via con i primi giorni di ottobre, combattuta anche grazie a un finanziamento regionale di 250mila euro e che si svolgerà in due fasi. Prima un aumento delle prestazioni per diminuire i pazienti che aspettano una prestazione in tempi ragionevoli, quindi un lavoro costante assieme alla task force dedicata a questo argomento per sensibilizzare i medici di famiglia all’appropriatezza delle prescrizioni. E c’è di più: per far scendere il più possibile il numero di prenotazioni disattese dagli utenti (nonostante il “malum” del pagamento della visita cui il paziente non si è presentato fino a un massimo di 38 euro) partirà anche un servizio di reminding via sms della prestazione prenotata ed anche una verifica telefonica per coloro che hanno ricevuto un appuntamento a mesi di distanza rispetto alla chiamata.
Un piano straordinario, dunque, per avere migliori tempi di attesa e prestazioni migliori. Partendo dalle analisi delle criticità, che riguardano in particolar modo le visite specialistiche di cardiologia, dermatologia, oculistica ed ortopedia e le prestazioni di risonanza magnetica e di tac (la cosiddetta diagnostica pesante), le mammografie, le ecografie, l’elettromiografia e l’esame del fondo dell’occhio.
“Questo intervento – spiega il direttore generale Joseph Polimeni – deriva dall’applicazione di una delibera regionale di inizio agosto e si concentrerà su due fasi. Una che tenderà a eliminare le code e l’attesa, l’altra che prevederà dei cambiamenti organizzativi per la rimodulazione della domanda”. “Le liste d’attesa d’altronde – prosegue il dg – in sanità come in tutte le erogazioni di servizi pubblici, sono quasi inevitabili visto che il servizio si consuma nel momento stesso in cui viene prodotto e se la domanda non viene soddisfatta dall’offerta si creano dei ritardi. Fatto sta che con il dottor Lorenzo Roti, direttore sanitario da un mese, che ha lavorato molto anche in Regione sulle liste di attesa e con il dottor Maurizio Petrillo, responsabile aziendale per le liste d’attesa, l’azienda ha in cantiere una serie di interventi per mettere mano ed affrontare le criticità. Strategie, anche grazie a un finanziamento di circa 230mila euro della regione cui se ne affiancano altri 250 per le prestazioni di ricovero in strutture private convenzionate, che ci serviranno a intervenire nei punti in cui siamo più deboli”.
“Tre o quattro mesi – aggiunge il direttore sanitario Roti – serviranno a riassorbire alcuni ritardi e a dare e risposte urgenti. Si parte dal fatto che Lucca non ha situazioni dramatiche e va meglio della media regionale, ma ha anche dei suoi punti di caduta. Nella prima fase, dunque, inseriremo nuove ore per i medici specialisti ambulatoriali in cardiologia, radiologia e oculistica. Quindi prevederemo una produzione aggiuntiva di attività in ortopedia e nella risonanza magnetica, che significa anche migliorare l’uso della macchina. Infine adotteremo altre misure coinvolgendo anche i privati che anche a Lucca forniscono una quota parte di prestazioni specialistiche. Grazie all’aporto dei privati miglioreremo l’offerta di Tac, di mammografie ed ecografie mammarie”. “Ma il tema – spiega Roti – è quello di migliorare l’appropriatezza della prescrizione e soprattutto programmare quelle prestazioni che si possono facilmente prevedere. Penso ad esempio alle mammografie o alle ecografie ostetriche, che vanno realizzate periodicamente e che possono essere organizzate assieme ai nostri specialisti”. C’è poi il tema della comunicazione e della gestione del rapporto con il Cup: “Aumenteremo – spiega ancora Roti – trasparenza e chiarezza, innanzitutto aggiornando sul nostro sito i tempi di attesa per le diverse prestazioni. Abbiamo messo su un sistema, in questo senso, per cui l’azienda si farà innanzitutto carico delle prenotazioni anche in caso di mancata finalizzazione per motivi legati all’assenza dello specialista o della momentanea chiusura dell’agenda. In sostanza il paziente verrà direttamente ricontattato dal Cup o questo si metterà in rapporto diretto con il medico di famiglia in caso di una prescrizione incompleta o in cui manca il codice si esenzione. Utilizzeremo il finanziamento regionale anche per migliorare questo servizio, per cui verranno anche utilizzati gli sms per ricordare la prenotazione e verrà avviato un richiamo attivo per coloro che hanno fatto la prenotazione molto tempo prima e che magari hanno trovato posto in altre strutture di altre Asl senza comunicarlo al Cup”.
La fase due, invece, prevede il coinvolgimento dell’apposita task force all’interno della Asl: “Ci sarà – dice ancora Roti – un tavolo di monitoraggio che metta insieme medici di medicina generale, specialisti ambulatoriali e anche rappresentanti del pronto soccorso. Questi ultimi per studiare al meglio la possibilità di effettuare delle prestazioni ritenute “di urgenza” senza necessariamente passare dal triage al San Luca”. Si studieranno, insomma, dei percorsi di accesso per priorità clinica e non solo in base alle richieste cronologiche e alle liste d’attesa. C’è poi particolare attenzione al cosiddetto follow up delle malattie croniche: “Siccome possiamo immaginare – dice ancora Roti – che quel tipo di prestazione sia periodica, riteniamo che possa stare anche in agende separate rispetto a quello della normale prescrizione di una visita o di un esame. Definiremo anche in questo senso le soluzioni per cambiare il passo e per garantire appropriatezza degli esami e delle cure. D’altronde è noto, ad esempio, l’eccessivo ricorso a risonanze muscolo scheletriche per pazienti ultra 65enni che spesso non sono risolutive, così come altri esami”.
Il dottor Petrillo entra, invece, nel dettaglio delle comunicazioni al paziente: “Per limare il più possibile quella casistica di visite inesitate per la mancata presentazione del paziente, che oscillano fra il 5 e il 10 per cento, partirà un sistema di reminding che permetterà, nel caso di rinuncia di liberare posto e di aumentare l’offerta, perché quello cui bisogna tendere è un’efficienza degli ambulatori e delle macchine prossima al 100 per cento. Poi, nei casi di liste d’attesa molto lunghe provvederemo noi a richiamare i pazienti per confermare l’appuntamento ed evitare che abbiano trovato un’altra soluzione senza avvisare il Cup o cancellare la prenotazione”. I cittadini, agggiunge il direttore generale “devono capire: un posto nell’agenda non rispettato è un posto tolto a un altro cittadino”. “E l’obiettivo – aggiunge Petrillo – è che il paziente che sa di non poter andare alla visita si cancelli il prima possibile dall’elenco per permettere di riattribuire al meglio gli spazi”.
Infine un cenno del direttore generale Polimeni al ruolo del privato accreditato, ora come in guturo: “La prestazione dei privati – dice – deve essere considerata sempre di più integrata con quella del pubblico secondo tre punti fondamentali: priorità ai nostri residenti, abbattere effettivamente le necessità delle liste di attesa del territorio, abbattere la mobilità passiva. L’evoluzione futura, anche se difficile da realizzare, dovrebbe essere quella del risk sharing fra azienda sanitaria e privato accreditato”.
La sfida, fondamentalmente, è comunque una prima tappa di un percorso che mette in campo modifiche strutturali e, al centro, la figura del prescrittore, il medico di medicina generale. Che sempre di più dovrebbe dialogare con gli specialisti per concordare un percorso di esami adeguato. Un risultato che, ad esempio, è stato già raggiunto nella endoscopia digestiva e che vede in campo altre sperimentazioni come nel caso della risonanza magnetica: “I medici di medicina generale – dice il direttore sanitario Roti – hanno a disposizione una mail diretta con gli specialisti per indicare urgenze e concordare percorsi e tempistica. Il fatto è che qualcuno la usa, qualcun altro meno. Bisogna formalizzare questo tipo di schema, agire sulla prescrizione e raggiungere tempi di attesa accettabili”.
Fra gli altri strumenti messi in campo anche l’implementazione del progetto E-prescription (dematerializzazione della ricetta medica) che permetterà, tra le altre cose, di controllare l’appropriatezza prescrittiva, la standardizzazione e la sicurezza delle richieste in funzione dei profili di cura permettendo di evitare errori prescrittivi ed esami non indispensabili.
L’azienda ritiene poi indispensabile il ruolo delle associazioni di volontariato e degli organismi di tutela con i quali è in atto una stretta collaborazione anche sul tema specifico dei tempi di attesa. “Da tempo – dice ancora Polimeni – vengono infatti organizzate riunioni in cui l’azienda espone la situazione delle liste di attesa ed i rappresentanti dei cittadini evidenziano criticità e suggeriscono soluzioni. Grazie anche al confronto con le associazioni vengono definite e sviluppate le azioni di miglioramento. Con l’elaborazione del nuovo piano straordinario per la riduzione delle liste di attesa è intenzione dell’azienda incentivare questo rapporto di collaborazione in modo da valorizzare ulteriormente il punto di vista del cittadino, che può contribuire fornendo utili indicazioni sugli aspetti da privilegiare ad integrazione del monitoraggio garantito dall’azienda, strumento tecnico e non basato sulla percezione del servizio. Le associazioni e gli organismi di tutela rappresentano inoltre un ulteriore canale di comunicazione al cittadino delle azioni contenute nel piano”.
Ma in tutto il piano un rischio c’è, che è poi quello di rendere troppo “appetibili” le prestazioni della Usl 2 abbattendo i tempi di attesa drasticamente. “C’è un paradosso, infatti – chiude ancora Polimeni – che è quello di attrarre nuovi utenti da altre Asl, allungando di nuovo la lista. Non possiamo evitarlo, ma cercheremo di mantenere il sistema in equilibrio”.
Enrico Pace
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