


La decima edizione del Lucca Film Festival omaggerà il regista David Lynch sotto un duplice profilo, cinematografico e fotografico. Domani (20 settembre), alle 18,30, nel nuovo spazio espositivo dell’Archivio di Stato in via dei Macelli sarà inaugurata la mostra Lost visions. L’indiscreto fascino dello sguardo, in anteprima nazionale a Lucca fino al 9 novembre, evento che si aggiunge alla retrospettiva dei suoi film. L’artista presenzierà in città dal 27 al 30 settembre, per prendere parte a incontri e convegni di respiro internazionale. A presentare l’esposizione, questa mattina (19 settembre) è stato il curatore Alessandro Romanini, alla presenza del Presidente del Lucca Film Festival, Nicola Borrelli, del Presidente della Provincia Stefano Baccelli, dell’assessore comunale con delega al turismo, Giovanni Lemucchi e del direttore della Fondazione Crl, Marcello Bertocchini, che sin dagli esordi garantisce un considerevole sostegno finanziario al Festival.
Lost Images sono immagini perdute, ritrovate e qui cristallizzate su carta, visioni surreali, inquietanti, oniriche, superstrade dimenticate sulle quali lo sguardo ripercorre i sentieri perturbanti prodotti dall’universo creativo di Lynch. Visioni e temi ricorrenti che hanno caratterizzato i suoi film più famosi, da Eraserhead a The Elephant Man, da Velluto Blu a Cuore Selvaggio, Lost Highway, Mulholland Drive, per citarne solo alcuni.
“La presenza di un artista delle dimensioni di Lynch contribuisce indubbiamente a rafforzare il nome e l’immagine del festival – ha commentato l’assessore Lemucchi –. Creare eventi legati al territorio e ai nuovi linguaggi serve a renderlo un momento ancora più attrattivo dal punto di vista culturale e turistico”. A confermare la volontà di far ricadere i frutti della manifestazione anche sul versante della fruizione turistica è lo stesso Nicola Borrelli: “La formula che abbiamo pensato per questo evento – ha detto – è la realizzazione di giornate intense, di eventi speciali che abbiano una ricaduta sul territorio molto ampia”. Protagoniste del percorso espositivo saranno un centinaio di opere, comprendenti fotografie, litografie e produzioni audio-visive, che mettono in luce la vocazione poliedrica dell’artista. Gli scatti in bianco e nero si ricollegano a due diversi ambiti: Small stories è una serie fotografica che si ispira al movimento surrealista, una collezione di visioni e ossessioni che hanno accompagnato l’artista durante la sua lunga carriera cinematografica. Women and machines, invece, è incentrata sul fascino e sul potere della seduzione femminile. Ad accomunare questa serie con le litografie è il fatto di essere state prodotte nel celebre atelier Idem di Parigi, dove hanno lavorato artisti del calibro di Picasso, Matisse e Chagall e luogo in cui Lynch si è avvicinato alla tecnica litografica a partire dal 2007. “La litografia permette all’autore un contatto diretto con l’opera, una contaminazione fra immaginazione e creazione – ha spiegato Alessandro Romanini –, attraverso questa mostra, Lynch intende riaffermare quello che nella sua prospettiva è un diritto inalienabile dell’uomo, vale a dire l’espressione creativa in tutte le sue forme e con tutti i mezzi disponibili”. All’ultimo piano del padiglione sarà allestita una sezione video, nell’intento di creare una sorta di corollario delle produzioni e dei cortometraggi meno noti dell’artista, fra cui video musicali, spot pubblicitari per brand internazionali e una video intervista allo stesso Lynch: si tratta di una sorta di palestra in cui il regista sperimenta e anticipa le tecniche dei suoi capolavori. Altra attrattiva della mostra sarà rappresentata dall’installazione, all’ingresso dell’edificio, di una lavagna interattiva multimediale, nell’ambito del progetto Lucca virtuale: un gruppo di studenti delle scuole superiori, selezionato dal Ministero della Scuola, della Ricerca e dell’Università, ha infatti creato delle versioni virtuali dei sotterranei del baluardo S. Colombano, delle Mura, di Piazza Anfiteatro e di Palazzo Ducale, dando vita ad una narrazione multimediale che consente di coniugare i percorsi artistici e la simbologia di Lynch con le bellezze della città. Nell’ambito di questa iniziativa sarà invitato all’Archivio di Stato lo stesso David Lynch, il prossimo 27 settembre. “Alla riqualificazione di questo spazio abbiniamo l’intento di creare nel nuovo padiglione dell’Archivio di Stato un luogo di memorie della città – ha affermato Baccelli -, memorie che meritano non solo di essere raccolte e depositate, ma anche di essere catalogate e rese fruibili alla cittadinanza”.
La parte audio-visiva della Mostra è realizzata in collaborazione con Studio Universal (Mediaset Premium sul Dtt) che ha concesso l’utilizzo dell’Intervista esclusiva Cinechat David Lynch nella quale il visionario regista racconta la sua vita e la sua carriera. David Lynch, sin dagli esordi della sua carriera cinematografica negli anni 60′, ha accompagnato il suo lavoro alla macchina da presa con la pittura, la fotografia, il disegno e la scrittura. Tra i suoi libri ricordiamo la graphic novel The Angriest Dog in The World pubblicata sul settimanale The Los Angeles Reader nel 1973. L’attività di Lynch si estende anche alla musica. Come cantante e musicista ha fatto un primo album nel 2011, Crazy Clown Time e nel 2013 il secondo, The Big Dream, dove compare una cover di The Ballad of Hollis Brown di Bob Dylan e tra le collaborazioni spicca quella con la cantante svedese Lykke Li. Ma la sua poliedrica attività non si ferma qui, ha voluto anche sperimentare installazioni, regie per video musicali, spot pubblicitari (dalla Playstation ad Armani passando per famose marche di caffè e profumi), performance teatrali (come Industrial Symphony n°1: The Dream of Broken Hearted). Si è dedicato al design progettando e realizzando gli arredamenti dei suoi vari film, in particolare di Lost Highway, ma anche del club Silencio di Parigi. Importanti anche le collaborazioni con il mondo della moda, in particolare quella con lo stilista Christian Louboutin, con il quale ha creato nel 2007 la mostra Fetish.
Jasmine Cinquini