Cgil sulla Tasi: “Imposta iniqua”

19 settembre 2014 | 13:08
Share0
Cgil sulla Tasi: “Imposta iniqua”

“Sulla Tasi avevamo espresso subito le nostre riserve, perché proprio per come è formulata era facile prevedere che, in mancanza di adeguati correttivi, avrebbe portato ad una stangata fiscale soprattutto per i soggetti più deboli, tra i quali disoccupati, dipendenti a basso reddito, pensionati, famiglie numerose”. Così la Cgil della Provincia di Lucca sull’imposta. “Prima di tutto bisogna ricordare che la nuova Tasi, che è una delle tre componenti dell’Imposta Unica Comunale, non è proporzionale alla grandezza dei locali e delle aree, ma è collegata al valore catastale dell’immobile, così come determinato ai fini Imu. Essa però colpisce anche i proprietari dell’abitazione principale che in precedenza erano esonerati dal pagamento dell’Imu sulla prima casa, circa 5 milioni di famiglie in Italia, in quanto tale imposta era coperta
dalle detrazioni applicabili per le rendite non elevate e per i figli conviventi fino a 26 anni”.

“Questi contribuenti – prosegue il sindacato -, nel cambio tra l’abolizione dell’Imu sull’abitazione principale, che non pagavano, e l’applicazione della nuova Tasi non solo non ricevono alcun vantaggio, ma si trovano a sostenere un nuovo onere in quanto, appunto, per la Tasi non sono previste le stesse detrazioni presenti ai fini Imu. La nuova imposta, inoltre, è dovuta non solo dal proprietario, ma anche dall’eventuale affittuario o comodatario e si è scaricato sui contribuenti anche l’onere di calcolare l’imposta dovuta e le modalità di pagamento, impresa tutt’altro che facile e che li ha costretti a rivolgersi a professionisti o Caaf, con ulteriore aggravio. Si tratta quindi di un’imposta assolutamente iniqua che, rispetto all’Imu, colpisce maggiormente le fasce dei contribuenti più deboli. Ai singoli Comuni la legge ha comunque attribuito la facoltà di deliberare riduzioni o aumenti dell’aliquota Tasi, fino ad un tetto massimo stabilito, nonché di prevedere specifiche detrazioni. Con questa consapevolezza, il sindacato in questi mesi ha richiesto l’apertura di tavoli di confronto con le amministrazioni comunali presenti nella nostra provincia e siglato numerosi accordi, nell’ambito della cosiddetta contrattazione sociale, affinché fossero previste riduzioni ed esenzioni che tenessero conto della capacità contributiva delle famiglie anche attraverso l’applicazione dell’Isee e si considerassero particolari situazioni, come ad esempio nel caso di abitazioni di anziani e disabili ricoverati in permanenza presso strutture residenziali. Lo scopo era, ovviamente, di alleviare e rendere meno iniquo l’impatto della nuova imposta e ci siamo scontrati, quasi sempre, con le esigenze connesse al fabbisogno finanziario dei comuni, ogni anno sempre più alle prese con la riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato. Al contempo abbiamo sollecitato le amministrazioni comunali a reperire nuove risorse con un recupero più incisivo dell’evasione fiscale, divenuta ormai intollerabile anche per i tributi locali. In relazione alla Tasi, pertanto, a nostro avviso diventa essenziale e non più rinviabile un censimento sulla rispondenza delle rendite catastali dichiarate con il valore effettivo degli immobili, affinché ci sia una più equa redistribuzione dell’imposizione fra tutti i cittadini. Anche su questo tema – conclude Cgil – c’è il nostro impegno a lavorare nei prossimi mesi”.